Bergamotto di Reggio Calabria: storia, economia e futuro di un agrume prezioso
Escursioni, talk, workshop e degustazioni per la prima edizione di Bergarè, kermesse dedicata all’agrume più costoso del mondo. I “nasi” delle maison della profumeria internazionale, con produttori e trasformatori, hanno evidenziato le qualità del frutto e dell’essenza, snocciolando i numeri di un comparto milionario
di Donata Marrazzo
I punti chiave
- La storia del profumo e quella del bergamotto di Reggio Calabria
- I numeri dell’oro verde
- Demachy, tra i bergamotteti di Condofuri
- Il bergamotto e le industrie della profumeria
- Capua 1880, le essenze per tutti i profumieri del mondo
- Bergarè, una kermesse internazionale
- Bergamotti di Reggio Calabria a Villa Medici
- Ultima tappa in cucina
5' di lettura
I monaci erboristi lo utilizzavano a scopo terapeutico: il succo e l’essenza del bergamotto, anticamente, venivano impiegati come antiossidanti, antidepressivi o disinfettanti. Ma l’agrume più costoso del mondo, che cresce con eccezionali qualità organolettiche solo nella provincia di Reggio Calabria, entra nel mondo della profumeria alla fine del 1600 con la prima Acqua di Colonia creata da Giovanni Paolo Femminis, originario di Crana, frazione di Santa Maria Maggiore, emigrato giovanissimo in Germania: nel 1727 la sua “Aqua Mirabilis”, nata come essenza lenitiva, riconosciuta per le sue proprietà medicamentose dall’università della città della Renania, diventa la base di una soluzione alcolica profumatissima. È il primo profumo d’Italia. Il mercante Giovanni Maria Farina ne cura la commercializzazione in tutto il mondo.
La storia del profumo e quella del bergamotto di Reggio Calabria
La storia del profumo coincide con quella del bergamotto di Reggio Calabria: a ricostruirla è Ambra Martone, figura di spicco nel panorama della cosmetica italiana, presidente dell’Accademia del profumo, nell’ambito di Bergarè, una grande kermesse di quattro giorni organizzata nella città sullo Stretto, per celebrare il frutto la cui essenza è alla base del 95% di tutti i profumi. «Il bergamotto rientra nella grande famiglia olfattiva Chypre, una delle combinazioni più amate al mondo, con rosa o gelsomino e un fondo di labdano e patchouli», sottolinea Martone.
I numeri dell’oro verde
In un workshop partecipatissimo, organizzato all’interno del castello aragonese di Reggio Calabria, i “nasi” delle maison della profumeria internazionale, insieme a produttori e trasformatori, ne hanno evidenziato le qualità, snocciolando i numeri di un comparto milionario: 480 agricoltori riuniti nell’associazione Unionberg, con il coordinamento del Consorzio di tutela, che dopo la Dop per l’essenza, spingono adesso sulla stessa denominazione per il frutto fresco. Con 300mila quintali di raccolto l’anno, ricavano 30 milioni di euro. Sono ottomila gli addetti. Il frutto fresco viene venduto a 110 euro al quintale, 85 per il prodotto che va all’industria, ma il prezzo varia a seconda delle annate. L’80% della produzione di bergamotto è destinato infatti proprio all’industria profumiera, generando complessivamente volumi d’affari altissimi: «Si superano i 150 miliardi di euro. Basti pensare – spiega Ezio Pizzi, presidente del Consorzio dei produttori del bergamotto di Reggio Calabria - che per un flaconcino di Chanel servono solo 2 gocce di essenza del nostro agrume». Anche il mercato del fresco si sta allargando e raggiunge diverse piazze europee. Ora il bergamotto viene utilizzato come integratore (diversi studi scientifici hanno dimostrato che abbassa colesterolo e trigliceridi e contiene la glicemia), nelle cucine stellate e nella grande distribuzione.
Demachy, tra i bergamotteti di Condofuri
Il maestro profumiere di Dior e Chanel, François Demachy, originario di Grasse, creatore di fragranze entrate nella storia della profumeria, come Coco Mademoiselle ed Eau Sauvage (il profumo maschile più venduto al mondo), conosce bene le piantagioni di bergamotto di Reggio Calabria e tutta la filiera che ruota intorno al frutto. «Ho scoperto il profumo del bergamotto da bambino – racconta Demachy - perché mio padre era farmacista e produceva un olio abbronzate in cui incorporava l’agrume grezzo, cosa che oggi non si potrebbe fare. Ma quella fragranza mi è rimasta dentro. Il bergamotto è molto importante nella profumeria non solo per la sua fragranza intrinseca – continua - ma perché è capace di legare più elementi insieme. Per Eau Souvage, ad esempio, utilizzo la varietà di frutto che si trova nella frazione di San Carlo». Nel comune di Condofuri, nel cuore della Calabria Greca, San Carlo è una zona d’elezione per il bergamotto. Anche Luis Vuitton è interessato a quelle coltivazioni.
Il bergamotto e le industrie della profumeria
Alexandrine Demachy, moglie di François, presidente di Cosmo International Fragrances, con sede in Florida e un atelier a Parigi, consulente per le più grandi maison della profumeria, ogni anno torna a Reggio Calabria per approfondire i suoi studi sull’agrume calabrese. Ma questa volta ha portato a Bergarè - manifestazione lanciata dalla Camera di commercio di Reggio Calabria con il contributo del Consorzio di tutela - il punto di vista degli industriali della profumeria: «In tutte le aziende che producono essenze c’è sempre un po’ di Reggio Calabria. Il bergamotto si usa in tutto il mondo, nella profumeria è come il sale in cucina, ma è necessario che tutto il processo all’interno della filiera si mantenga naturale. Noi certifichiamo sempre la quantità e la qualità di bergamotto presente all’interno di un’essenza, ne indichiamo la provenienza. I consumatori vogliono sapere quali siano le materie prime contenute in ciò che acquistano. Nel 2022, ad esempio, i tre profumi maschili più venduti in Italia sono stati Eau Souvage di Christian Dior, Acqua di Giò di Giorgio Armani e Bleu de Chanel. Tutti contengono un’alta percentuale di olio essenziale di bergamotto. Eau Souvage ne ha il 10 per cento». E Shalimar di Guerlain ancora di più.
Capua 1880, le essenze per tutti i profumieri del mondo
L’attenzione a una filiera biologica e naturale di cui parla Alexandrine Demachy è una regola ferrea per Capua 1880, azienda che a Reggio Calabria da cinque generazioni è leader mondiale nella produzione e nella lavorazione del bergamotto e degli agrumi. Che già punta sulla sostenibilità per minimizzare gli sprechi e ottimizzare l’utilizzo delle materie prime, con politiche “zero waste”. Fra i suoi clienti, le principali multinazionali dell’industria profumiera, della cosmetica e degli aromi alimentari. Con due stabilimenti, 140 addetti, il coinvolgimento diretto in molte aziende agricole, e il conferimento del 50% del raccolto degli agricoltori di Unionberg, il suo fatturato supera i 75 milioni di euro.
Bergarè, una kermesse internazionale
Per la Camera di Commercio di Reggio Calabria, che ha lanciato la prima edizione di Bergarè, «l’evento rappresenta una grande occasione di confronto con realtà nazionali e internazionali – come ha dichiarato il presidente Ninni Tramontana – e fornisce tanti spunti di riflessione per la valorizzazione del territorio». Giovanna Pizzi che ha curato l’organizzazione e i contenuti delle quattro giornate – escursioni, workshop, talk e cene gourmet - ritiene che «il bergamotto, che piace alle grandi case del lusso, è però una concreta possibilità di sviluppo per la provincia di Reggio Calabria».
Bergamotti di Reggio Calabria a Villa Medici
A dimostrazione del grande interesse per l’agrume di Reggio Calabria, la presenza di Simon Garcia, segretario generale dell’Accademia di Francia Villa Medici a Roma, che ha annunciato l’allestimento di una mostra dedicata al bergamotto, con i coinvolgimento di diversi artisti, e la piantumazione degli alberi nel giardino di Villa Medici. «Un’iniziativa – dichiara Ninni Tramontana – per la quale daremo certamente il nostro contributo».
Ultima tappa in cucina
L’ultima tappa di Bergarè è stata in cucina, con gli chef stellati made in Calabria che si sono lasciati ispirare dall’agrume che profuma il mondo: Nino Rossi con un parfait di fegatini d pollo, biscotto affumicato, nocciola e bergamotto, Antonio Biafora con un sosfisticato tataki di pecora, cipolla bruciata e bergamotto, infine Riccardo Sculli con un’agrumata sublime pasta e patate al nero di seppia.
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