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Vigilantes e addetti alle pulizie, con il ritorno in ufficio sono tra i lavoratori più ricercati

L’Osservatorio sul mercato del lavoro in somministrazione di iziwork ridisegna la mappa dei professionisti più richiesti nel post pandemia. A Torino boom di personale per eventi, mentre a Milano di cuochi e camerieri. Che, però, non si trovano

di Cristina Casadei

(Small365 - stock.adobe.com)

2' di lettura

Con il rientro negli uffici cambia la mappa delle occupazioni del lavoro in somministrazione. Quasi un quarto delle posizioni aperte a livello nazionale oggi riguarda infatti office manager, receptionist, addetti alla vigilanza e alle pulizie, secondo quanto emerge dall’Osservatorio sul mercato del lavoro in somministrazione di iziwork su 650 aziende e su un data base di circa 500mila professionisti.

La ripartenza degli eventi ha invece generato una forte crescita delle ricerche di personale per gli eventi, dai concerti, alle fiere e agli spettacoli dal vivo che hanno trainato l’occupazione giovanile anche nel periodo estivo. In particolare emerge il caso Torino dove la ricerca di hostess, steward e lavoratori per eventi pesa addirittura per il 40%. Corrieri, magazzinieri, mulettisti e autisti spinta continuano ad essere ancora nella top ten delle professioni più ricercate, grazie ad acquisti online, e-commerce e home delivery. Se queste sono oggi le figure più richieste, dall’Osservatorio di iziwork risultano invece in calo le ricerche di operai e addetti di produzione nel comparto industriale e manufatturiero, che sono passate dal primo al terzo posto fra i settori che generano più impiego.

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Il settore che risulta invece più problematico per via del disallineamento tra domanda e offerta e l’Ho.re.ca: in una città come Milano, il 20% delle offerte di lavoro riguarda cuochi, camerieri, aiuto cuochi e lavapiatti. Se le ricerche in questo ambito sono in forte ripresa, l’Osservatorio registra però che mancano i candidati.

Se guardiamo alla cartina geografica, allora la domanda risulta più elevata in territori ad alta densità produttiva, come il Friuli-Venezia-Giulia, in cui raggiunge il 67,5% delle richieste di personale, in Lombardia nelle province di Bergamo e Brescia e in Emilia-Romagna, mentre è più contenuta in Veneto e in forte calo a Torino e in Piemonte. A pesare sul dato del Piemonte, è soprattutto la battuta d’arresto del settore automotive e della produzione metalmeccanica, causata dalla scarsità di materie prime, dall’aumento dei costi e dalle turbolenze sull'intera supply chain e catena produttiva.

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