Viaggio alla scoperta di Seoul, fra barbecue coreani, distillati e tanta arte
Con Patrick Lee, il direttore di Frieze Seoul, alla scoperta dell’anima urbana della capitale asiatica: grattacieli, mercati coperti e quartieri post-industriali.
di Silvia Anna Barillà
3' di lettura
Sono nato negli Stati Uniti da genitori coreani, ma vivo a Seoul da più di 20 anni, da quando, dopo l'università, sono arrivato qui con un primo breve contratto: non l'ho più lasciata. È una città che ha un dinamismo vitale, l'ho vista cambiare sotto i miei occhi, osservando una nuova generazione di giovani creativi trovare fiducia in se stessa ed emergere a livello globale. Ma, soprattutto, ho ritrovato i valori che i miei genitori mi hanno trasmesso: il rispetto per gli altri, in particolare per gli anziani, l'idea di contribuire al bene comune, l'empatia, l'equilibrio. Temi che si ritrovano anche nell'arte coreana, il mondo in cui ho sempre lavorato, prima come gallerista e oggi come direttore della fiera Frieze Seoul. In un certo senso, i coreani sono molto simili agli italiani: hanno il fuoco dentro, condividono i concetti di amore e reciprocità.
Sicuramente si assomigliano anche per l'importanza che attribuiscono al cibo. La cucina coreana ha una lunga tradizione ed è molto varia. Famoso in tutto il mondo è il korean barbecue: oggi a Seoul ci sono tanti ristoranti che lo reinterpretano con un tocco moderno, come Bicena, che si trova all'interno del Signiel Hotel dentro al Lotte World Tower, il grattacielo più alto di Seoul e quinto al mondo, da visitare, oppure Gaon, che è stato il primo ristorante coreano contemporaneo a ricevere una stella Michelin. Altri ottimi indirizzi sono Mingles e Mosu, il cui chef ha ricevuto recensioni entusiastiche. Ci sono anche ristoranti che rivisitano i piatti a base di kimchi, le verdure fermentate, come On 6.5. Per chi vuole immergersi nell'atmosfera locale, un luogo dove andare ad assaggiare la cucina tradizionale sono i mercati, come Kwangjang Market, famoso per i pancakes.
Percorrere la città non è sempre semplice, considerata la sua estensione, ma ci sono alcuni quartieri particolarmente affascinanti, che consiglio. Seoul ha lo stesso grado di sofisticatezza di Tokyo, ma ha anche un aspetto più ruvido, e io amo i quartieri che manifestano questa dicotomia. Per esempio, Seongsu-dong, che è un po' la Brooklyn cittadina, con un interessante accostamento di edifici industriali e novità (Dior a Mangwon ha diverse caffetterie e boutique ed è vicina a Hongdae, un quartiere molto giovane). Itaewon, dove c'è il Leeum Museum, ha bellissimi negozi e bar. Samcheong-dong, dove si trovano il museo MMCA e tante gallerie, è un'area verde e tranquilla, vicino al Bukcheon Hanok Village, con le tipiche casette antiche.
Chi volesse provare a vivere nelle abitazioni storiche, può alloggiare in uno degli alberghi della Rakkojae Hanok Collection. Sono il luogo ideale per un tuffo nel passato, ma anche per trascorrere momenti di tranquillità, meditando nei cortili interni, all'ombra dei pini. C'è poi il Korea Furniture Museum, un museo privato che raccoglie una collezione di 2.500 mobili antichi coreani, all'interno di un complesso di Hanok. Invece, agli appassionati di architettura e arte contemporanea, consiglio il Leeum Museum of Art, composto da tre edifici progettati da Rem Koolhaas, Mario Botta e Jean Nouvel, con un'incredibile collezione dall'antichità ad oggi. E il museo Amorepacific, dell'omonima società cosmetica, costruito da David Chipperfield.
Un modo per esplorare la storia coreana è quello di camminare lungo le mura della città, costruite alla fine del Trecento, da cui si gode di un panorama incantevole. Mentre per la storia recente c'è la zona demilitarizzata coreana, un luogo surreale che corre lungo il confine tra Corea del Sud e Corea del Nord, fungendo da cuscinetto. Agli amanti dello sport, consiglio una gita in giornata sulla costa orientale della penisola, dove si fa surf.
Di sera e di notte, il luogo di ritrovo sono i bar. Un souvenir perfetto sono le grappe e i distillati a base di riso, che vengono prodotti seguendo metodi tradizionali. Uno di questi è Khee Soju , di Eva Chow, la moglie del fondatore della catena di ristoranti Mr Chow, oppure Won Soju, del rapper Jay Park. Tra gli indirizzi più interessanti per bere e ascoltare musica ci sono The Edge, che ha un'ottima lineup di dj e, durante il giorno, è un negozio di dischi, il Kockiri Bar, un gay bar nell'area di Itaewon, oppure Crybaby. Per chi ama cocktail e sigari ci sono Pussyfoot Saloon e Iden House. La mattina successiva, non mancano le spa: la cosmetica coreana è l'ultima tendenza in fatto di beauty. Da non perdere il flagship store di Sulwhasoo, centro benessere incluso.
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