Vino, la riforma europea delle indicazioni geografiche spazzerà via i «Prosek»
Paolo De Castro, membro della Commissione Agricoltura dell’Europarlamento e relatore della riforma dei prodotti Dop e Igp: il vino alla pari degli altri prodotti alimentari a marchio Ue
di Giorgio dell'Orefice
3' di lettura
In dirittura d’arrivo la riforma delle indicazioni geografiche che conterrà anche il vino alla pari degli altri prodotti alimentari a marchio Ue e chiuderà definitivamente due spinose questioni che riguardano da vicino l'Italia: quelle sui termini “Prosek” e “Balsamico”. Due vicende che hanno opposto l’Italia rispettivamente alla Croazia e alla Slovenia e che invece saranno risolte proprio con la riforma dei prodotti a indicazione geografica. A darne notizia è l’europarlamentare Paolo De Castro, membro della Commissione Agricoltura dell’Europarlamento e relatore della riforma dei prodotti Dop e Igp. «Le due questioni terminologiche saranno risolte alla radice – spiega De Castro – infatti nel testo è stato previsto che è vietato a uno stato membro utilizzare come menzione tradizionale un termine che è una indicazione geografica di un altro stato membro come sarà vietato evocare Ig di altri Paesi. Si chiude così definitivamente una vicenda che ha fatto molto discutere in Italia ma che era osservata con una qualche preoccupazione anche da parte della Francia».
Rafforzate le tutele
Ma la riforma delle Ig è soprattutto molto altro oltre le controversie su termini contestati. «Ci sono diverse novità importanti – aggiunge il relatore del testo presso la Commissione Agricoltura dell’Europarlamento -. Innanzitutto, abbiamo risolto la questione dell’inserimento o meno del vino all'interno della riforma di Dop e Igp. Il vino sarà inserito a pieno titolo ma contemporaneamente ne verranno rafforzate le specificità all’interno dell’Organizzazione comune di mercato relativa allo stesso vino. In sostanza il settore vitivinicolo otterrà una doppia protezione. L’Ocm sarà il regolamento base di legislazione vitivinicola e saranno trasferite all’Ocm le norme tecniche. Mentre nel regolamento sulle Ig confluiranno tutte le regole orizzontali relative, ad esempio, a protezione e tutela e al ruolo dei consorzi che saranno chiamati a svolgere funzioni di regolazione dell’offerta ma potranno recitare un ruolo di primo piano anche sulle iniziative di carattere turistico che riguardano la denominazione. Altre novità importanti coinvolgono poi la tutela “ex officio” ovvero l’istituto che richiede a uno Stato membro di intervenire in difesa di una Dop anche di un paese diverso, ad esempio, nel caso in cui venga ravvisato un falso su uno scaffale della grande distribuzione. Tale tutela, introdotta circa dieci anni fa adesso si estenderà dal monitoraggio della grande distribuzione anche alle contraffazioni on line con la possibilità di intervenire su siti e domini sui quali sono in vendita false Dop o Igp. Ci sarà un giro di vite sull’utilizzo di prodotti Dop e Igp come ingredienti di prodotti trasformati e sul loro utilizzo come brand civetta nella grande distribuzione senza che sia stata richiesta la necessaria autorizzazione al consorzio di tutela. Infine, ma non meno importanti, sarà introdotto l’obbligo per i prodotti a Indicazione geografica protetta di utilizzare almeno il 50% delle materie prime prodotte nel paese cui appartiene il marchio Igp e sarà previsto l'obbligo di indicare in etichetta il nome del soggetto produttore. Quindi non basterà scrivere ”Parmigiano reggiano Dop” ma occorrerà indicare anche il nome del singolo caseificio».
Il testo della riforma di Dop e Igp sarà esaminato dalla Commissione Agricoltura dell'europarlamento riunita a Strasburgo il prossimo 20 aprile. Il 31 maggio invece è in calendario il voto in plenaria. «Dopo partiranno i Triloghi tra Commissione, Consiglio Ue ed Europarlamento – conclude De Castro -. Ne prevedo due ancora sotto la presidenza svedese e almeno uno sotto quella greca e mi auguro che per settembre o ottobre la riforma sia definitivamente approvata».
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