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Vino, il Consorzio Valpolicella vince la Guerra dell’Amarone

Via all’applicazione della sentenza del Tribunale di Venezia

di Vincenzo Chierchia

(Rido - stock.adobe.com)

2' di lettura

In vino veritas. Nuovo capitolo della complessa vicenda che ha visto contrapposti da anni i grandi produttori di Amarone al Consorzio di una delle Docg più note nel mondo. Il Consiglio di amministrazione del Consorzio tutela vini Valpolicella ha deciso all'unanimità, come si annuncia in una nota, di dare corso integralmente a quanto disposto dalla sentenza 4333/2019 della Corte d'appello di Venezia in merito alla causa civile promossa in appello dalla compagine Le Famiglie storiche e dalle sue aziende associate.

La sentenza

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Nel merito, la sentenza ha respinto l'appello delle Famiglie
storiche (ex Famiglie dell'Amarone d'arte) e conferma
integralmente e in ogni sua parte quanto stabilito dal giudizio
di primo grado. Il Consorzio tutela vini Valpolicella, nel
ritenere doveroso procedere in ragione dei princìpi e dei doveri
statutari attribuiti dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, considera esemplare e destinato a fare
giurisprudenza internazionale quanto accertato dalla sentenza in
materia di difesa e tutela di patrimoni collettivi quali sono le
denominazioni. L'auspicio è che «d'ora in poi vi sia una presa
di coscienza dei singoli tornando a discutere in modo corale e
più sereno della crescita della denominazione».

Stop alle Famiglie dell’Amarone d’arte

Nel merito, precisa il Consorzio Valpolicella (che comprende viticoltori,
vinificatori e imbottigliatori della zona di produzione dei vini
della Valpolicella, un territorio che include 19 comuni della
provincia di Verona) «la Sezione specializzata in materia
d'impresa presieduta da Guido Santoro ha confermato tra l'altro
gli atti di concorrenza sleale, ha ribadito il divieto
all'utilizzo del nome “Famiglie dell'Amarone d'Arte” oltre alla
conseguente nullità del marchio e del cosiddetto “Manifesto
dell'Amarone d'arte”. Resta poi confermato l'obbligo di rimozione dalle etichette del marchio ormai nullo e quello di pubblicazione della sentenza su 2 tra i principali quotidiani italiani con spese a carico dei convenuti».

La Corte d’Appello di Venezia «boccia» l’Euipo

La Corte d'Appello - prosegue la nota del Consorzio Valpolicella - ha infine bocciato anche la valutazione sulla validità del marchio della compagine privata espressa dall'ufficio Euipo (Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale).

Le parti in causa

Come parte appellata, assieme al Consorzio tutela vini
Valpolicella c’erano le aziende: Roccolo Grassi, Zymè, Cantina di
Colognola ai Colli, Cantina sociale di Soave, Cantina vinicola
Sartori, Corte Figaretto, Corte Rugolin.

Tra gli appellanti, oltre alla compagine associativa Le Famiglie Storiche, anche le singole aziende aderenti: Tedeschi, Begali, Brigaldara, Corte
Giara (Allegrini), Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Venturini
Massimo, Speri, Tenuta sant'Antonio, Tommasi e Zenato.

Riproduzione riservata ©

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