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Via libera Ue al Just transition fund che destina 1,2 miliardi a Taranto e al Sulcis

La Commissione europea ha dato il via libera anche al Por Basilicata e al Pon Città metropolitane. Resta da approvare solo il Pon Capacità amministativa

di Davide Madeddu

(Stemoir - stock.adobe.com)

4' di lettura

Più di un miliardo e 200 milioni per disegnare il futuro del Sulcis Iglesiente e della provincia di Taranto, attraverso azioni che vanno dal risanamento ambientale alla produzione di energia verde con le rinnovabili all'idrogeno, per creare nuova occupazione.
L’opportunità arriva dall'Europa, nello specifico, con il programma Just transition fund (JTF) e i piani territoriali disegnati e realizzati in “coerenza”con il Piano integrato per l'energia e il clima. Dei 17,5 miliardi di euro disponibili nello scenario europeo, all'Italia vanno 1,029 miliardi di euro che diventano 1,211 con il contributo nazionale. Il via libera, con l'approvazione del Programma nazionale JTF 2021-2027 da parte della Commissione europea è arrivato il 16 dicembre, grazie ad uno sprint di fine anno che ha permesso il via al via libera anche al Por Basilicata e al Pon Città metropolitane. Resta “impigliato” il Pon Capacità amministrativa che sarà approvato a gennaio.

Due piani territoriali

Le risorse del JTF nazionale andranno per 367 milioni di euro al Sulcis Iglesiente e per 796 alla provincia di Taranto. Altri 48,4 milioni sono destinati all’assistenza tecnica. Diversificazione e sostenibilità sono le parole d’ordine e gli obiettivi di fondo del programma, la cui gestione è affidata all’Agenzia per la Coesione mentre le regioni Puglia e Sardegna sono gli organismi intermedi per la realizzazione sui territori. Saranno finanziati interventi per contrastare gli effetti della transizione «incrementando la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili per le imprese e le persone e intervenendo sulle situazioni di compromissione ambientale». Obiettivo del piano è «promuovere la diversificazione del sistema produttivo locale orientata a contrastare gli effetti della transizione» e «mitigare gli effetti sociali ed occupazionali della transizione». Il tutto nell'ambito di due aree che contano una popolazione complessiva di 700 mila abitanti per «supportare la diffusione di percorsi di sviluppo sostenibile, sostenendo in particolare i disoccupati e i lavoratori a rischio per effetto della transizione, le famiglie colpite dalla povertà energetica e le comunità locali chiamate a ridisegnare la propria fisionomia in una società decarbonizzata».

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Il Sulcis Iglesiente

Nel Sulcis Iglesiente, un’area che interessa 23 comuni (Buggerru, Calasetta, Carbonia, Carloforte, Domusnovas, Fluminimaggiore, Giba, Gonnesa, Iglesias, Masainas, Musei, Narcao, Nuxis, Perdaxius, Piscinas, Portoscuso, San Giovanni Suergiu, Santadi, Sant'Anna Arresi, Sant'Antioco, Tratalias, Villamassargia e Villaperuccio), il sostegno andrà alla promozione dell’energie rinnovabili, la costituzione delle comunità energetiche, la modernizzazione delle reti di trasporto e sistemi di dispacciamento e accumulo, oltre alla bonifica di siti da destinare a nuove attività economiche. Gli interventi di risanamento dovrebbero generare un percorso di economia circolare attraverso l'utilizzo di materiali riciclati. Interventi previsti anche in ambito agricolo, del turismo sostenibile e nell'economia dal mare.

Dall'idrogeno alla spirulina

Diverse le idee in campo nell'ambito dei programmi portati avanti nel Sulcis e al centro di schede di massima inviate alla Regione. Tra queste rientrano il progetto per la realizzazione di un cento di eccellenza per la produzione di energia pulita e quello per la predisposizione di un centro di accumulo. In campo poi anche un progetto per la produzione di alga spirulina nella miniera di carbone ora in fase di dismissione, e il trattamento e riutilizzo dei fanghi rossi. «La Sardegna è pronta a raccogliere la sfida della transizione verso un modello economico e produttivo al passo con i tempi - afferma il presidente della Regione Christian Solinas -. Il risanamento delle aree minerarie dismesse e la loro riconversione rappresenta un passo avanti importante per il futuro del Sulcis. La Sardegna sceglie con decisione la strada del green e dell'alta tecnologia e certamente la dotazione che viene oggi destinata è un concreto aiuto per un'azione a lungo raggio di riqualificazione, e apre nuovi scenari per uno sviluppo industriale diverso rispetto al passato, più rispettoso dell'ambiente».

Provincia di Taranto

Anche in questo caso punto di partenza è la produzione di energia da fonti rinnovabili, con un'attenzione particolare poi alla produzione di idrogeno. In campo poi attività per il risanamento di aree inquinate e la riconversione di forza lavoro fuoriuscita dal percorsi produttivi e la riqualificazione nella cosiddetta blue economy. A Taranto il Comune intende coinvolgere le industrie che nei giorni scorsi hanno sottoscritto un protocollo d'Intesa per programmi strategici. L'idea dell'amministrazione è quella di coinvolgere le grandi industrie nei progetti ritenuti strategici nell'ambito dei “4 assi” che integrano il piano locale predisposto nell’ambito del Just Transition Fund: rigenerazione urbana; rigenerazione ecologica; rigenerazione socio-economica; rigenerazione culturale. «La città - fa sapere in una nota il sindaco Rinaldo Melucci - è già interessata da iniziative molto impattanti e destinate a cambiare il suo volto. Ci farebbe piacere trasmettere l’idea che i soggetti industriali che hanno sottoscritto il protocollo siano gli stakeholder di questo percorso di transizione». Il piano territoriale per la provincia di Taranto coinvolge 29 comuni (Avetrana, Carosino, Castellaneta, Crispiano, Faggiano, Fragagnano, Ginosa, Grottaglie, Laterza, Leporano, Lizzano, Manduria, Martina Franca, Maruggio, Massafra, Monteiasi, Montemesola, Monteparano, Mottola, Palagianello, Palagiano, Pulsano, Roccaforzata, San Giorgio Ionico, San Marzano di San G., Sava, Statte, Taranto e Torricella.)

Per il momento non ci sono ancora progetti veri e propri ma schede con indicazioni di massima sugli interventi da seguire. La seconda fase del programma prevede la predisposizione dei bandi e quindi la presentazione dei progetti che dovranno essere compatibili con quanto previsto dalle linee guida indicati.

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