Viaggio nei luoghi iconici di Gucci a Firenze
di Silvia Pieraccini
3' di lettura
Nel 2021 festeggerà 100 anni di vita e di legame con Firenze, la città dove il marchio Gucci è nato (da un laboratorio di valigie fondato nel 1921 da Guccio Gucci in via del Parione) e da dove è partito per conquistare i fashionist mondiali. Ma anche la città che ancora oggi, nonostante il passaggio sotto le insegne del gruppo francese Kering, custodisce la governance, la produzione e l'immagine del brand della doppia G, al top tra le griffe italiane per vendite, redditività e valore (6,1 miliardi stimati nel 2017 dalla società Brand finance).
A Firenze Gucci fabbrica ancora gran parte delle proprie borse e portafogli, attraverso una fitta rete di laboratori esterni di pelletteria che si tramandano un sapere antico e prezioso. Vicino a Firenze, a Scandicci lungo l'autostrada A1, si trova il quartier generale che custodisce il ‘cervello' dell'azienda; e sempre a Scandicci, nello stabilimento ex-Matec appena ristrutturato, apre proprio in questi giorni il maxi centro di eccellenza (37mila metri quadrati) battezzato Gucci ArtLab che, per la prima volta, riunisce tutta la filiera della pelle, mettendo insieme la ricerca e lo sviluppo-prodotto su pelletteria e calzature, comparti solitamente gestiti in modo separato all'interno delle aziende. ArtLab è il segno di una forte innovazione a monte, sull'ideazione del prodotto. Ma anche a valle, sul terreno della commercializzazione, Firenze sta facendo da ‘cavia', o meglio da apripista, nella ricerca di nuovi modi di presentare-incuriosire-solleticare i consumatori.
In piazza della Signoria, a un passo da Palazzo Vecchio, all'inizio di gennaio - in occasione del Pitti Uomo - ha aperto Gucci Garden , lo spazio che incarna il nuovo corso del brand diventato negli ultimi tre anni ‘cult' per i giovani: più del 50% delle vendite oggi arrivano dai Millennials, un risultato difficile da prevedere prima del 2015 quando Marco Bizzarri, presidente e amministratore delegato, decise di affidare la direzione creativa allo stilista Alessandro Michele.
A dispetto del nome, Gucci Garden non è un giardino, ma una boutique-ristorante-archivio aziendale ospitato nello storico Palazzo della Mercanzia . E il nome “Garden”? “Un omaggio agli animali, ai fiori, alla natura che ispirano le collezioni Gucci”, spiegano alla maison. Animali e fiori che troneggiano sulle borse e sui foulard in vendita al piano terra, in un negozio-atelier che vuol trasmettere il senso dell'unicità a chi lo frequenta: le collezioni in vendita sono fatte apposta per il negozio fiorentino di piazza della Signoria, e non saranno vendute in nessun'altra parte del mondo, neppure online, promettono all'azienda. Sempre al piano terra c'è l'osteria firmata dallo chef stellato Massimo Bottura, ex compagno di scuola di Bizzarri: un bistrot semplice negli arredi, internazionale nell'offerta culinaria e verde nel colore, a ricordare che qui siamo nel Garden, aperto ai cambiamenti e alle diversità.
Ai piani superiori del Palazzo, è in mostra un assaggio del passato e del presente di Gucci, dalle valigie degli esordi alle pellicce ora messe al bando dalla maison, dalle borse-icona agli abiti del jet set internazionale, fino agli oggetti, video e ricordi che Maria Luisa Frisa ha riordinato nel percorso della Gucci Garden Galleria. “Sarà un luogo vivo, destinato a cambiare”, dice la curatrice marcando la differenza dal “vecchio” museo Gucci che finora era ospitato qui. E se in questi anni Firenze ha perso l'ufficio-stile di Gucci (trasferito a Roma ai tempi della stilista Frida Giannini) e lo show room con relative campagne vendita - che hanno lasciato il palazzo di via delle Caldaie, in Santo Spirito (oggi sede di rappresentanza del marchio), per migrare a Milano - è anche vero che la città ha comunque stretto il rapporto con la maison, che nel 2013 acquistò dal fallimento, per 13 milioni di euro, la storica fabbrica di porcellane Richard Ginori di Sesto Fiorentino. Quel marchio è stato poi trasferito in capo alla holding Kering, anche se le sinergie continuano e Richard Ginori oggi produce le ceramiche della collezione Gucci Decor.
Nell'ultimo anno la presenza di Gucci a Firenze si è allargata al patrimonio artistico, con la sfilata della collezione ‘cruise' che si è snodata tra le stanze e i dipinti della Galleria Palatina di Palazzo Pitti, mai utilizzata finora per eventi di questo tipo, e il finanziamento da due milioni di euro erogato dalla maison per il restauro del patrimonio botanico del Giardino di Boboli, 33 ettari che abbelliscono la reggia medicea di Palazzo Pitti.
L'ultimo omaggio alla città è contenuto nel biglietto d'ingresso alla Galleria Gucci Garden, 8 euro di cui la metà destinato a progetti di restauro a Firenze. “Gucci è un marchio globale con solide radici fiorentine”, ripete Marco Bizzarri, ben sapendo che il legame territoriale rappresenta un tassello strategico della storia che i marchi oggi devono saper raccontare.
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