ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùA Bruxelles il 23 e 24 marzo

Vertice Ue, dalla strategia per la competività al patto di stabilità: ecco cosa c’è nell’agenda. Le aspettative dell’Italia

Il Consiglio europeo sarà dedicato a vari temi, dalla strategia per la competività, dal patto di stabilità al green deal, mentre non sarà affrontato il tema dei migranti. Meloni rilancia la richiesta di scomputare gli investimenti per la transizione energetica dal rapporto deficit/Pil . E ottiene di evitare la discussione sul Mes

Consiglio Ue, Candiani (Lega): Italia non semplice spettatore

4' di lettura

Obiettivo: provare una linea comune sulle grandi sfide che, da qui a fine anno, attendono l’Europa, evitando lo scontro aperto. Il vertice dei 27 che si apre oggi è chiamato a dare un via libera politico alla strategia per la competitività targata Ursula von der Leyen in risposta al piano Biden. Un tema, quello della competitività, particolarmente sentito dal mondo delle imprese. «Bisogna lavorare – ha sottolineato al Sole 24 Ore Stefan Pan, delegato di Confindustria per l'Europa – per rendere l'Europa attrattiva e diventare il luogo migliore dove realizzare gli investimenti.

È questa la risposta per reagire alla doppia pressione degli Usa e della Cina, che sta rafforzando la sua industria, puntando sull'innovazione tecnologica. Il mondo delle imprese sta facendo sentire la propria voce, attraverso un dialogo costante con Bruxelles». Resta il fatto che mentre il sistema industriale Usa può contare su 300 miliardi di sussidi statali, la risposta dell’Europa si è limitata finora all’allentamento della normativa sugli aiuti di Stato che però favorisce Francia e Germania dal momento che noi non abbiamo risorse da mettere in campo.

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Risorse ad hoc per il net zero

Saranno un paio di convitati di pietra: la riforma del Patto di Stabilità e il capitolo ambientale che include, tra l’altro, il dossier nucleare. Sia sulla governance economica sia sulle tecnologie green Giorgia Meloni, non starà ad ascoltare. C’è un primo nodo che l’Italia ha già posto sui tavoli europei: il Net Zero (ossia “emissioni nette zero” di gas serra, allo scopo di contenere il riscaldamento climatico globale), condivisibile negli obiettivi, ha bisogno di essere alimentato da risorse comuni. Sul punto Roma non è sola. Meloni ne ha parlato in un colloquio telefonico con il premier polacco - e suo alleato - Mateusz Morawiecki ma sono almeno una ventina le capitali Ue che condividono la linea italiana. Al Pe, la rapida messa a punto di uno strumento comune unisce perfino la maggioranza di destra-centro e il gruppo S&d.

In ultima bozza riferimento a fondo sovranità

Del Fondo di sovranità europeo i vertici Ue parleranno a fondo solo al summit di fine giugno. Al momento mancano sia una proposta ad hoc della Commissione sia un largo consenso tra i 27. Ma l’ultima bozza delle conclusioni che i leader Ue adotteranno al termine del vertice contiene un riferimento esplicito al fondo. «Il Consiglio europeo - si legge - ricorda di aver preso atto lo scorso febbraio dell’intenzione della Commissione Ue di proporre un fondo di sovranità europeo entro l’estate 2023 per sostenere gli investimenti nei settori strategici dell’economia continentale».

Dubbi sul patto di stabilità

Ed è qui che il tema si interseca con la riforma del Patto. Sul Patto di stabilità prevale la prudenza. La proposta di riforma della Commissione Ue non soddisfa il governo italiano: il rischio è addirittura quello di «tornare indietro», spiega la premier. Dunque «faremo di tutto per migliorarla» dice Meloni che torna a rilanciare la richiesta di scomputare gli investimenti per la transizione energetica dal rapporto deficit/Pil. Per l’Italia il nuovo Patto non va visto come capitolo a sé stante rispetto alla strategia per una Ue competitiva e verde. Tradotto: chiedere investimenti sul dossier esige, soprattutto per chi ha poco spazio fiscale, una flessibilità nel percorso del rientro del debito.

«Oggi a tutti sono chiesti importanti investimenti per la transizione ecologica, digitale, per le catene di approvvigionamento strategiche. Non si può pensare che gli investimenti necessari a rendere competitivo il nostro sistema non siano tenuti in considerazione nella governance» ha detto la premier Giorgia Meloni arrivando al Consiglio europeo a Bruxelles. «Per noi sarebbe tragico tornare ai parametri precedenti, serve una governance più attenta alla crescita», ha aggiunto.

Nelle conclusioni del summit, salvo colpi di scena, sarà nuovamente garantita una certa flessibilità nell’uso dei fondi esistenti, ovvero RePowerEu, fondi di Coesione e soprattutto Recovery. Ma l’emergere della tensione con i Paesi ’frugali’, che chiedono invece benchmark rigidi per il rientro del debito, è dietro l’angolo. Per ora palazzo Chigi ha ottenuto almeno di evitare la discussione sul Mes, il meccanismo europeo di stabilità che attende la ratifica solo del nostro Parlamenyo.

Il tema del nucleare

Potrebbe trasformarsi infuocato il dibattito sulle tecnologie e fonti rinnovabili. Il nucleare, o meglio la sua inclusione, sarà certamente sul tavolo e l’impressione è che, seppur nella sua forma più avanguardista e ’pulita’, possa essere inserito nelle conclusioni del summit. Emmanuel Macron e Olaf Scholz ne parleranno in un bilaterale ad hoc.

Il dossier dello stop alle auto inquinanti

Possibile che, in quell’occasione, si affronti anche il dossier dello stop alle auto inquinanti dal 2035. Il Consiglio Ue farà di tutto perché del tema non se ne parli al summit, relegando la questione ad una trattativa tra Commissione e Berlino. Il muro tedesco, del resto, sembra meno invalicabile anche perché l’Ue ha recapitato a Scholz una proposta ad hoc sull’inserimento degli e-fuels. Fuori dal compromesso restano invece i biocarburanti cari al governo italiano. E, stando così le cose, la posizione di Roma resterà contraria.

Meloni: sì a obiettivi ma Ue non decida tecnologie green

Sul Fit for 55 la posizione che «ribadiremo è che fermo restando gli obiettivi della transizione che condividiamo, noi non riteniamo che l’Ue debba occuparsi di stabilire quali siano le tecnologie per arrivare agli obiettivi» ha detto la premier Giorgia Meloni arrivando al Consiglio europeo a Bruxelles. «La nostra mi pare una tesi di assoluto buonsenso e quindi confidiamo che possa passare, anche per quel che riguarda i biocarburanti», ha aggiunto.

Meloni: Tema immigrazione è considerato centrale in Ue, mi aspetto passi avanti

Di migranti se ne parlerà solo nel corso della cena, con il punto informativo di von der Leyen. Il capitolo, nell’agenda, è marginale. Ma qualcuno prenderà la parola. Lo farò l’olandese Mark Rutte. E lo farà Meloni, ponendo sul tavolo dei leader l’allarme per la crisi in Tunisia. Sui migranti «mi aspetto passi in avanti. Posso dire che sono soddisfatta della bozza di conclusioni, che chiede alla Commissione di precedere spedita», ha chiosato la premier Giorgia Meloni.

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