fotografia

Vogue: i maestri della fotografia per volare altrove

Fino a giugno è gratutito l’accesso all’heritage di Vogue Archive

di Maria Laudiero

3' di lettura

La cover bianca come il White album dei Beatles. Bianca non a indicare la resa ma il rispetto e la rinascita, per cercare di disegnare “una mappa del mondo che ci aspetta”. Così Emanuele Farneti insieme a Ferdinando Valeri (Director e artistic director di Vogue), hanno deciso di congelare il numero previsto per aprile e firmare un nuovo progetto per “parlare del mondo attraverso la moda”. Perché la ragione d'essere di Vogue non è solo quella di intrattenere, ma di fare da ponte sul momento che viviamo con consapevolezza e guardando in avanti.

Fashion, Luxury & Ethics, sono keywords nella direzione di Vogue Italia targata Farneti, grazie al quale potremmo accedere (gratuitamente!) fino a giugno all'heritage di Vogue Archive, come già accade per le pubblicazioni Condè Nast.

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L'archivio inaugurato nel 2013 in occasione del cinquantenario della rivista racchiude i numeri dal 1964 ad oggi. Fra le varie sezioni del sito spicca la voce dedicata ai maestri della fotografia che hanno realizzato le più importanti campagne sia editorial che advertising divenute poi emblema identitario del mensile. Del sodalizio fra i fotografi e Vogue Farneti dichiara: “Il successo della direzione di Franca Sozzani, quella che ha reso Vogue Italia un'icona internazionale, nasce dalla sua capacità di mettere assieme un gruppo di grandi fotografi, che non si sono limitati a ritrarre la moda: l'hanno usata come linguaggio per raccontare l'attualità.

Meisel, Lindbergh, Testino, Roversi, Klein, Weber e tanti altri: le loro immagini, attraverso i vestiti, inquadrano il mondo. Per questo abbiamo pensato che regalare l'accesso al nostro archivio, e quindi ai loro lavori di una vita, fosse un modo per permettere ai lettori di volare altrove, sulle ali della fantasia e della bellezza”.

Fra i grandi che hanno realizzato le cover Steven Meisel uno dei massimi fotografi del fashion system contemporaneo, ha saputo ridefinire il linguaggio visuale dello shooting. Gli inizi lo vedono illustratore di moda. Paolo Roversi il primo ad utilizzare la Polaroid con formato 20x25 fece da apripista alla sperimentazione. Mert & Marcus, hanno impostato la loro tecnica sul controllo del processo digitale e il lavoro di post-produzione ispirandosi alla figura iconica di Guy Bourdin.

Un immaginario surreale definito da molti post-punk, ambisce ad un mondo iperrealista che ruota intorno alla luce e alle tonalità, un ibrido fra le suggestioni turche e l'anima gallese che richiama le patrie dei due artisti. Inez & Vinoodh attenti ad ogni singolo dettaglio formale, creano contenuti attraverso l'high-tech.; storico il sodalizio con Lady Gaga.

Discorso a parte, il numero di gennaio di quest'anno completamente improntato alla sostenibilità (sul tema da approfondire anche il progetto Vogue Yoox Challenge- The Future of Responsible Fashion, ideato insieme a Federico Marchetti CEO di Yoox). In ottemperanza ad un manifesto etico siglato da tutti i vertici delle innumerevoli edizioni, la scelta per la prima volta di non realizzare servizi fotografici ma di invitare creativi e artisti come Yoshitaka Amano e Vanessa Beecroft ad illustrare la fashion story di Vogue. Sebbene possa risultare alquanto nonsense in questo momento ipotizzare come possa essere rimodulata l'editoria delle riviste che come Vogue si occupano principalmente di moda Farneti precisa: “Il nostro numero di gennaio è stato purtroppo in qualche modo profetico. Tre mesi fa voleva essere una semplice provocazione l'immaginare di poter realizzare un'edizione di Vogue senza scattare nemmeno una fotografia di moda, ma adesso, con tutto il mondo in lockdown, diventa difficile capire come produrre nuovi contenuti. Ci verrà in soccorso la creatività. In questo momento l'attenzione è tutta giustamente concentrata sulla salute pubblica, ma quando verrà il momento di ricostruire, occorrerà ricordarsi che la moda è la seconda industria del Paese, che dà sostentamento a centinaia di migliaia di famiglie, e rappresenta un fattore decisivo per la percezione dell'Italia nel mondo”.

A questo proposito va sottolineato un dato importante, le ultime stime riportate da una analisi dell'Aria studi Mediabanca in collaborazione con Prometeia, evidenziano come il settore della moda in Italia valga ad oggi 71,7 miliardi di euro con un peso in costante crescita sul Pil del 1,2% contro l'1,1% del 2014.

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