Via allo Spallanzani alla sperimentazione di Sputnik, il vaccino che viene dal freddo
Scienziati italiani e russi valuteranno l’efficacia sulle varianti e sull’uso come richiamo su chi ha ricevuto la prima dose di un altro
di Nicoletta Cottone
I punti chiave
- Cento dosi per partire
- La produzione del vaccino
- L’accordo per la produzione in Italia
- Vaia (Spallanzani): «É un virus vigliacco, vaccinatevi!»
- Come funziona Sputnik
- Il giallo in Slovacchia
- Via libera in India al vaccino russo
4' di lettura
Via alla sperimentazioni in Italia di Sputnik, il vaccino che viene dal freddo. Con la firma del memorandum di collaborazione scientifica con il centro di ricerca russo Gamaleya e con il fondo russo degli investimenti diretti, parte una doppia sperimentazione sul vaccino Sputnik. Sotto la lente degli scienziati italiani e russi sarà da una parte l’efficacia del siero russo sulle varianti, in particolare quelle brasiliana, sudafricana e inglese, e dall’altra l’uso del vaccino come richiamo in quelle persone che hanno ricevuto la prima dose di un altro vaccino come Astrazeneca, Pfizer o Moderna. Il vaccino vanta un prezzo contenuto: dieci dollari, quindi circa 8 euro e mezzo a dose. È già utilizzato in diversi paesi, anche a San Marino, che ne acquistate in un numero superiore a quello dei residenti. E ora viene pubblicizzato come primo Stato al mondo Covid free, dove non serve mascherina.
Verifica su varianti e in combinazione con altri vaccini
«La Regione Lazio e lo Spallanzani sottoscrivono questo accordo tecnico-scientifico - ha spiegato il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia, ai giornalisti davanti alla fontana dell’Istituto - che darà il via finalmente alle sperimentazioni con e su Sputnik». L'accordo prevede appunto la verifica del vaccino russo sulle varianti virali e l'uso di altri vaccini (tra cui Sputnik) dopo la prima dose con AstraZeneca.
Cento dosi per partire
Subito l’Istituto russo metterà a disposizione 100 dosi per partire. Il vaccino sarà dunque testato con 600 volontari, in varie formule: come seconda dose di richiamo dei tre vaccini che usiamo in Italia o come doppia dose di Sputnik, che utilizza due diversi adenovirus, uno nella prima e uno nella seconda dose. Nonostante il pressing di molte regioni, finora manca per il vaccino russo l’autorizzazione dell'Ema, l'agenzia europea del farmaco che invece ha già dato il via libera a Pfizer, Moderna, Astrazeneca e Johnson & Johnson, che atterra a Pratica di Mare proprio il 13 aprile con le prime dosi per l’Italia.
La produzione del vaccino
Il premier Mario Draghi, nel corso di una conferenza stampa il 23 marzo, ha chiarito che da un’indagine della commissione europea - che ha parlato con il fondo russo che ha in mano la proprietà della produzione del vaccino - emerge che « possono produrre un massimo di 55 milioni di dosi, di cui il 40% in Russia e il 60% in vari siti internazionali». L’Ema sta facendo una review delle componenti del vaccino e sembra che Sputnik dovrebbe essere disponibile in Europa nel secondo semestre 2021. Subito dopo queste dichiarazioni c’è stato un asse Mosca-Pechino per la produzione di 60 milioni di dosi in Cina.
L’accordo per la produzione di Italia
Intanto in Italia l’azienda Adienne Pharma&Biotech di Francesco Di Naro, che ha una sede legale in Svizzera e uno stabilimento a Caponago, vicino a Monza, ha siglato un accordo con il Fondo sovrano russo per avviare la riconversione delle strutture per poter entro qualche mese, a produrre Sputnik, il vaccino messo a punto dall'Istituto Gamaleya
Vaia (Spallanzani): «É un virus vigliacco, vaccinatevi!»
Il direttore sanitario dell’Inmi Lazzaro Spallanzani di Roma Francesco Vaia invita tutti a vaccinarsi. «Questo è un virus vigliacco, è debole con i più giovani e in salute mentre è aggressivo e letale con i più fragili e anziani. Scegliere quindi di vaccinare fin dall'inizio i più anziani e i più fragili è stata ed è un'idea giusta, perché oggi non sono più tollerabili i dati così alti dei decessi giornalieri. Il messaggio fino a ieri era: vaccinare, vaccinare, vaccinare; oggi il messaggio è fate presto a dotare le strutture sanitarie e noi operatori di vaccini e terapie innovative, a partire dagli anticorpi monoclonali per combattere, e vincere questa malattia. Anche per ridare agli italiani ulteriori spazi di vita. Fate presto!». La sperimentazione è stata confermata dall’assessore alla Sanità della regione Lazio Alessio D’Amato, nel bollettino al termine della videoconferenza della task-force regionale per Covid-19 con i direttori generali di Asl e aziende ospedaliere, policlinici universitari e ospedale pediatrico Bambino Gesù.
Come funziona Sputnik
Il vaccino russo a vettore virale sarebbe efficace nel prevenire lo sviluppo della malattia nel 91,6% dei casi, secondo quanto pubblicato sulla rivista “The Lancet”. La sperimentazione di fase III è stata condotta su oltre 20mila individui. Il vaccino è stato molto criticato per le opacità sui dati della sperimentazione e sui numeri di somministrazioni e decessi. Sputnik, come AstraZeneca e Johnson & Johnson sfrutta la tecnologia a vettore virale. In pratica è la combinazione di due vaccini. Obiettivo è far produrre al sistema immunitario gli anticorpi diretti contro la proteina spike di Sars-Cov-2. Da una parte c’è un virus reso innocuo, dall’altra una piccola porzione di Dna che serve a far produrre la proteina spike. La prima dose usa il virus Ad26, la seconda, a 21 giorni di distanza, usa Ad25.
Il giallo in Slovacchia
Sul vaccino pesa il giallo nato in Slovacchia, dove il premier Igor Matovic si è dimesso dopo le polemiche seguite all’acquisto di 2 milioni di dosi del vaccino russo mai utilizzate. É stato poi dichiarato che le fiale consegnate al governo di Bratislava e rimaste in magazzino, non conterrebbero il vaccino che era stato valutato in termini positivi a inizio febbraio da uno studio pubblicato su Lancet, secondo quanto riportato dal quotidiano slovacco Dennik. Il Sukl, l’Istituto nazionale per il controllo dei farmaci ha comunicato di aver analizzato i lotti del vaccino russo arrivati nel Paese e riscontrato che non avrebbero le stesse proprietà delle sostanze utilizzate nei test e negli studi pubblicati dalla rivista medica Lancet. Mosca ha risposto definendo quello della Slovacchia «un atto di sabotaggio» elaborato tramite «fake news». Il giallo ha aperto una cirsi diplomativa fra Russia e Slovacchia. L’Istituto slovacco, secondo gli inventori di Sputnik,avrebbe attuato una «una campagna di disinformazione» contro il vaccino russo. La Russia ha chiesto la restituzione delle dosi per presunte violazioni contrattuali. La Slovacchia - come segnala la newsletter sul Coronavirus dell’Istituto Spallanzani, curata da Salvatore Curiale - è stata la seconda nazione dell’Unione europea dopo l’Ungheria ad approvare il vaccino Sputnik V, nonostante la mancanza dell'approvazione da parte dell’Ema.
Il presidente argentino positivo dopo Sputnik
Il 3 aprile via Twitter il presidente argentino Alberto Fernández, vaccinato a gennaio con il vaccino russo Sputnik V, ha annunciato di essere positivo al virus.
Via libera in India al vaccino russo
Intanto il Guardian annuncia che l’India ha approvato il vaccino russo Sputnik V. Un dato confermato dal Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdif). L’India è a caccia di vaccini perchè ha superato il Brasile diventando la nazione con il secondo più alto numero di contagi al mondo dopo gli Stati Uniti.
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