Guerra finanziaria

Visa e Mastercard bloccate, ora la Russia si aggrappa al circuito di pagamento MIR

Quello che sta succedendo in Russia è un tracollo dei sistemi di pagamento elettronici dei principali attori al mondo: da Visa a Mastercard, fino ad Apple Pay

di Biagio Simonetta

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3' di lettura

Sta diventando soprattutto uno tsunami finanziario, la massiccia ondata di sanzioni che l'Occidente sta applicando contro la Russia di Putin. Uno tsunami che punta a innervosire gli oligarchi (col blocco del sistema Swift), ma che di fatto si ripercuote anche contro i cittadini comuni. Perché quello che sta succedendo nelle ultime ore in Russia è un tracollo dei sistemi di pagamento elettronici che riguarda i principali attori di questo mondo: da Visa a Mastercard, fino ad Apple Pay.

Non è casuale la corsa delle persone ai bancomat, per accaparrarsi qualche rublo il cui valore intanto cade a picco. Non è casuale la coda davanti ai tornelli della metropolitana di Mosca, dove gli utenti abituati a pagare il biglietto poggiando smartphone, smartwatch o carta di credito su un lettore NFC, sono rimasti bloccati da un sistema che ha smesso di funzionare.I maggiori sistemi di pagamento digitale stanno abbandonando la Russia.

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I primi a farlo sono stati Apple Pay e Google Pay, che a seguito delle sanzioni imposte dopo l'invasione dell'Ucraina, hanno interrotto le varie partnership con le principali banche russe. Gli istituti interessati, secondo una nota diffusa dalla Banca centrale russa, sono VTB Group, Sovcombank, Novikombank, Promsvyazbank e Otkritie FC Bank. Secondo Statista, nel 2020 il 29% dei russi riferiva di utilizzare Google Pay, mentre il 20% utilizzava Apple Pay. Numeri importanti, in un'economia visceralmente legata al contante.

Visa e Mastercard bloccate

Ma a rendere ancora più grave la situazione sono le decisioni di Visa e Mastercard, società leader a livello globale nell'emissione delle carte di credito. Nelle ultime ore, infatti, proprio i due colossi statunitensi hanno bloccato diverse istituzioni finanziarie russe dalla loro rete, seguendo il filone delle sanzioni governative contro la Russia. E il risultato è enorme. Come testimoniano diversi utenti su Twitter, già nella giornata di ieri (28 febbraio) è stato praticamente impossibile effettuare un pagamento con carta di credito a Mosca.

I circuiti internazionali di pagamento di moltissimi ristoranti, bar e negozi di fatto non funzionano più, bloccati dalle aziende che emettono le carte. E di fatto è bloccato anche l'eCommerce legato agli stessi circuiti. Tutto questo è un effetto pesantissimo delle sanzioni internazionali sui cittadini comuni. In uno statement pubblicato sul proprio sito, Mastercard ha spiegato di aver «bloccato diversi istituti finanziari russi» dalla propria rete di pagamento, «a seguito degli ordini sanzionatori». La società ha anche annunciato che continuerà «a lavorare con le autorità di regolamentazione nei giorni a venire per rispettare pienamente i nostri obblighi di conformità». «Data l’emergenza in corso, - hanno scritto da Mastercard - stiamo anche lavorando con i nostri partner per dirigere i finanziamenti e gli aiuti umanitari dove possono fornire il maggiore impatto. Oggi abbiamo annunciato un contributo di 2 milioni di dollari alla Croce Rossa, a Save the Children e al nostro fondo di assistenza ai dipendenti per gli aiuti umanitari».C'è da dire che proprio negli ultimi giorni, molti esponenti del governo ucraino – a partire dal premier Volodymyr Zelensky – avevano chiesto proprio a Visa e Mastercard di bloccare le loro partnership con gli istituti bancari russi. Operazione che le due società adesso hanno eseguito, ma probabilmente per seguire la linea dell'impianto sanzionatorio occidentale, più che per la richiesta dei leader ucraini.

Il sistema Mir e l’autonomia russa

C'è un altro dettaglio non di poca rilevanza, che va analizzato in questa storia. Dopo la guerra in Crimea, gli Stati Uniti spostarono diverse banche russe in una lista nera. E fu allora che il Cremlino decise di dotarsi di un circuito di pagamento nazionale, il MIR, che attualmente intermedia circa il 25% di tutte le transazioni elettroniche in Russia, secondo l'Ispi.

È un sistema che funziona solo all'interno del Paese, e che in questa fase può tenere in piedi qualche servizio. Anche perché la Russia può contare su sistemi di pagamento digitale autoctoni molto diffusi, come YooMoney (del gigante Yandex), Sberbank Online e Qiwi, che funzionano anche con le carte del circuito Mir. È chiaro, però, che l'isolamento finanziario sia ormai una polveriera. E che neanche un circuito nazionale funzionante possa garantire stabilità all'economia russa.

L'impressione è che Putin abbia provato, in questi anni, a mettere in piedi tutta una serie di operazioni che garantisse autonomia alla Russia. Probabilmente in un disegno già chiaro di attacco violento all'Ucraina. Se ci è riuscito o meno lo scopriremo presto.


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