ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùAllarme femminicidi

Violenza di genere, nuove norme ma mancano forze e formazione

Codice rosso. In vigore dal 30 settembre la possibilità di revocare il magistrato che non sente la vittima entro tre giorni. Restano però le problematiche legate ai numeri e alla specializzazione degli operatori

di Valentina Maglione, Serena Uccello

(Adobe stock)

3' di lettura

In arrivo nuovi presìdi normativi per contrastare la violenza domestica e di genere. Debutta infatti il 30 settembre la legge 122/2023, che, con un solo articolo, modifica la legge “Codice rosso” (69/2019) per intervenire sulle violazioni dell’ascolto della persona offesa (o di chi ha denunciato il fatto) entro tre giorni dalla notizia di reato: con la nuova legge, il Procuratore della Repubblica può revocare l’assegnazione del procedimento al magistrato che non fa l’audizione nei tempi.

Una misura circoscritta, ma altre novità più ampie sono contenute nel disegno di legge approvato dal Consiglio dei ministri a giugno, ora all’esame della commissione Giustizia della Camera: si va dal rafforzamento dell’ammonimento al potenziamento delle misure di prevenzione e cautelari, alla riduzione dei tempi del procedimento. Disposizioni che venerdì scorso la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, ha auspicato che «diventino presto legge» per rispondere ai richiami del comitato dei ministri del Consiglio d’Europa.

Loading...

Ma le leggi finora non sono intervenute sulle risorse. Il rischio è che senza aumentare le forze in campo e senza investire sulla formazione le tutele per le vittime restino sulla carta.

OMICIDI E FEMMINICIDI

I reati commessi dal 2020 al 17 settembre 2023

Loading...

La situazione

Quanto infatti siano diffuse le violenze di genere lo raccontano le cronache, a cadenza quasi quotidiana, e lo confermano le statistiche. Gli ultimi report del ministero dell’Interno registrano 80 femminicidi dal 1° gennaio al 17 settembre 2023: più di una vittima ogni tre giorni. E sono aumentati negli ultimi anni tutti i reati “spia” di violenza di genere: maltrattamenti contro familiari e conviventi (+17,8% nel 2022 sul 2019), stalking (+16,2%) e violenze sessuali (+28,8%). Una flessione sembra registrarsi nei primi sette mesi di quest’anno, ma i dati sono ancora soggetti a variazioni. Reati che hanno in larga parte le donne come vittime: nel 91% delle violenze sessuali, nell’81% dei maltrattamenti familiari, nel 74% dei reati di stalking.

LE ALTRE VIOLENZE

I reati commessi tra il 2019 e il 2022

Loading...

In aumento (ma con numeri assoluti più contenuti) anche revenge porn, lesioni permanenti al viso e costrizione o induzione al matrimonio. I trend sono in parte frutto di una crescita di denunce, dovuta a una maggiore sensibilità al tema, che portano alla luce realtà prima taciute, ma danno comunque il segnale che la violenza domestica e di genere non arretra.

Gli interventi e le criticità

Per aiutare le vittime di violenze è stata introdotta nel 2019 la legge “Codice rosso”, che ha attuato la Convenzione di Istanbul sulla lotta alla violenza contro le donne; al centro si è messo il fattore tempo per evitare ritardi nelle indagini e nelle tutele che possono portare a conseguenze drammatiche. Ora, si rende più stringente l’obbligo di sentire le persone offese entro tre giorni, “sanzionando” con la revoca il magistrato che non lo rispetta.

Ma le falle del sistema di tutela non sembrano stare nelle norme. Anzi. Dagli «Orientamenti in materia di violenza di genere» della Procura generale della Cassazione del 3 maggio scorso, elaborati dopo un confronto con le Procure generali, emerge che gli strumenti esistono e sono efficaci. Il nodo è la loro applicazione, che fa i conti con criticità organizzative dovute sia ai numeri inadeguati della magistratura e della polizia giudiziaria del settore, sia, soprattutto, alla carenza di formazione specifica degli operatori, a partire proprio dalla polizia giudiziaria e dai servizi sociali. Perché un operatore non specializzato, ad esempio, può faticare a distinguere i casi di violenza da quelli di conflittualità familiare; e la formazione specifica è tanto più importante perché la polizia giudiziaria ha un ruolo centrale nel rilevare i profili di rischio per la vittima.

In molte Procure, peraltro, si è sviluppata la prassi di organizzare periodici momenti di formazione per la polizia giudiziaria e sono stati definiti protocolli per il primo intervento e l’ascolto delle vittime.

Si tratta di aspetti finora non toccati dalle norme e affrontati senza risorse in più. Ma il fatto che siano centrali lo testimonia anche l’Osservatorio sull’efficacia delle norme in tema di violenza di genere e domestica, istituito dal ministero della Giustizia a novembre dello scorso anno. Presieduto da Maria Rosaria Covelli, capo dell’Ispettorato generale del ministero, ha l’obiettivo di far emergere criticità, buone prassi e modelli organizzativi degli uffici giudiziari, rafforzando la prevenzione e lavorando sul linguaggio. Con il Csm, l’Osservatorio sta preparando attività rivolte agli uffici, soprattutto per far circolare le buone prassi: il tema sarà al centro della prossima seduta plenaria in programma per dopodomani, alla presenza del ministro Carlo Nordio.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti