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Verstappen vince anche in Qatar, quinto Leclerc

Il pilota della Red Bull precede sul traguardo le McLaren di Oscar Piastri e Lando Norris: suo il terzo sigillo mondiale

di Alex D'Agosta

F1, a Suzuka vince Verstappen

4' di lettura

In un infernale caldo qatariota, Max Verstappen mette il sigillo sul terzo mondiale in carriera, giunto dopo 31 mesi di dominio sempre più incontrastato. Un titolo assegnato durante la gara Sprint, la versione ridotta a 19 giri che ha animato la sera del 7 ottobre con una bellissima prima vittoria in arancione McLaren per Oscar Piastri: grazie al ritiro di Perez, nonostante gli inferiori punti a disposizione, al nuovo «cannibale» della Formula 1 è bastato un secondo posto. Per lui il terzoc, come tanti giganti quali Stewart, Senna, Lauda, per un totale di 11 che hanno raggiunto almeno quota tre. A suo favore, per ottenerne molti altri, sicuramente c’è l’età, anche se in questo caso non raggiunge un record assoluto sotto ogni profilo: Vettel infatti era riuscito ad agguantare il terzo sigillo con maggiore anticipo.

Nonostante la possibilità di rilassarsi, non cambia l’impegno del neo campione: il giorno dopo Verstappen non perde un colpo e porta a casa una vittoria completamente tranquilla su entrambe le McLaren, che tuttavia si riconfermano la seconda forza in campo del week-end. Ma per loro non è stata una passeggiata. A ben vedere le Mercedes nell’ordine di partenza si trovavano molto meglio rispetto alla griglia della gara veloce: al termine della Q3 c’erano Russell secondo ed Hamilton terzo. Come in casa McLaren, il giovane più veloce del vecchio.

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Una lezione che questa volta Hamilton non ha preso benissimo, tant’è che ha creato un bel guaio in partenza: alla prima curva, il sette volte campione ha scelto un attacco molto veloce ed esterno. Scatto felino, ingaggio, superamento di Russell per pochi istanti, già in piena frenata, e poi un brutto colpo: Hamilton chiude troppo lo sterzo ma a destra non c’è spazio, pena colpire Verstappen. Il giovane compagno di squadra non può evitarlo e ad avere la peggio è il veterano. Salta una ruota, macchina fuori uso, safety car. Per fortuna, nessuna polemica: appena rientrato al paddock, da vero signore (non a caso, ha ricevuto il titolo di baronetto), Hamilton si è preso in pieno la colpa. Da lì Russell rientra subito per un pit-stop, quasi una condanna a farne uno più degli altri. Infatti in seguito fa bene la sua prova ma il gap è impossibile da chiudere. La storia è simile: Verstappen e le due McLaren hanno un passo imprendibile.

Russell ha fatto il possibile, nessuno può criticarlo, ma è fuori dal podio. Nulla ha potuto contro i due «arancioni», alfieri di Andrea Stella. Fatto che gli costa il sorpasso nel mondiale piloti, visto che ora Norris ha messo il muso una lunghezza più avanti, a quota 121, raggiungendo il settimo posto: ben più distante invece Piastri, che ha comunque concluso un fine settimana in Qatar sempre davanti al suo compagno di box (ma Norris partiva dietro e lo ha raggiunto a solo 1 secondo sul traguardo). E dopo la vittoria nella Sprint, anche il secondo domenicale è un best» nella sua carriera.

Pensando sempre a questa classifica, il pensiero più rammaricato va alla Ferrari, che dopo i punti persi vedrà sempre più difficile ambire al quarto posto piloti (Alonso è ora 30 punti davanti a Sainz) e probabilmente sfumerà anche il secondo fra i costruttori (Mercedes è salita a 28 punti di gap). Sainz non è nemmeno partito per un guaio tecnico al sistema di alimentazione del carburante. Per fortuna Leclerc è riuscito ad arrivare subito dietro ai grandi protagonisti, quinto, ma a quasi 39 secondi dal vertice e comunque a 33 secondi dal podio. D’altra parte fra umidità, track limits e set di gomme «tirati» fino all’ultimo centimetro possibile per non esagerare con i pit stop, non è stata una domenica semplice neanche per le strategie, complicate da una direttiva Fia dell’ultimo secondo per un raro ordine relativo al numero massimo di giri per ogni set di pneumatici. Il monegasco ha fatto comunque prova a sé perché Russell aveva completamente un altro passo. Ma ha avuto la meglio su Alonso, davanti a lui di una casella in partenza, che tuttavia ha finito con oltre 10 secondi di ritardo, anche a causa di un suo grave errore di guida. Merita menzione Ocon, settimo, anche se sempre più aggressivo e pericoloso. Con dietro incredibilmente ambo le Alfa Romeo a punti, capaci di tenere a bada un sempre più «bollito» Sergio Perez: vero che partiva dal fondo, ma ormai la sua è una crisi difficilmente sanabile.

La cosa che stupisce forse di più di questo gran premio è l’infinita fame ed energia di Verstappen. Non si può non notare che riesce a segnare il giro veloce all’ultimo dei 57 giri, in scioltezza, senza rischiare nulla, a pista libera. Un punto che non gli serve a niente, ma non ha intenzione di fare regali a nessuno, tanto più in uno scenario in cui il suo compagno di squadra non è lontanamente in grado di poterlo raccogliere. Ora, statistiche alla mano, si può serenamente ipotizzare che sia pronto a battere il record della scorsa stagione per il maggior numero di vittorie, a 15: cosa che non dovrebbe risultargli difficile considerando che ci sono ancora altre cinque gare da disputare.

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