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Verstappen in Texas arriva a quota 50 successi, il quinto di sempre in Formula 1

di Alex D'Agosta

6' di lettura

Anche nella settimana texana la Red Bull di Verstappen è stata la migliore. Al COTA (Circuit Of The Americas) nel 2022 era finita con Verstappen, Hamilton e Leclerc. Come la Sprint di sabato. Ieri la gara di Austin invece ha visto Verstappen, Hamilton e Norris passare sotto il traguardo.

Ma ore dopo l’arrivo, un grosso colpo di scena: Hamilton e Leclerc sono stati squalificati a causa dello spessore del fondo di entrambe le monoposto rilevato irregolare, dovendo perdere le rispettive posizioni conquistate sul campo. Norris, Sainz e Perez guadagnano così una posizione, gli altri due, con effetti anche positivi su alcuni: chissà che gioia a Grove, per la prima e forse per l’unica volta nell’anno, nel vedere entrambe le Williams a punti.

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Vista la pole position in mano alla Ferrari, in tanti speravano in un exploit di Leclerc. Invece si è vista soprattutto la Mercedes giocarsela molto bene, si potrebbe dire quasi ad armi pari: dopo oltre un’ora e mezza di gara e cinquantasei giri il sette volte campione era indietro rispetto al leader di meno di duecento metri.

Per i tifosi comunque anche Norris avrebbe meritato qualcosa di più, tanto che è stato scelto come pilota del giorno con la solita votazione digitale da casa: aver condotto in testa per diversi giri e aver offerto non poco spettacolo in diverse lotte testa a testa lo hanno senz’altro aiutato a ottenere il consenso più alto. Ma nel complesso la Red Bull dell’olandese è stata la più forte: l’auto, il pilota e il muretto. Ma non tanto, o meglio, non ‘troppo’ come in quasi tutte le precedenti occasioni. Anche se si tratta della vittoria numero quindici dell’anno e la cinquantesima in carriera. Per il team, comunque, è la diciassettesima conquista su diciotto gran premi disputati quest’anno. Tuttavia, Verstappen non ha vinto con il solito margine imbarazzante.

Certo, la vittoria non solo se l’è guadagnata con sudore, perché non sono mancati gli errori degli avversari. Hanno sbagliato tanto in Ferrari ma anche in Mercedes, perché un primo pit stop troppo ritardato per Hamilton è costato caro sotto il traguardo: senza quell’errore molti direbbero che il risultato sarebbe stato ben diverso, squalifica a parte. Il gap finale fra i pluricampioni del mondo infatti non era così marcato, anzi. Ne è prova il nervosismo che Max Verstappen ha riversato via radio al suo ingegnere anglo italiano Lambiase, rimproverandolo per ben due volte in pochi minuti perché gli parlava mentre frenava. Hamilton, dal canto suo, ha spinto sino alla fine come un dannato, lo ha inseguito e incalzato fino all’ultimo chilometro letteralmente, recuperando decimi a palate soprattutto quando i minuti al termine si contavano sulle dita di una mano, costringendo Verstappen a spingere al limite come non faceva forse più da tempo. Il fiato sul collo l’ha sentito eccome, perché proprio nel corso dell’ultimo giro erano arrivati a solo un secondo e mezzo, poi aumentato nella seconda metà dei cinque chilometri e mezzo a causa di un piccolo ritardo per un doppiato. Sforzo vano per il sette volte campione, che con i punti annullati vede sempre più in salita la lotta al recupero almeno della seconda posizione nel mondiale pilota, visto che Perez è ora avanti di trentanove punti.

In generale, si può dire che la gara domenicale sia stata abbastanza combattuta nelle quattro posizioni di vertice, dove purtroppo ad avere la peggio è stato il poleman Leclerc. Niente podio, niente da fare con il destino. E il sesto posto finale, a prescindere dall’annullamento, è davvero troppo poco per lui. C’è stata rabbia e polemica da parte del ferrarista, ma il passo gara non c’era più. E poi la squalifica: zero punti e il sorpasso in classifica generale anche di Lando Norris: proprio una brutta domenica.

Non solo Leclerc avrebbe teoricamente rinunciato a una coppa: quando la fine era ancora distante, è stato superato da Sainz perché le sue gomme si erano degradate ben prima delle previsioni. Proprio come ieri nella Sprint Race, la strategia gomme non è stata delle più brillanti, anzi, probabilmente si è rivelata la peggiore di tutte fra i top team, tanto che a ben vedere ha perso ben cinque posizioni rispetto alla posizione di partenza. Come se non bastasse, dopo lo smacco del compagno di squadra, andava così lento che ha dovuto soccombere anche a Perez. Poteva essere una gran bella domenica per il pilota monegasco, invece hanno festeggiato i molti tifosi messicani sulle tribune di Austin. Al contrario Sainz, che aveva evidentemente ed inequivocabilmente sacrificato la corsa del sabato in ragione di preservare un treno di gomme medie in più, negli ultimi giri di domenica ha potuto scavalcare senza indugio Leclerc: se fosse avvenuto prima, forse avrebbe potuto anche sognare di andare a prendersi il podio. I quindici punti, dopo la riscrittura della classifica, li ha presi, potendo sognare di andare ad attaccare il quarto nel ranking piloti, Alonso, ritirato a quota zero per problemi meccanici, che gli è davanti di dodici lunghezze.

Ad ogni modo, c’è da dire che nonostante sia un tracciato a metà strada fra i ‘classici’ e quelli meno avventurosi di ‘generazione Tilke’, quindi con parti guidate molto emozionanti ma anche privo della vecchia e cara ‘ghiaia’, bisogna ammettere che questa pista ha anche quest’anno saputo ospitare una vera lotta fra tante posizioni. Nonostante rapporti di forza consolidati, i piloti si sono divertiti in un gran premio molto sicuro, divertente e senza incidenti gravi. Un vero spettacolo per il pubblico, con protagonisti brillanti e decisivi per evitare la noia. Su tutti, si ricordano bei momenti fra Norris ed Hamilton e, precedentemente, fra Norris e Verstappen. Manco a dirlo, Verstappen ha mostrato tutto il suo valore e la quasi impossibilità di competere contro di lui, mentre il compagno di squadra Perez ha fatto l’ormai consueta brutta figura che lo ha portato in coda ai team dominanti.

A margine di un grande evento, si sono visti tantissimi Vip presenti, fra cui Elon Musk per la seconda volta nel 2023 dopo la sua prima volta con il bimbo in braccio a Miami. E poi non mancano rumor e altri mal di pancia a motori. Dalla mancanza di tempi certi per il rilascio del film sulla Formula 1 di Brad Pitt, che aveva iniziato proprio un anno fa in questa pista a far parlare di sé, ma che ha incontrato difficoltà nel terminare le riprese dopo il Gran Premio di Gran Bretagna per via del lunghissimo sciopero degli operatori di Hollywood.

L’italo-australiano Ricciardo torna sul sedile Alpha Tauri ma niente punti e molto dietro Tsunoda

Anche se non bisogna mai stancarsi di ricordare il suo cento per cento di sangue italiano, il più pistolero e ‘mandriano’ del circus, è tornato in questa prova negli Stati Uniti. Mancato subito dalle scene appena dopo il suo ritorno ufficiale, era a sua volta un ‘rimpiazzo’, e tanti non ne hanno sentito la mancanza perché negli ultimi due mesi era stato sostituito da un debuttante davvero ottimo come Liam Lawson. Ironia della sorte, al suo ritorno, ha trovato il cartello ufficiale sopra al suo box con il cognome scritto male, “Riccardo” al posto di “Ricciardo”. Un nome di persona contro un cognome del sud Italia, che da sempre ha generato confusione nella sua carriera. E poi anche l’ordine d’arrivo non è dalla sua: forse gli farà ancora male la mano, forse ha un po’ perso l’occhio sulla pista, ma non è riuscito ad arrivare nemmeno dietro al suo modesto compagno Tsunoda, che si è posizionato in coda alla zona punti.

Un milione di dollari: multe quadruplicate, mai così alte nel motorsport

I piloti di Formula Uno sono rimasti scioccati e stupiti dalla nuova multa massima di un milione di euro (1,06 milioni di dollari) imposta dall’organo di governo dello sport. La modifica al Codice Sportivo Internazionale (ICS) è stata approvata durante una riunione del Consiglio Mondiale dell’Automobile della FIA a Ginevra. Il precedente tetto massimo di 250.000 euro non era stato rivisto o modificato da almeno 12 anni e secondo la direzione federale non riflette le attuali esigenze dello sport automobilistico. George Russell della Mercedes, direttore della Grand Prix Drivers’ Association (GPDA), ha tuttavia dichiarato che il nuovo tetto massimo “sembra osceno”. Altri piloti, come Charles Leclerc della Ferrari e Kevin Magnussen della Haas, hanno espresso la loro incredulità e hanno chiesto che il 100% delle multe sia destinato a una buona causa. Non bisogna dimenticare che la Formula 1 ha visto alcune delle multe più salate in assoluto in ambito sportivo.

Duecentesima gara ibrida: le statistiche ancora a favore di Mercedes

L’unica ‘consolazione’ a un dominio Red Bull che quest’anno è stato più duro che mai per gli avversari, i numeri ritraggono per il momento ancora un vantaggio da parte della stella a tre punte, che dal lontano 2014 conta 112 successi su 200 gare disputate. Visto che sul finire dell’estate Verstappen aveva infranto un record di vittorie consecutive e lo aveva parecchio ricalcato, Wolff non era stato zitto e aveva detto che non si era mai curato di Wikipedia e di certi numeri che ‘non legge nessuno’. C’è da dire che da qui al 2026 non si arriverà però a una trecentesima gara ‘ibrida’ e con la prossima generazione di regolamenti e nuovi team in arrivo, gli equilibri potrebbero essere totalmente differenti.

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