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Vintage, sporchi e maledettamente analogici: il futuro dei gadget è nel loro passato

Dal retrogaming alle più recenti operazioni nostalgia degli smartphone, giudicati delle chimere o peggio degli errori evolutivi questi oggetti commercialmente sono invece più vivi che mai

di Luca Tremolada

3' di lettura

Se andate su Internet Archive potete scaricarvi 565 app che trasformano il vostro smartphone in un PalmPilot. Molti di voi che state leggendo probabilmente non sanno cosa sia un PalmPilot. È un dispositivo lanciato alla fine degli anni Novanta dove segnare appuntamenti, scrivere appunti, eseguire calcoli e giocare. Aveva un display touch grigio ed era grande come un GameBoy. Se non sapete neppure cosa è un GameBoy allora è proprio il caso di continuare a leggere perché stiamo parlando di retrogaming, nostalgia e di gadget dei bei tempi andati.

Con il boom dell’usato si sta allargando domanda e offerta di oggetti elettronici vintage. Siamo dalle parti di Stranger Things, degli anni Ottanta, siamo cioè in quel momento di passaggio che va concettualmente dalla calcolatrice tascabile all’iPhone. Con l’ingresso di internet scompare una generazione di prodotti ma soprattutto un modo di concepire e progettare tutto ciò che è intrattenimento e tempo libero. Le dinamiche sono a tutti gli effetti quelle di un mercatino dell’usato con telefonini pre-era delle app, accessori dell’era analogica e console anni Novanta. Si cerca l'integrità hardware e software, si pretende l’esperienza di fine secolo con l'attenzione che meritano quelli che a tutti gli effetti sono beni culturali industriali.

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La prospettiva è quella del cultore della materia che non accetta compromessi, acquista come se fosse a un mercatino dell’antichità. Accanto c’è anche una nuova generazione di prodotti sempre più richiesti che fanno da raccordo ai due mondi, che cercano cioè di modernizzare e migliorare l’esperienza e il design del passato.

Il retogaming è un buon punto di partenza. La passione per giochi obsoleti ha trovato espressione in un mercato dinamico e articolato. C’è per esempio il mercato dell’usato ma anche quello di oggetti che hanno il software ma non l'hardware originale come le console (non solo mini) lanciate l'anno scorso. Ricordiamo il Super Nintendo Entertainment System che è ritornato in formato mini a venticinque anni dal lancio in Europa. Ci sono anche le raccolte di videogiochi antichi che girano su console moderne come nel caso di Atari 50: the Anniversary Celebration per pc e macchine da gioco di nuova generazione che raccolgono e raccontano la storia della mitica Vcs 2600 con oltre 100 giochi. Esistono anche servizi di cloud per retrogamers, come nel caso di Antstream Arcade (pc e smartphone) che offrono più di mille giochi (Commodore 64, Zx Spectrum, Amiga ecc) con una formula in abbonamento. I puristi protesteranno che non è come giocare ai giochi originali e hanno ragione ma è un buon compromesso.

La singolarità rappresentata dal digitale ha di fatto aperto il campo a una nuova generazione di creature a cavallo di due mondi. Come le macchine fotografiche con la pellicola ma digitali, i giradischi bluetooth che si collegano alle casse o le stampante mobili per smartphone. Il Nokia 8210 4G non è esattamente uguale all’originale della fine degli anni ’90, certo ha il gioco Snake in una classica operazione nostalgia ma anche Android.Il nuovo Razr 2022 è invece un dispositivo rivisitato, che si ispira all'antico e interpreta in modo convincente la moda dei telefonini pieghevoli. Ampio il display esterno (ci fai quasi tutto), aperto diventa un normale smartphone con schermo da 6,7 pollici. Cerniere e sistema di chiusura sono migliorati tanto che la piega non si vede più. Lo abbiamo provato alcune settimane. Ricorda il Flip 4 di Samsung e i migliori Blackberry.

Qualcuno li potrebbe definire delle chimere. Giocattoli per nostalgici ma in termini darwiniani degli errori, linee evolutive destinate a interrompersi e di cui forse non avremo memoria. Oggi però non sembra così, anzi sono più vive che mai.

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  • Luca TremoladaGiornalista

    Luogo: Milano via Monte Rosa 91

    Lingue parlate: Inglese, Francese

    Argomenti: Tecnologia, scienza, finanza, startup, dati

    Premi: Premio Gabriele Lanfredini sull’informazione; Premio giornalistico State Street, categoria "Innovation"; DStars 2019, categoria journalism

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