Vino, vendite nei supermercati in crescita del 7%. Export giù del 4,6% (Francia -18%
Analisi di Iri per Vinitaly nell'ambito di Wine2Wine Exibition: gli acquisti dei primi 10 mesi del 2020 sono saliti del +5,3% in volume e del 6,9% in valore
di Giorgio dell'Orefice
4' di lettura
Più che nell'aria era praticamente certo: e cioè che nel corso del lockdown (ma anche dopo) le vendite di vino nella grande distribuzione, complice la chiusura di bar e ristoranti, fossero aumentate. Quello di cui non si aveva notizia era la dimensione. Ebbene, nel corso dei primi 10 mesi del 2020 le vendite di vino sugli scaffali sono cresciute del 5,3% in volume e del 6,9% in valore con un incremento significativo anche sul fronte dei prezzi (+1,4) e di calo delle promozioni (-3%).
I numeri emersi da un'indagine effettuata da IRI per Vinitaly sono stati resi noti nel corso della 16° edizione della tavola rotonda “Vino e Grande distribuzione di fronte al cambiamento”, organizzata da Veronafiere nell'ambito di Wine2Wine Exibition
La crescita, sospinta dalle vendite eccezionali nel trimestre primaverile del lockdown e dalle chiusure di bar e ristoranti, si è tradotta in una buona performance degli spumanti, dei vini Doc e in una discreta progressione dei vini da tavola in una sorta di “testacoda” qualitativo.
I vini più venduti
Sono infatti cresciute (+13,6%) le vendite dei vini di categoria medio/alta ovvero della fascia di prezzo tra 7 e 10 euro e dell'8,7% per quelli della fascia di prezzo tra 5 e 7 euro. Gli spumanti sono aumentati complessivamente del 10,4%, nonostante un crollo registrato in aprile. Ma insieme ai vini di qualità sono aumentate anche gli acquisti di vino comune (+4,2% in quantità), e a marchio delle insegne distributive.
Le private label del vino sono aumentate dell'8,7% con un picco del 10,8% per gli spumanti a marchio del distributore. Ottime performance anche per i vini biologici che rappresentano una piccola nicchia sugli scaffali ma le cui vendite sono aumentate in volume del 12,5%.
Altro aspetto degno di nota emerso dalla ricerca IRI è che dopo la dopo il boom in primavera e la stabilizzazione del periodo estivo, le vendite di vino sugli scaffali della grande distribuzione hanno ripreso a correre con la seconda ondata Covid: +2,8% in ottobre e +6,7% nelle prime due settimane di novembre
«In estate abbiamo notato un ritorno alle consuete abitudini d'acquisto – ha commentato il business insight director di IRI, Virgilio Romano – ma difficilmente il 2021 potrà essere uguale al 2020. Certamente non potrà toccare gli stessi picchi di vendita».
L’esperienza delle grandi insegne
«In Conad crescono a doppia cifra vini di qualità (Igp, Doc, Docg) mentre il vino comune ha arrestato la flessione degli anni passati – ha detto direttore marketing dell'offerta e Mdd di Conad, Alessandra Corsi –. Nel campo degli spumanti è interessante notare la crescita della spumantizzazione di vini tipici del territorio. Stiamo lavorando per creare, nei nostri punti vendita, enoteche di concezione innovativa, che integreranno interzione fisica e digitale».
Anche la Coop è impegnata a migliorare informazione e comunicazione nelle vendite del vino. «Stiamo formando figure professionali in grado di consigliare i consumatori sui vini in offerta e sull'abbinamento cibo-vino, quando possibile impieghiamo anche sommeliers – ha riferito il responsabile Vini, Birre, Bevande Alcoliche di Coop Italia, Francesco Scarcelli –. I consumatori amano le promozioni, ma va detto che una promozionalità sana guida il consumo consapevole, quella eccessiva invece fidelizza all'occasione ma non al prodotto».
«L’emergenza della pandemia – ha aggiunto il responsabile beverage di Carrefour Italia, Gianmaria Polti – ha incrementato l'attenzione nei confronti della Gdo da parte di quelle cantine che storicamente erano presenti solo nel canale Horeca. Puntiamo a creare forti sinergie a livello locale, con un'attenzione particolare alle realtà dei fornitori regionali italiani»
Tra i dati che più sono stati sottolineati nel corso della tavola rotonda la crescita dei vini a marchio del distributore (Mdd). «Per questi vini prevediamo una chiusura a fine anno con crescita a doppia cifra rispetto al 2019 – ha dichiarato Fabio Sordi, direttore commerciale del Gruppo Selex – con aumenti rilevanti nella fascia di prezzo superiore ai 6 euro. Registriamo anche l'aumento delle vendite del vino online ma gestite sempre dalla catena, con 2.492 referenze in offerta».
L’andamento dell’export
Sempre al wine2wine di Veronafiere sono stati presentati i dati dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor sull’export. La pandemia condiziona il commercio mondiale di vino, ma anche qui l'impatto varia a seconda dei casi. Per l'Italia, che nel 2020 chiuderà il proprio export con un -4,6% a valore sull'anno precedente, gli effetti saranno complessivamente più leggeri rispetto al trend globale (-10,5%) e ancora di più sul principale player del settore, la Francia, costretta a rinunciare al 17,9% delle proprie esportazioni.
In assoluto gli scambi mondiali di vino caleranno di circa 3 miliardi di euro con una perdita che per la Francia sarà di 1,7 miliardi contro i -300 milioni dell'Italia.
«Le stime dimostrano – ha commentato il dg di Veronafiere, Giovanni Mantovani – come l'Italia sia stata in grado di opporre anticorpi efficaci alla crisi. Il rapporto qualità-prezzo, una più variegata diversificazione dei canali di vendita e lo scampato pericolo dei dazi aggiuntivi negli Stati Uniti. Occorrerà però sostenere le Pmi che hanno perso il proprio riferimento nella ristorazione internazionale».
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