Viticoltori di Francia, Spagna e Italia uniti contro la Ue che ritiene il vino «non essenziale»
Lo studio pubblicato dalla Commissione europea, descrive come irrilevante la prevedibile diminuzione della produzione di uva nell’Ue a causa del taglio della chimica in agricoltura
di Giorgio dell'Orefice
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Di fronte a un rapporto della Commissione Ue che a sostegno del regolamento SUR (ovvero sostainable use of pesticides regulation) che prevede il dimezzamento dell'uso della chimica in agricoltura e che stima un impatto limitato sul vino e soprattutto etichetta la viticoltura come una “produzione non essenziale” in Europa anche i francesi, fin qui restii a difendere il vino dagli attacchi, hanno deciso di smuoversi. E così le associazioni dei produttori vitivinicoli di Francia, Italia e Spagna hanno sottoscritto un manifesto dal titolo eloquente “Sì, la viticoltura è essenziale in Europa”.
Lo studio pubblicato dalla Commissione europea, descrive come irrilevante la prevedibile diminuzione della produzione di uva nell’UE, a causa del taglio della chimica in agricoltura, e che non si tratta di una coltura essenziale. Le Associazioni di rappresentanza italiane, francesi e spagnole hanno invece rivendicato l’importanza del vino in Europa. “L’Unione Europea - si legge nella nota congiunta - è il primo produttore di vino al mondo, con il 45% della superficie viticola mondiale. Questo settore ad alto valore aggiunto è vitale per molte regioni rurali europee, genera milioni di posti di lavoro e contribuisce in modo significativo alla bilancia commerciale dell’Ue”.
Lo studio prevede un calo della produzione di uva dovuto agli effetti della riduzione dei fitosanitari, stimato al 18% in Spagna, al 20% in Italia e al 28% in Francia, senza nemmeno valutare l’impatto del cambiamento climatico che andrebbe aggiunto a questa cifra. La Commissione europea ha inoltre aggiunto nel proprio report che la produzione di uva non è una coltura essenziale per la sicurezza alimentare europea e che una diminuzione della produzione di vino in Europa sarebbe irrilevante. “Queste affermazioni – hanno commentato i produttori Ue - ignorano l’enorme contributo economico, sociale e culturale del settore vitivinicolo in molte regioni dell’Ue. Questo atteggiamento - hanno aggiunto le associazioni viticole - è totalmente inaccettabile: è incomprensibile che la Commissione europea ipotizzi e preveda la penalizzazione di un intero settore di grande importanza per l’economia europea. Gli operatori e le aziende vitivinicole sono da tempo impegnati nella transizione ecologica e continueranno ad esserlo. C’è ancora molto lavoro da fare e i nostri produttori devono poter portare avanti questo impegno per la sostenibilità ambientale senza inutili polemiche”.
“Chiediamo quindi – conclude la nota dei viticoltori di Italia, Francia e Spagna - agli Stati membri e agli eurodeputati di prendere una posizione chiara su questo tema. Il vino è un importante prodotto economico e culturale in Europa. Il nostro settore chiede di essere sostenuto per continuare le azioni di transizione ecologica con regolamenti realistici e un calendario operativo, che permetta l’implementazione delle soluzioni alternative efficaci esistenti e in arrivo”.
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