Villa Russiz, i vini del Collio e l'impegno sociale
di Emanuele Scarci
3' di lettura
Villa Russiz evoca subito i vini della Fondazione, bianchi e rossi, di origine autoctona e internazionale. Ma, per chi non lo sapesse, Villa Russiz è anche la casa famiglia che ha ospitato, in molti anni, migliaia di bambini in difficoltà.
“Con i proventi dell'attività vitivinicola e l'ospitalità - sottolinea il direttore generale Giulio Gregoretti - ammontanti all'incirca a 3 milioni l'anno, riusciamo a far fronte alle spese della casa famiglia. Insomma rispettiamo l'obiettivo statutario di Villa Russiz. Tuttavia ai nostri agenti commerciali raccomandiamo ogni giorno di non confondere le due cose. E di astenersi, nei contatti con i clienti, di riferire che i proventi commerciali saranno destinati all'assistenza dei ragazzi in difficoltà”.
Era il 15 febbraio 1868 quando, con le nozze tra Elvine Ritter von Zahony e Theodor de La Tour, nasce Villa Russiz, nell'attuale comune di Capriva, nel Goriziano. La dote di Elvine è Villa Russiz: una zona vocata soprattutto alla coltivazione della vite e alla produzione di vini di qualità. Oggi tra le colline pettinate dai filari, l'azienda agricola dispone dei 100 ettari, 50 dei quali sono coltivati a vigneto.
Le strade dei vini
Villa Russiz è inserita nel progetto della regione Friuli Venezia Giulia “La strada del vino e dei sapori”. Quali vini? Sono quelli della Doc Collio e per i cru il Sauvignon de La Tour, il Gräfin de La Tour, uno chardonnay; il Graf de La Tour, un vellutato merlot e il Cabernet Sauvignon Défi de La Tour.
Les Enfants, unica eccezione alla Doc, è un uvaggio che nel nome ricorda lo storico l'impegno sociale dell'azienda; nel gusto ripropone le sfumature più tipiche del territorio del Collio grazie alle uve di Pinot bianco e grigio a cui si sommano piccole percentuali di Ribolla e Sauvignon che ne completano armonia e freschezza. Enologo è Giovanni Genio, con il team di Villa Russiz coordinato da Giordano Figheli, con 44 vendemmie alle spalle.
Da villa a ospedale militare
Già nel 1877 la proprietà si presentava come un insieme di edifici con due poli principali. Da una parte l'azienda agricola con cantina e scuderie, dall'altra la villa-castello con il parco, il collegio, la chiesa e la filanda. Durante la Grande guerra il parco è trasformato in un ospedale da campo dall'esercito italiano: vengono realizzati nuovi terrazzamenti a sud e ingranditi quelli esistenti. Ai piedi della collinetta viene creato anche un cimitero di guerra che raccoglie le spoglie di 650 caduti.
L'attività vinicola e di casa famiglia procede normalmente per molti anni. Attualmente la villa-castello Russiz dispone di un'area accoglienza per i visitatori, gli uffici amministrativi e direttivi. Alcune sale sono utilizzate per i corsi master e post-laurea della scuola internazionale Mib School of management di Trieste.
La crisi
Nel 2015 iniziano i problemi: la Regione azzera il Cda di Fondazione Villa Russiz e inietta, con procedura d'urgenza, 500mila euro, necessari per pagare gli stipendi (in ritardo) e provvedere ai pagamenti delle forniture. Insomma Villa Russiz è già scivolata sotto la tenda ad ossigeno. La struttura è da anni un Istituto per l'assistenza e la beneficenza (Ipab) e la Regione Friuli Venezia Giulia si fa garante della continuità: accerta che a fronte di 3mila euro di liquidità nelle casse c'è una posizione finanziaria netta negativa per 4 milioni.
Il 5 agosto 2015 viene nominato commissario straordinario il commercialista udinese Marco Craighero, il cui mandato scadrà il prossimo 31 luglio. Dopo due anni di procedura, ora ci si aspetta che il commissario abbia rimesso in equilibrio la gestione e l'attività di Villa Russiz possa continuare per deliziare, da un lato, i palati dei consumatori e, dall'altra, garantire l'assistenza ai ragazzi bisognosi. Ma lo si saprà solo nelle prossime settimane.
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