Volkswagen, ipotesi taglio 30mila dipendenti. Il sindacato: «Assurdo»
L’accelerazione del processo di elettrificazione e la concorrenza in casa, a pochi chilometri da Berlino, di Tesla, imporrebbe un cambio di marcia al colosso tedesco. Il ceo Diess smentisce
di Alberto Annicchiarico
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Che la transizione energetica nell’automotive e il passaggio al motore elettrico avrebbe avuto un costo in termini di occupazione, tra il 20 e il 40% in Europa, si sapeva. Ora cominciano a saltar fuori i numeri. In realtà tornano. Il ceo del gruppo Herbert Diess avrebbe prospettato il 24 settembre al consiglio di sorveglianza di Volkswagen di valutare la possibilità di tagliare fino a 30.000 posti di lavoro per ridurre i costi e migliorare la competitività con concorrenti come Tesla e le new entry cinesi, secondo quanto riportato dal quotidiano economico tedesco Handelsblatt.
Un portavoce del consiglio di fabbrica, guidato da maggio da Daniela Cavallo, ha definito questa ipotesi «assurda e infondata». I consiglieri si sono sentiti «presi alla sprovvista», perché nessuno tra i rappresentanti del consiglio di fabbrica, Land della Bassa Sassonia e della famiglia Porsche/Piech (che controllano il primo azionista di Volkswagen, Porsche Automobil Holding SE, con il 31,4% e più della metà dei diritti di voto) si aspettava una comunicazione di tale tenore.
Questo piano ricalca quello già presentato da Diess a fine 2016, poi tradotto a marzo scorso in una tranche da 5mila uscite di cui un migliaio prepensionamenti, per abbassare i costi del 5% entro il 2023. Sembra che le condizioni siano cambiate, con l’accelerazione spasmodica dei programmi di elettrificazione di tutti i protagonisti del settore.
«Non c’è dubbio che dobbiamo affrontare la competitività del nostro stabilimento di Wolfsburg in vista di nuovi player sul mercato», ha replicato al giornale tedesco il portavoce di Vw, Michael Manske. «Il dibattito è in corso e ci sono molte buone idee, ma non ci sono scenari concreti».
Il problema numero uno è il confronto con l’ingresso sul campo di gioco, in Germania, del produttore americano guidato da Elon Musk. La nuova gigafactory di Gruenheide, a 50 minuti da Berlino, stabilisce degli standard che sfidano Volkswagen in casa sua. E potrebbe entrare in funzione entro l’anno, se verranno concesse le autorizzazioni dall’Autorità per l’Ambiente del Brandeburgo, il Land che circonda la città stato e capitale Berlino. Tesla produce la sua Model 3 in 10 ore, mentre Volkswagen impiega 30 ore per realizzare un ID.3. La casa californiana prevede di produrre 500.000 auto all’anno in Germania con 12.000 dipendenti, mentre i 25.000 in forza nella fabbrica di Wolsfburg per Volkswagen producono 700.000 auto.
In seguito alle indiscrezioni giovedì 14 ottobre Diess avrebbe parlato di una concorrenza sempre più feroce con Tesla durante una riunione con i suoi vertici. Il quartier generale del gruppo deve «diventare più efficiente, più veloce», ha sottolineato il capo di Vw in una conferenza interna ad Alpbach, in Austria, secondo fonti presenti alla riunione. Ha ribadito che questo inizialmente non avrà conseguenze dirette sui posti di lavoro. «Quando penso a Wolfsburg, non ho in mente tagli di posti di lavoro», avrebbe sottolineato Diess. «Non si tratta di questo. Per me si tratta di come lavoriamo insieme. Abbiamo bisogno di un nuovo modo di pensare. Non si tratta solo del marchio Vw, ma anche del gruppo». Non resta che attendere.
I veicoli elettrici hanno molte meno parti di un’auto con motore a combustione interna e quindi richiedono meno lavoratori per la produzione. Secondo una stima, entro il 2025 si potrebbero perdere 100.000 posti di lavoro soltanto nell’industria automobilistica tedesca. Lo stabilimento Volkswagen di Wolfsburg, il più grande del mondo con oltre 50.000 dipendenti, attualmente non produce veicoli elettrici, ma la seconda casa automobilistica del mondo ha previsto di riconvertirla nel quadro del cosiddetto “Project Trinity”, che dovrebbe prendere il via nel 2026. Forse Diess comincia a pensare che sia necessario abbreviare il processo.
Lo scorso gennaio il ceo del brand Vw, Ralf Brandstaetter, aveva ricordato come la rivoluzione elettrica per il gruppo sia iniziata nel 2015 e come quello che si chiamava Project Neo si poi diventata ID.3, il primo veicolo sulla piattaforma modulare per auto elettriche MEB. «Ora è il momento per il prossimo passo - afferma il Ceo della marca Volkswagen - per Project Trinity che «con Trinity raggiungeremo un livello di guida autonoma 2+ e prepareremo il livello 4». Nel post di Brandstaetter si parlava di approccio «radicalmente nuovo» e di Wolfsburg come «fiore all’occhiello per processi di produzione innovativi e completamente collegati in rete».
Project Trinity sarà una berlina sportiva elettrica di nuova generazione, realizzata sulla futura piattaforma Scalable Systems Platform (SSP) del gruppo. L’auto sarà dotata di un’assistenza alla guida di Livello 2+. In una seconda fase dovrebbe spingersi fino al Livello 4.
Intanto Volkswagen sta anche valutando di quotare la propria divisione di ricarica per auto ed energia oltre ai già esistenti piani di Ipo per la sua divisione batterie, ha dichiarato il chief technology officer Thomas Schmall a Manager Magazin in un’intervista. Schmall ha affermato che non è stato ancora deciso nulla e che probabilmente ci vorranno fino a due anni prima che le nuove società vengano costituite e siano effettivamente pronte per il mercato azionario.«Dobbiamo anche pensare in termini di sistemi complessivi», ha detto Schmall, riferendosi alla soluzione di Tesla,che ha sviluppato una propria rete di ricarica, sistemi solari per l’elettricità verde e polizze assicurative.
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