Via agli incentivi per i negozianti che ampliano attività
I Comuni fino a 20mila abitanti erogano i contributi agli operatori commerciali
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Qualcosa si muove sul fronte del sostegno al commercio di vicinato. A partire dal 1 gennaio 2020 è diventata operativa la nuova misura di promozione dell’economia locale introdotta dall’articolol 30-ter del decreto Crescita. E i Comuni fino a 20mila abitanti ne sono protagonisti: sono loro, infatti, chiamati a erogare direttamente i contributi ai privati commisurati all’entità delle tasse locali pagate. Su questo tema Uncem si era impegnata a fondo.
Come funziona il nuovo meccanismo incentivante? Possono beneficiare dell’agevolazione gli esercenti che procedono all’ampliamento di esercizi commerciali già esistenti o alla riapertura di esercizi chiusi da almeno sei mesi, situati nei territori di Comuni con popolazione fino a 20mila abitanti. A essere interessati sono gli esercizi di artigianato, turismo, fornitura di servizi destinati alla tutela ambientale, alla fruizione di beni culturali e al tempo libero, nonché di commercio al dettaglio, compresa la somministrazione di alimenti e bevande tramite esercizi di vicinato o medie strutture di vendita. A questo fine è necessario essere in possesso delle abilitazioni e delle autorizzazioni richieste per lo svolgimento delle attività.
Per gli esercizi il cui ampliamento comporta la riapertura di ingressi o di vetrine su strada pubblica chiusi da almeno sei mesi nell’anno per cui è chiesta l’agevolazione, il contributo è concesso per la sola parte relativa all’ampliamento medesimo. Restano escluse le attività di compro-oro, le sale per scommesse o che detengono al loro interno apparecchi da intrattenimento, le aperture di nuove attività e le riaperture conseguenti a cessione di un’attività preesistente da parte del medesimo soggetto che la esercitava in precedenza o, comunque, di un soggetto, anche costituito in forma societaria, che sia a esso direttamente o indirettamente riconducibile.
Quanto alle agevolazioni, si prevede l’erogazione di contributi nell'anno in cui avviene l’apertura o l’ampliamento degli esercizi e per i tre successivi, parametrati all’ammontare dei tributi locali dovuti dall’esercente e regolarmente pagati nell'anno precedente a quello nel quale è presentata la richiesta di concessione. Vi rientrano quindi Imu, Tasi, occupazione di suolo pubblico, tassa sui rifiuti, imposta comunale sulla pubblicità e anche il canone patrimoniale che debutterà nel 2021 e che assorbirà i tributi minori. Il contributo potrà arrivare sino a coprire il 100% delle tasse locali corrisposte. Le richieste dovranno essere presentate direttamente al Comune di riferimento dal 1° gennaio al 28 febbraio di ogni anno, con riferimento ai tributi pagati nell’anno di imposta precedente dal 2020. Il Comune è chiamato a effettuare i necessari controlli e i contributi sono concessi, nell’ordine di presentazione delle richieste, fino a esaurimento dei fondi.
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