Apple Vision Pro prova a rivoluzionare l’informatica e la realtà virtuale e (mista)
I visori di realtà mista resteranno una nicchia o, come ha fatto in passato, Apple li porterà al grande pubblico?
di Luca Salvioli
2' di lettura
Il Keynote di apertura della Wwdc 2023, quello in cui soltanto dopo un’ora e venti si è parlato del visore, è tra i più interessanti dell’epoca Tim Cook. Forse il più interessante. Specie per il modo in cui è stato presentato. In molti hanno notato che non c’è una foto di Tim Cook con il visore. D’altronde, ha detto, «è il primo prodotto Apple che non guardi di fronte ma attraverso».
I video hanno mostrato piuttosto chiaramente l’idea alla base del Vision Pro e del sistema operativo Vision OS. Il «computing spaziale» è l’emersione di tutto quello che facciamo oggi su un display limitato a un ambiente molto più ampio e flessibile.
Le finestre di Safari ingrandibili a piacere sulle pareti del nostro salotto. I film visti in 4K mentre siamo sdraiati. Più possibilità di fruire dei contenuti in movimento. Come ha notato Carolina Milanesi, analista di Creative Strategies, «per Apple la realtà virtuale è una opportunità nel mondo business, oltre ovviamente alla possibilità di valorizzare gli investimenti in contenuti. Forse potrebbe svelarsi in questa forma quella tv che, nonostante le attese, non è mai arrivata».
Apple ha posto molta enfasi sulla realtà mista. Sì, hai indosso un visore ma se un’amica si avvicina vede i tuoi occhi e tu puoi parlarci. Sì, hai indosso un visore ma giochi con i tuoi figli.
Perché è probabilmente questo il punto più delicato. A oggi i visori hanno dimostrato capacità e interesse del pubblico per applicazioni business e per i videogiochi. Ma se l’ambizione è l’inizio di una nuova era, allora l’asticella si sposta e per essere un oggetto desiderabile la sua rappresentazione non deve generare un’idea distopica, che è proprio il contrario dell’utopia del computing spaziale. Qui si gioca la sfida di Apple. E non la si vince in mesi, ma anni.
Soprattutto: va oltre Apple, e riguarda noi. Sono settimane che sentiamo profezie di rischio fine dell’umanità legate al rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa. Qui, invece, che umanità ci immaginiamo? Da chini su uno smartphone a distesi su un divano con una maschera? O in metropolitana? Davvero si può giocare con i figli con un computer in testa?
Ce n’è di strada. Ovviamente il prezzo di un oggetto di così alta tecnologia non poteva essere da meno (3.499 dollari, arriva solo negli Usa a inizio 2024, poi altri paesi). Ma può scendere. Ancora: il Vision Pro dà fastidio mentre lo indossi? I principali giornalisti e creator che lo hanno provato a Cupertino ne ha parlato bene, grazie alle capacità tecnologiche straordinarie di questo oggetto. Joanna Stern, celebre firma del Wall Street Journal, però dopo mezz’ora lo ha trovato pesante su naso e fronte.
Durante il keynote siamo rimasti sospesi tra passione per il futuro e distopia. Da questo oscillare arriverà, con il tempo, la risposta: i visori resteranno una nicchia o, come ha fatto in passato, Apple li porterà al grande pubblico?
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