Visco: «Il coronavirus potrebbe pesare oltre lo 0,2% sul Pil»
Dalla riunione del G20 a Riad il governatore mette in guardia: «Se non si vedranno rapidamente gli effetti di una ripresa a V in seguito al coronavirus allora sarà necessario agire in modo coordinato»
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L’impatto del coronavirus sul Pil dell’Italia potrebbe essere di oltre lo 0,2%. Lo afferma il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in un’intervista a Bloomberg da Riad a margine dei lavori del G20. A livello globale Visco ritiene che se non si vedranno rapidamente gli effetti di una ripresa a V in seguito al coronavirus allora sarà necessario agire in modo coordinato. «Dobbiamo usare le politiche di bilancio perché la politica
monetaria è già molto accomodante a livello mondiale» spiega.
Le ultime previsioni del governo
Le ultime previsioni del governo dell’inverno scorso guardavano a un +0,6% per il 2020 ma lo stesso ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, pur continuando a professare ottimismo e respingendo le ipotesi di rischio recessione, ha ammesso che, di fronte a un «impatto significativo», l’esecutivo è pronto a rivedere le stime. E punta tutto sull’attuazione
delle misure della manovra, e su nuovi strumenti pro-crescita da
mettere in campo in primavera, per limitare l’impatto.
Il G20 pronto ad agire
Il coronavirus domina anche la riunione delle prime 20 economie al
mondo, che si impegnano a restare allerta e a mettere in campo
tutti gli strumenti per tenersi al riparto: ma l’epidemia è il
maggiore rischio al ribasso per l’economia mondiale. E il G20 è
pronto ad agire se i rischi al ribasso dovessero materializzarsi, dice a Riad il commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni, esprimendo a nome dell’Unione Europea fiducia nelle autorità italiane. «Condividiamo i timori per un possibile contagio ma non c’è bisogno di panico», aggiunge.
Gualtieri chiede «misure comuni»
A chiedere al G20 misure comuni è anche il ministro Gualtieri: «Lavoriamo da subito a misure economiche a livello internazionale, coordinate e adeguate ad affrontare in modo tempestivo ed efficace le
conseguenze economiche del virus nel caso la crisi si aggravi».
E il timore è proprio che la crisi si aggravi e l’economia freni bruscamente. Un rallentamento a questo punto è dato per scontato, ma la speranza di tutti è quella di una «rapida ripresa a V».
Fmi: a rischio ripresa mondo
Le stesse preoccupazioni aveva espresso, sempre da Riad, il direttore
generale del Fmi, Kristalina Georgieva: «Serve una cooperazione globale
per affrontare le sfide» che l’economia mondiale si trova ad affrontare, incluso il coronavirus che è un «una tragedia umana» con «impatto economico negativo». «Il coronavirus mette in pericolo la ripresa economica mondiale» dice in modo chiaro Georgieva. E continua: «Anche nel caso di un rapido contenimento del virus, ci sarà un impatto sulla crescita in Cina e nel resto del mondo. Tutti speriamo in una ripresa rapida a V ma, data l’incertezza, è prudente prepararsi per gli scenari più avversi». Ma il coronavirus non è l’unico rischio che pesa sull’economia. Ci sono anche gli «elevati livelli di debito di paesi e aziende che potrebbero risentire di un aumento dei premi di rischio o di una stretta delle condizioni finanziarie; e c’è il cambiamento climatico».
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