Visiotalent arriva in Italia per cambiare le regole dello scouting
di Gianni Rusconi
2' di lettura
«In Italia, al pari di Spagna e Benelux, siamo attivi da circa tre mesi e crediamo di poter offrire un servizio diverso dagli attuali strumenti di recruitment già disponibili, perché mettiamo a disposizione una piattaforma molto semplice da utilizzare per i candidati e molto semplice da gestire per l’azienda». Andrea Pedrini, neo Country Manager italiano e capo dell’ufficio di Milano di Visiotalent, startup francese fondata nel 2014 (da Gonzague Lefebvre e Louis Coulon, che oggi guidano uno staff di 35 persone) e specializzata nel campo dei sistemi di video recruitment, è convinto che lo spazio per affermarsi nel mercato nostrano non manchi. Soprattutto se si ha dalla propria una soluzione realmente innovativa per la selezione del personale.
Parliamo infatti di uno strumento che consente ai responsabili delle risorse umane di invitare i candidati a registrare una video intervista a supporto della propria candidatura, in modo estremamente intuitivo. Il vantaggio? Poter individuare rapidamente il potenziale, la motivazione e la personalità dei candidati, evitando di passare dalla prima fase dei colloqui conoscitivi effettuati tramite telefono o Skype. «Il secondo plus della nostra soluzione – spiega in proposito Pedrini – è l’efficacia del mezzo. Si migliora il processo di scouting intervenendo sulla prima fase di scrematura delle candidature, sostituendo i curricula su carta con la visione del candidato in video. Il 75% degli invitati arriva alla fine dell’intervista e così facendo emergono e si evidenziano immediatamente le competenze e le potenzialità del talento, con benefici diretti per le aziende in termini di tempo, costi ed efficacia del processo di selezione».
Le referenze che Visiotalent può mettere in campo, per dare sostanza a queste promesse, sono le seguenti: centinaia di migliaia i candidati visionati, in più di 75 Paesi, attraverso la piattaforma dal momento del suo lancio e più di 300 le aziende su scala internazionale che la utilizzano come parte integrante del processo di recruitment dei futuri dipendenti, tra cui realtà come Leroy Merlin, Swatch, Blablacar, Crédit Agricole, Sephora, Orange, Cartier e ING Direct.
«Il video recruitment in Italia – osserva ancora Pedrini – si sta diffondendo, vi sono aziende più sensibili e più preparate a recepire i benefici dello strumento e altre meno. In generale c’è una buona ricettività, anche se vanno superati due problemi: le imprese devono essere più attrattive per i candidati e devono valorizzare meglio il processo di selezione rispetto all’enorme quantitativo di CV e candidature che ricevono ogni anno». L’adozione di una piattaforma digitale, questa la convinzione di Visiotalent, è un passo in avanti che il mondo delle risorse umane deve compiere nell'ambito di un percorso di evoluzione non più procrastinabile.
«C’è necessità di cambiare e questo cambiamento sta avvenendo, in quanto i responsabili Hr sono assolutamente pronti a cogliere l’innovazione degli strumenti per la gestione del personale», assicura il manager. Le aziende interessate allo strumento, conclude Pedrini, possono appartenere a qualsiasi settore, anche se gli operatori della grande distribuzione e quelli dell'industria del luxury sono storicamente i più sensibili. Gli interlocutori sono invece le agenzie del lavoro e ovviamente, e nella maggior parte dei casi, gli Hr manager e tutta la struttura delle risorse umane.
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