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Virtus Lab rivoluziona il rapporto tra domanda e offerta di lavoro

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di Donata Marrazzo

La piattaforma. Due immagini del lavoro di Virtus Lab , piattaforma creata dalla Fondazione Augurusa, nata a Filogaso,

3' di lettura

Allineare domande e offerte di lavoro. Proporre alle imprese un’azione strategica per reclutare risorse qualificate, soprattutto nell’ambito del distretto industriale dell’automotive, dell’agroalimentare o nel settore farmaceutico, e, allo stesso tempo, offrire ai giovani nuove prospettive con l’ingaggio di aziende che operano su tutto il territorio nazionale. È la mission di Virtus Lab, piattaforma di innovazione sociale orientata all’inclusione lavorativa, creata dalla Fondazione Augurusa, nata a Filogaso, in provincia di Vibo Valentia, che mette in atto forme di venture philantropy, modello di finanza alternativa che punta sul capitale umano. Virtus Lab fornisce ai candidati selezionati competenze tecniche garantendo il loro inserimento lavorativo, compreso il sostegno abitativo e il supporto psicologico o relazionale a chi dovrà integrarsi in altri contesti sociali e territoriali.

Nella sede di Lamezia Terme, dove si è insediato il “Centro per lo Sviluppo Umano Integrale” della Fondazione, 50 giovani provenienti da diverse regioni stanno completando in questi giorni il percorso di formazione che li condurrà all'assunzione a tempo indeterminato in alcune aziende dell'Emilia Romagna. Superano così le 1.500 unità i neoassunti accompagnati da Virtus Lab.

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Un'azione condivisa anche con i membri dell'Ucid (Unione cristiana imprenditori e dirigenti), che insieme alle imprese, alle istituzioni, agli enti del Terzo settore, ad accademici e a rappresentanti del mondo della chiesa, lanciano un nuovo patto per il lavoro dignitoso e lo sviluppo sostenibile: il 14 e il 15 ottobre, a Lamezia Terme, si parlerà di come “Tras-formare il capitale umano per sbloccare il potenziale del Paese”. Un evento patrocinato dalla Conferenza episcopale italiana, dalla Regione Calabria, dalla Provincia di Catanzaro e dal Comune di Lamezia, che riflette anche sulla necessità di fronteggiare le sfide legate alla transizione ecologica e tecnologica.

Dietro l’iniziativa, c'è tutto l'entusiasmo e la passione di Francesco Augurusa, presidente della fondazione intitolata alla memoria del fratello Antonio Emanuele, scomparso bambino a causa di un tragico incidente.

«Attraverso la Fondazione vogliamo contribuire al cambiamento e allo sviluppo della società – spiega Francesco Augurusa – occupandoci di giovani, anche svantaggiati, o di famiglie che hanno bisogno di supporto per entrare nel mondo del lavoro. Allo stesso tempo rispondiamo alle esigenze di quelle aziende che hanno difficoltà a individuare e ad assumere candidati con profili adeguati. Il problema è molto sentito».

La restituzione generativa che mette in pratica Augurusa («chi più ha ricevuto restituisca di più a chi, senza colpe, non ha mai avuto») nasce certamente dal suo forte sentimento religioso, condiviso da tutta la sua famiglia, ma anche dalle esperienze internazionali in Argentina, in Canada, negli Stati Uniti, maturate nel mondo del fundraising e nell’Ict, soprattutto quello legato al settore sanitario e farmaceutico. Esperto di consulenza strategica e di social start up, è convinto che il suo modello possa servire all'Italia: «Il mismatch tra domanda e offerta del lavoro ha superato il 45% e corrisponde a circa 230mila posti di lavoro vacanti. Il 90% dei nostri corsisti ha un lavoro stabile, regolarmente contrattualizzato, e una retribuzione dignitosa».

Certo, considerato che la maggior parte dei candidati arriva dal Lazio in giù, per molti si tratta poi, a fine percorso, di fare le valigie: «Le principali aziende con cui lavoriamo si trovano al Nord in zone dove il tessuto industriale è più solido – spiega Augurusa – ma cerchiamo anche di valorizzare le realtà del Sud. In Calabria collaboriamo con una trentina di imprese locali. Alcune, ad esempio, dotate di macchine a controllo numerico, sono nella zona di Rogliano». E nel corso della due giorni a Lamezia Terme si parlerà proprio di come rafforzare il tessuto produttivo e imprenditoriale, di come ridurre le disparità regionali, ripensare istruzione e formazione professionale per ridurre le barriere all'impiego, di come puntare alla stabilità del lavoro e alla sostenibilità delle condizioni di vita.

Attesi i rappresentanti del governo (fra gli altri, Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy, Giuseppe Valditara, ministro dell'Istruzione e del merito, Andrea Abodi, ministro per i Giovani e lo Sport), il country manager di Adecco Group Andrea Malacrida, il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto: al centro del dibattito, la valorizzazione del capitale umano.

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