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Vivere dove tutto è a portata di mano: 10 ragioni per amare Milano

La pasta con la bottarga di Sant Ambroeus, lo shopping da Tincati, i formaggi di Peck... Il diamantaire André Messika racconta perché ha scelto di trasferirsi nella città della moda e del design.

di Caterina Maconi

André Messika. ©Keila Guilarte

3' di lettura

Dopo aver vissuto in Tunisia, a Parigi e a Tel Aviv, ho deciso di trasferirmi a Milano, insieme a mia moglie. Ci hanno seguiti due dei nostri figli – uno studia in Bocconi –, ma anche gli altri quattro vengono spesso a trovarci: la città ha una grande energia, è estremamente attrattiva, soprattutto per chi come noi opera nei settori del lusso e del real estate. Qui ho aperto una divisione della mia compagnia di importazione di diamanti, André Messika Diamonds: la capitale della moda e del design è un luogo centrale per il mio business, sia per la concentrazione di brand di alto livello, sia per i vicini poli di specializzazione del gioiello, come Valenza.

Collana Lucky Move Color in pavé di diamanti, pietra turchese, tre diamanti mobili, MESSIKA (25.500 €).

Nonostante siamo arrivati a Milano nell'ottobre del 2020 – mia figlia iniziava la scuola –, e quindi ancora in piena pandemia, la città si è mostrata fin da subito ospitale: abbiamo trascorso i primi mesi in un hotel a cui sono molto legato, il Mandarin Oriental, e intanto abbiamo cercato casa. L'abbiamo trovata al piano nobile di un palazzo in zona Castello, con un bel giardino che la rende un'oasi di pace.

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La spa del Mandarin Oriental di Milano.

La zona è ottima: non possiedo la macchina, mi sposto a piedi e tutto è vicino. Amo passeggiare al parco Sempione, visitare il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, uno dei miei preferiti, allungarmi fino al Quadrilatero, dove ha sede il mio ufficio. La mia personale geografia cittadina è legata a luoghi classici, che sto scoprendo col tempo, molti dei quali nella zona in cui vivo. Ma ho un'ottima rete di amici che mi sta aiutando a scoprire le perle più nascoste di questa città.

Parco Sempione e l'Arco della Pace

La mia giornata inizia con la colazione da Marchesi, in corso Magenta: la qualità del caffè è ottima – prendo sempre un macchiatone –, ma soprattutto è l'ambiente a incantarmi, le boiserie, gli arredi, i dettagli. Impazzisco per i loro dolci: in casa mia non manca mai una torta Marchesi. Per il pranzo, poi, tra amici o per lavoro, vado spesso da Bice, oppure mi concedo una pasta con la bottarga da Sant Ambroeus. Il posto in cui mi sento a casa è Dal Bolognese, che ha anche una terrazza meravigliosa.

Gallerie Leonardo, Sala 7 Città Ideali, Museo della Scienza Leonardo da Vinci. ©Lorenza Daverio

La cura dell'atmosfera è un aspetto che accomuna molti ristoranti milanesi, penso a Da Giacomo, un altro luogo del cuore, ma anche a Boeucc, dove tutto è perfetto, la proposta, il servizio, la privacy. L'aperitivo, per me, è nel giardino del Four Seasons, mentre quando voglio il sushi l'indirizzo è ovviamente Nobu, per un ottimo pesce c'è la Langosteria, la pizza, il mio guilty pleasure, la mangio da Sophia Loren o da Piz Milano, in via Torino. La cucina italiana ha sempre avuto un ruolo chiave nella mia vita: mia madre era di Livorno, e ogni domenica, a pranzo, preparava la pasta. Anche se vivevamo in Tunisia, le influenze siciliane erano fortissime, anche per via della vicinanza, e animavano piatti che erano un trionfo di sapori e di gioiose mescolanze. È da lì che nasce la mia passione per la pasta alle vongole, alla bottarga, ai frutti di mare. Credo di aver trasmesso alla mia famiglia la felicità di quei momenti condivisi. A mia figlia Valérie piace molto andare da Santa Lucia per i nostri family dinner: è un ristorante che mette tutti d'accordo. Nel 2005 ha fondato un brand di gioielli che porta il nostro cognome. Un giorno, mesi fa, l'ho chiamata e le ho detto: «Devi aprire a Milano, deve essere una tua priorità, non puoi non essere qui». L'Italia, e questa città, sono trend maker, imprescindibili: l'ho convinta e prossimamente inaugurerà una boutique nel Quadrilatero.

I tessuti della sartoria TINCATI. ©Roberto Pietro Jobim Tincati

Questa è la zona che prediligo per lo shopping: il mio sarto è Tincati, ma faccio acquisti anche da Armani, Brioni, Dunhill, Antonia e Dior per le camicie, mentre per le calzature vado da Hermès o da Santoni. Mi diverte anche fare acquisti gourmet: Peck per il formaggio e la frutta, la Macelleria Masseroni per la carne e il gelato da Crema Alta Gelateria.

Il gelato di Crema Alta Gelateria.

Una delle mie passioni è l'arte contemporanea, con qualche incursione nel mondo degli NFT: a Milano la sto scoprendo poco alla volta, attraverso contatti e consigli. Quel che più apprezzo della città, infine, è che tutto è raggiungibile in poche ore: St. Moritz, dove vado a sciare, Pietrasanta per le mostre, il lago di Como, il parco di Monza per una passeggiata fuori porta e la mia amata Venezia, dove vado spesso, soggiornando da Aman. Il prossimo passo che mi manca per completare il quadro, almeno della Milano più classica, è la Scala: un'altra mia passione è la grande opera.

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