il dibattito sulle specializzazioni

Vogliamo essere rispettati

di Laura Antonino (Costa Volpino - BG)

1' di lettura

Mi sono iscritta all’albo nel 2012, per cui mi ritengo ancora un pulcino della categoria, forse peccherò di ingenuità e inesperienza, ma ritengo che non abbiamo bisogno di specializzazioni, non abbiamo bisogno di privilegi, l’unica cosa di cui abbiamo davvero necessità in questo momento storico è essere riconosciuti: 1) abbiamo il diritto di poter lavorare dignitosamente, con indicazioni chiare e temporalmente congrue, senza dover annaspare tra una scadenza e l’altra, fra proroghe annunciate e formalizzate l’ultimo minuto; 2) abbiamo il diritto di essere ascoltati e convocati nei tavoli che ci competono: siamo l’anello di congiunzione fra il fisco e milioni di contribuenti; 3) abbiamo il diritto di essere riconosciuti quali appendice della Pa, in quanto lavoriamo sostanzialmente al servizio della macchina statale, spesso a titolo gratuito. Non vogliamo essere privilegiati, vogliamo essere rispettati. È il momento di ridare il giusto valore alla professione del commercialista, non svuotarla di significato creando una molteplicità di sotto-specializzazioni. Altrimenti, la nostra categoria è destinata a estinguersi, ma non perché il mercato ci divorerà, bensì perché nessuno vorrà più esercitare questa professione.

L'intervista con Miani

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