BRUXELLES

Viaggi cancellati, la Ue all’Italia: rimborsi garantiti o avviamo procedura

In una lettera inviata ad alcuni governi europei, incluso quello italiano, la Commissione impone di rivedere le regole che permettono di non risarcire i viaggiatori rimasti a terra per l’allarme Covid-19

(Reuters)

2' di lettura

Bruxelles è pronta ad aprire una procedura di infrazione contro i paesi, inclusa l’Italia, che hanno accolto la richiesta di tour operator e compagnie aeree di non rimborsare i passeggeri per i viaggi annullati a causa del Covid-19.

Come già anticipato dal Sole 24 Ore del 15 maggio, i commissari alla Giustizia e ai Trasporti Didier Reynders e Adina Valean hanno inviato una lettera formale al nostro esecutivo chiedendo di rivedere la legge e permettere ai viaggiatori di scegliere fra il rimborso integrale o la fruizione di un voucher. Il governo ha tempo fino al 28 maggio per fornire una risposta soddisfacente al braccio esecutivo della Ue.

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Libertà di scelta tra risarcimento e voucher
In una intervista al Sole 24 Ore, lo stesso Reynders aveva anticipato il richiamo a un totale di 12 paesi Ue, tra cui l’Italia: «Voglio proteggere il diritto dei consumatori che possono godere del rimborso - ha detto Reynders . Abbiamo appena inviato a tutti i Paesi membri una raccomandazione nella quale abbiamo confermato questa regola, affiancata alla possibilità che la società proponga un buono, un voucher». L’obiettivo , ha detto Reyndes, «è di trovare un giusto equilibrio tra le necessità delle aziende di avere liquidità e il rispetto dei diritti del consumatore».

Reynders ha poi chiarito i requisiti dei cosiddetti «voucher» per i passeggeri: «Devono essere attraenti - ha detto - dovrebbero essere garantiti contro l’eventuale fallimento della società che offre il servizio; essere trasferibili a terzi; e durare un periodo lungo, 12 mesi, scaduto il quale la persona potrà comunque chiedere il rimborso». Visto che molte imprese turistiche hanno goduto di iniezioni di liquidità «grazie a una liberalizzazione degli aiuti di Stato» ha aggiunto Reynders, «possiamo essere rigidi nel difendere il diritto dei consumatori. Se non ci fosse nei Paesi la corretta applicazione delle regole europee apriremo una procedura d’infrazione».

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