Vietnam, una nazione effervescente che offre incredibili opportunità
Un mercato attraente per le imprese occidentali grazie a stabilità, efficienza e reale ottimismo verso il futuro
di Roberto Guidetti *
3' di lettura
Il Vietnam suscita forti emozioni per i molteplici elementi che ce lo ricordano: la guerra che dal 1954 al 1975 impresse la percezione di questa nazione in tutto il mondo per i due decenni successivi; l’allineamento con il blocco Sovietico durante la guerra fredda, la progressiva industrializzazione e il recente arrivo sulla scena turistica globale. Vent’anni fa, tornando a Guangzhou in Cina dopo aver visitato Hanoi, l’impressione era di “rientrare” dopo una pausa in un altra dimensione: pochissimi stranieri, difficoltà di comunicazione accompagnate da sincere espressioni di benvenuto; grandi hotel o ristoranti internazionali non esistevano, ma la loro assenza era più che compensata da onnipresenti fornai, caffè e “pho” shops che servivano il caratteristico noodle vietnamita in brodo.
Nonostante alcune tensioni territoriali con la Cina, il Vietnam è legato ad essa non solo per il comune “socialismo con caratteristiche locali”, ma anche per motivi storici. Un professore dell’Università di Hanoi in un evento della Young Presidents Organization spiegò che il nome “Vietnam” identifica la popolazione “Viet del Sud”; alla domanda “Che è successo ai Viet del Nord?” il professore rispose: “sono tutti nel Guangdong, in Cina!”.
Le relazioni con famiglia e società' sono modellate su un ottica confuciana. La mentalità professionale è di lavorare sodo, nella sicurezza che determinazione e volitività daranno una vita migliore alle generazioni future. I vietnamiti appaiono spesso paradossalmente calmi nel contesto rumoroso e dinamico circostante. Bloccati nel traffico a Ho Chi Min City (Saigon), la guida locale sorrideva pacata; quando le fu chiesto se il rumore e il traffico non la infastidissero, rispose: “perché dovrei essere infastidita? Tutto sta migliorando in Vietnam!”.
L'economia è cresciuta di almeno il 5% l’anno negli ultimi vent anni e ha addirittura accelerato al 6-7% negli ultimi 5 anni prima dell’arrivo di Covid-19 nel 2020, che è stato gestito in modo efficace. Il Vietnam continuerà ad essere una delle economie più dinamiche in Asia: dominata da industria e costruzione per il 40%, il terziario continua a crescere a tassi più veloci ed è ora il 37% dell’economia seguito da agricoltura e allevamento per il rimanente 23%. Il governo ha fatto scelte giuste, favorendo la integrazione con il commercio globale, riducendo regole interne e costi per avviare nuove imprese, e investendo in infrastruttura e capitale umano.
La popolazione di 97 milioni di persone contiene una classe media stimata dai 33 milioni (Boston Consulting Group) ai 44 milioni (Nielsen), più che raddoppiata dai 15 milioni stimati nel 2016. È questa classe media che guida una rapida evoluzione nei consumi. Le aziende più famose sono ancora utilities tipo Viettel Telecom, Vietnam Post e VietinBank; aziende di beni di largo consumo come Unilever, Suntory, Pepsico; o aziende alimentari come la casearia Vinamilk, il cui impianto di produzione a 2 ore da Ho Chi Min City ho visitato 5 anni fa: già allora era una fabbrica “state of the art”, con produzione e logistica automatizzata e veicoli autonomi che si muovevano ordinatamente nella quasi totale assenza di personale.
Già un affermato centro per off-shoring delle attività produttive con costi inferiori alla Cina, ma paragonabile qualità ingegneristica, le recenti tensioni Cina - Usa hanno reso l’opzione vietnamita ancora più attraente. I marchi di successo sono in flusso continuo. Campaign Asia menziona che i marchi più in crescita nella loro “Top 100” sono Twitter, Louis Vuitton, Traveloka (un “Unicorno” dell’Indonesia per prenotazioni on-line di aerei, hotel, lifestyle), Tropicana, Starbucks.
Tra i nuovi brands in tendenza, il caso di Louis Vuitton sottolinea l’importanza di connettere il marchio globale con la realtà locale. Oltre a sontuose boutiques in Hanoi e Ho Chi Min City, l’azienda ha lanciato nella sua serie “The Spirit Of Travel” una nuova campagna marketing con i più noti siti turistici locali, come Ha Long Bay, Hoi An, che ha riscosso grande successo.
Qual è l’imagine dell’Italia e dei marchi italiani? Un’analisi dell’Ambasciata d’Italia di Hanoi con RMIT International University presso 600 intervistati confermava già' qualche anno fa una immagine molto positiva. L’Italia è percepita come una nazione avanzata (96%), famosa per ambiente e cultura (90%). L’attrazione per marchi italiani (85%) è seconda solo agli Usa (89%) e davanti a Francia (83%) e Corea (66%); i marchi italiani sono percepiti di lusso (83%) ma con “good value for money” (70%) e i più famosi sono Piaggio, Gucci, Ferrari, Dolce & Gabbana, Ariston, Versace, Cavalli, Armani, Fiat.
In conclusione una nazione con incredibile potenziale. I vietnamiti sono pratici ma alla moda, con crescente potere d’acquisto e un assoluto ottimismo sul futuro, che come in Cina sembra destinato a continuare con la crescita economica nei prossimi anni.
* Ceo di Vitasoy International Holdings
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