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Vino, giacenze ai massimi dal 2000: +10% le Dop

Cala l’export extra Ue nel primo semestre, cresce la Russia

di Alessio Romeo

2' di lettura

Record di stock in cantina a fine luglio ed export verso i Paesi extra-Ue in peggioramento, specie negli Usa, per le imprese italiane del vino. Lo rileva l'osservatorio Uiv-Vinitaly che ha elaborato i dati di Cantina Italia (Masaf) sulle giacenze e le vendite nei Paesi terzi nel primo semestre 2023 secondo le ultime rilevazioni delle dogane.

La vendemmia 2023 si apre con una giacenza di vino in cantina pari a 45,5 milioni di ettolitri, l'equivalente di oltre 6 miliardi di potenziali bottiglie da 0,75 litri. Il dato riflette un'eccedenza del 4,5% rispetto allo scorso anno a causa in particolare di un incremento senza precedenti degli stock per i vini di maggior qualità, con le Dop a +9,9%. L'altro indicatore di mercato, rileva l’analisi, è anch'esso complicato, con la domanda extra-Ue in ulteriore contrazione. Tra i top 10 buyer (che insieme rappresentano circa l'85% del mercato extra-Ue) l’export in volume cresce solo verso la Russia, con cali quantitativi a doppia cifra per Usa, Canada, Giappone, Norvegia, Cina e Corea del Sud.

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Complessivamente la riduzione tendenziale nella prima metà dell'anno segna un -9% a volume e un -5% a valore, con gli spumanti giù del 13% e i fermi imbottigliati a -5%. Per entrambe le tipologie, il trend a valore indica un gap del 4%, ma mentre per gli sparkling l'aumento del prezzo medio è in linea con il surplus dei costi produttivi (+10%), lo stesso non si può dire per i fermi (+1%). Per il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi «sulla prossima vendemmia pesa una congiuntura che si sta manifestando in tutta la sua complessità. Comprendiamo la volontà da parte delle nostre imprese di mantenere le quote di mercato, ma abbassare i prezzi rischia di diventare un pericoloso boomerang. Il fenomeno crescente dei prodotti a private label e gli imbottigliamenti del nostro vino fuori dall'Italia contribuiscono all'erosione del valore aggiunto».

Vinitaly, aggiunge l'ad di Veronafiere, Maurizio Danese «può intensificare la costruzione di ponti commerciali con l'estero, in particolare nelle relazioni con i mercati extra-Ue, a partire da quello americano dove saremo partner della Camera di Commercio di Chicago per l'International Wine Expo».

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