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Via libera a Corte e Brevetto Unitario Sede centrale a Milano attiva dal 2024

Dal 1° giugno, gli utenti possono fare richiesta di un titolo di protezione europeo con effetto unitario – attraverso un’unica procedura, soggetta a un’unica tassa di rinnovo e nella stessa valuta – e potranno gestire le controversie con un unico sistema giuridico davanti al Tribunale unificato dei brevetti. Che, in attesa che sia ratificata anche la sede centrale di Milano, è partito con due sedi (Parigi e Monaco). A Milano, è già attiva la divisione locale. Dopo il placet, quella centrale partirà tra un anno

di Laura Cavestri

 La futura sede del Tribunale dei brevetti a Milano

3' di lettura

Chiuso il conto alla rovescia. Dal 1° giugno – dopo oltre dieci anni di gestazione – è ufficialmente in vigore il Brevetto Unitario (brevetto europeo con effetto unitario). Una tappa storica – 50 anni dopo la firma della Convenzione europea sui brevetti del 1973 – e un “ombrello” unico di protezione sui titoli di proprietà intellettuale in Europa. Dal 1° giugno, in pratica, gli utenti possono fare richiesta di un brevetto europeo con effetto unitario – attraverso un’unica procedura, soggetta a un’unica tassa di rinnovo e nella stessa valuta, e potranno gestire le controversie con un unico sistema giuridico davanti al Tribunale unificato dei brevetti (Upc).

Tribunale, che, anch’esso ha preso avvio ieri, creando, per la prima volta, un sistema di contenzioso centralizzato per i brevetti e la possibilità di intentare delle cause a livello europeo.

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Le sedi centrali del Tribunale

Al momento, ufficialmente, le sedi centrali delle Corti per il brevetto unitario restano due, Parigi e Monaco di Baviera (la Corte d’appello ha sede a Lussemburgo).

Questo perché l’adesione in extremis dell’Italia (si veda l’articolo del 18 maggio) alla proposta di Francia e Germania di istituire a Milano una sezione distaccata della Divisione centrale del Tribunale unificato dei brevetti (ma con meno competenze di quelle spettanti all’originaria sede di Londra) non crea un automatismo. Tutti sono d’accordo, a parole, ma si attende ancora una ratifica.

«La Divisione centrale del Tribunale, che ci auguriamo possa essere collocata a Milano, deve essere deliberata - spiega Marina Tavassi, ex presidente della Corte d’Appello di Milano e coordinatrice del Tavolo tecnico sul brevetto unitario – dal Comitato amministrativo che riunisce tutti gli Stati contraenti. La prima riunione è fissata per oggi. Ma non basterà. Se non ci saranno obiezioni, il voto arriverà alla seconda riunione. In ogni caso, ai sensi dell’articolo 87 del Trattato istitutivo, gli Stati aderenti hanno tempo sino a 12 mesi per presentare un’eventuale opposizione. Ciò significa che, nella migliore delle ipotesi, Milano, essendo già partita come sede della Divisione locale, potrà aggiungere la sede della Corte centrale solo a giugno 2024».

Cosa cambia

In pratica, il brevetto unitario consentirà di ottenere, con un’unica procedura centralizzata, una protezione brevettuale uniforme ed estesa in tutti gli Stati membri della Ue che hanno aderito al nuovo sistema.

Il nuovo Tribunale unificato, quindi, consentirà, con una sola causa, di ottenere una decisione efficace in tutti i Paesi europei, con meno costi e più certezza giuridica.

Per i brevetti già in essere, invece, a partire dal 1° marzo 2023 le aziende possono decidere se attivarsi ed esercitare l’opt-out – in questo modo rifiutando la giurisdizione esclusiva del nuovo tribunale e mantenendo lo status quo - oppure confluire nella giurisdizione esclusiva delle nuove Corti. L’opt-out varrà per i prossimi sette anni, (eventualmente prorogabili per altri sette). Anche qualora si eserciti l’opt-out, però, sarà sempre possibile rientrare nel sistema centralizzato attraverso la procedura di opt-in.

«Con questo passaggio – ha afferma António Campinos, il presidente dell’Epo (l’Ente europeo per i brevetti) – abbiamo, non solo, ridotto le barriere e livellato il campo di gioco con i nostri concorrenti in altre parti del mondo. Grazie a questo miglioramento, prevediamo un aumento del 2% nei flussi commerciali annuali e una crescita del 15% degli investimenti diretti esteri nei settori ad alta tecnologia»,

Per mantenere il brevetto unitario nei 25 Paesi Ue – spiega Epo – i costi passano dagli attuali 30mila euro in 10 anni a circa 5mila.

Tuttavia, i brevetti per cui le aziende hanno azionato l’opt-out (cioè l’esonero dalla giurisdizione delle nuove Corti) hanno raggiunto quota 500mila (su circa 1 milione).

«Il nuovo sistema rappresenta un passo avanti – spiega Cesare Galli, avvocato di Ip Law Galli – che migliorerà la certezza del diritto. Tuttavia, non sorprende che, proprio dall’industria farmaceutica, e dalla complessità dei brevetti che esprime, prevalga la maggiore prudenza. Soprattutto, in questa prima fase, appare loro troppo rischiosa l’ipotesi di perdere un brevetto, con una sola causa, in tutti i territori contemporaneamente».

««Lavoro a questo traguardo dal 2011 – ha spiegato l’avvocato Daniela Mainini – e sono certa che Milano ha nel suo Dna la capacità di utilizzare al meglio anche la nuova sede Centrale, quando partirà. Ma sarà decisivo avere una lista definita delle competenze (comunque residuali rispetto a Londra) per capire il reale “peso specifico” che il tribunale avrà».

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