Via libera al nuovo contratto della sanità privata, Aiop ratifica la preintesa
All’assemblea di Aiop Confindustria presente anche il ministro della Sanità Roberto Speranza che conferma l’impegno sulle risorse - Il presidente di Aiop Barbara Cittadini: «Le Regioni che ancora non lo hanno fatto, diano seguito agli accordi di compartecipazione del 50% agli oneri del rinnovo»
di Cristina Casadei
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Con la ratifica della pre-intesa per il rinnovo del contratto della sanità privata da parte di Aiop (insieme ad Aris, che ha già ratificato, sigla il contratto), si chiude un capitolo della contrattazione che, come dice il presidente nazionale dell’Associazione italiana ospedalità privata, Barbara Cittadini, riconosce «a lavoratrici e lavoratori della componente di diritto privato gli stessi diritti di quelli della componente di diritto pubblico, a conferma della piena e concreta integrazione delle due anime del Servizio Sanitario Nazionale». Dopo la pre intesa raggiunta lo scorso giugno da Aiop, Aris e dai sindacati è arrivato un blocco, dovuto alla mancanza di chiarezza negli impegni assunti dalla Conferenza Stato regioni in sede di preintesa. Sono seguite proteste e uno sciopero dei sindacati. E infine la ratifica di ieri che fa segnare un obiettivo atteso da oltre 14 anni. Per Cittadini «è il risultato della collaborazione virtuosa tra istituzioni e parti sociali, che segna il percorso per la costruzione della sanità del futuro».
All’assemblea di Aiop, nella cui sede è stata ratificata la preintesa che interessa oltre 100mila lavoratori, ha preso parte anche il ministro della Sanità, Roberto Speranza: «Si chiude una vertenza fin troppo lunga e si apre una nuova stagione di investimenti. Nel Servizio Sanitario Nazionale le persone sono sempre la risorsa più importante», ha detto il ministro a cui è andato il ringraziamento delle imprese, insieme al presidente della Conferenza Stato Regioni, Stefano Bonaccini. Da parte di entrambi è stato confermato l’impegno sul fronte del contributo pubblico e sull’attivazione delle Regioni per accelerare l’iter di approvazione delle delibere sulle risorse. Concretamente, adesso, le imprese si aspettano che «a fronte della responsabilità e dell’impegno dimostrati, le Regioni che ancora non lo hanno fatto, diano seguito agli accordi di compartecipazione del 50% agli oneri del rinnovo, rendendo sostenibile il nostro investimento nell’interesse del sistema sanitario nazionale», dice Cittadini.
Per i segretari generali della Fp Cgil, Serena Sorrentino, della Cisl Fp, Maurizio Petriccioli, e della Uil Fpl, Michelangelo Librandi la ratifica del contratto risponde allo sciopero nazionale del 16 settembre. «Avevamo già raggiunto l’intesa nel mese di giugno, questi mesi ulteriori nei quali è stato negato ai lavoratori il diritto al contratto rappresentano sicuramente una pagina non bella delle relazioni sindacali», scrivono in una nota congiunta. «Ora, fuori tempo massimo, aspettiamo la convocazione per la firma sul testo definitivo. Vigileremo sulla corretta applicazione di tutte le previsioni del nuovo contratto, azienda per azienda». Il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, sottolinea che «la ratifica da parte di Aris ed Aiop del contratto della sanità privata è una bella notizia per il Paese, frutto della mobilitazione di questi lavoratori che avranno ora le stesse tutele e le stesse garanzie della sanità pubblica. Va riconosciuto l’impegno davvero encomiabile profuso dal Ministro della Salute, Speranza che ha sostenuto con determinazione e coerenza la positiva chiusura di questa vertenza, insieme al Presidente della Conferenza delle Regioni Bonaccini. Ora servono più investimenti per rafforzare tutto il nostro sistema sanitario dopo tanti anni di tagli indiscriminati, utilizzando senza indugi e tentennamenti anche le risorse del Mes». Per il segretario della Cgil, Maurizio Landini, «dopo lo sblocco di questo contratto, che interessa oltre 100 mila lavoratori della sanità, è necessario aprire una nuova stagione per il rinnovo di tutti i contratti pubblici e privati che riguardano nel nostro Paese più di dieci milioni di lavoratrici e lavoratori».
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