VinFast, tre sedute da brivido al Nasdaq. Che cosa non ha funzionato?
Valore crollato da 85 a 36 miliardi di dollari. Il patron della casa di Hanoi ha preferito la via della Spac all’Ipo, nonostante i numerosi precedenti negativi proprio nel settore delle auto elettriche
di Alberto Annicchiarico
2' di lettura
Non si può certo dire che non sia stato tormentato il debutto al Nasdaq Global Select Market del produttore di auto elettriche vietnamita VinFast. Al pronti via di martedì il titolo della matricola quotata attraverso la fusione con la Spac Black Spade è decollato del 255% a 37 dollari. La capitalizzazione ha superato gli 85 miliardi di dollari, oltre le big tedesche, il doppio di Ford e Gm. Nelle tre sedute successive, però, il vento è cambiato. Sempre in rosso con perdite pesanti e valore crollato. La seduta di venerdì è stata particolarmente volatile, visto che dopo un minimo sotto i 12 euro e un andamento da ottovolante, le azioni VinFast si sono riaffacciate in area 16 euro per poi ricadere a 15.40 (-23%) in chiusura. Capitalizzazione circa 36 miliardi.
Le ragioni sono molteplici. Secondo Spac Research, più del 90% degli investitori di Black Spade si è ritirato prima del completamento dell’operazione (il secondo più grande accordo di M&A del 2023). Pochissime azioni sono rimaste disponibili per il trading , anche perché il fondatore e presidente Pham Nhat Vuong controlla la quasi totalità della società, il 99%. Questo ha posto le basi per l’alta volatilità.
Il developer e miliardario vietnamita (ma anche il suo patrimonio, ovviamente, ne ha risentito, assottigliandosi di oltre il 50% a 20 miliardi) è alla guida della più importante conglomerata del Paese, Vingroup. Il tycoon ha scommesso sulla quotazione attraverso una Spac, veicolo d’investimento che raccoglie capitali e porta in Borsa una società target attraverso una fusione. Dopo avere depositato alla Sec il dossier per l’Ipo (che ha ritirato). Solo il tempo potrà dire se è stata una scelta azzeccata. I dati dicono che il momento d’oro delle Spac è stato nel terzo trimestre del 2021. Gli investitori, però, non hanno visto i risultati sperati e le operazioni sono molto diminuite.
Negli Stati Uniti, in 279 fusioni tra matricola e Spac, secondo i dati raccolti da EY in “Ipo Trends 2022”, addirittura nel 93% dei casi il prezzo è poi risultato inferiore a quello del primo giorno di trading. EY nel documento attribuisce alle condizioni di mercato e al quadro normativo molti dei problemi delle Spac. Tra il 2022 e la metà dell’anno in corso è andato incontro a liquidazione l’80% delle 480 Spac alla ricerca di target negli Usa. E S&P Global a giugno ricordava che «molte delle società di veicoli elettrici quotate via Spac - come Canoo, Faraday, Arrival, Lucid - hanno avuto bisogno di emettere azioni a sconto».
Al veicolo Spac e alla volatilità del titolo potrebbero aggiungersi altre ragioni. Secondo Jason Benowitz, senior portfolio manager di Roosevelt Investment Group, «potrebbe essere difficile commercializzare e vendere con successo negli Stati Uniti (dove VinFast vuole avviare la produzione dal 2025, ndr) veicoli prodotti e venduti in un mercato emergente come il Vietnam, dove le caratteristiche e le funzionalità richieste dai consumatori sono in genere molto diverse». In più «la società ha dichiarato che intende raccogliere capitali da investitori globali nei prossimi 18 mesi, scelta che potrebbe mettere a rischio la sua valutazione».
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