Von der Leyen: «Indagine su auto elettriche cinesi». E arruola Draghi sulla competitività
Ultimo discorso sullo stato dell'Unione europea della presidente della Commissione: «Ho chiesto a Mario Draghi, una delle grandi menti economiche europee, di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea»
di Beda Romano
3' di lettura
La Commissione europea ha annunciato oggi, mercoledì 13 settembre, l'apertura di una indagine anti-sussidi sulle importazioni di auto elettriche cinesi. L'annuncio, fatto dalla presidente dell'esecutivo comunitario Ursula von der Leyen durante l'annuale discorso sullo Stato dell'Unione, giunge dopo che negli ultimi mesi le vendite di auto provenienti dalla Cina sono aumentate enormemente, provocando la viva preoccupazione delle case automobilistiche europee.
«I mercati globali sono invasi da auto elettriche cinesi particolarmente economiche – ha detto davanti al Parlamento europeo la signora von der Leyen -. Il loro prezzo è tenuto artificialmente basso da enormi sussidi statali. Questa tendenza provoca distorsioni di mercato. Oggi voglio annunciare che la Commissione europea sta avviando un’indagine anti-sovvenzioni sui veicoli elettrici provenienti dalla Cina. L’Europa è aperta alla concorrenza; non a una corsa al ribasso».
Il discorso della presidente della Commissione europea qui a Strasburgo è l'ultimo di questa legislatura (2019-2024). Il suo obiettivo è triplo: rivendicare gli obiettivi raggiunti in questi ultimi quattro anni; difendere dalle critiche il Patto Verde, noto in inglese come Green Deal, e affrontare la prossima campagna elettorale. Secondo gli ultimi sondaggi, i partiti più radicali, soprattutto a destra, sono destinati ad ottenere risultati migliori rispetto alla tornata precedente.
I dubbi di molte fasce della popolazione europea sul Patto Verde – economicamente costoso - sono diventati una arma nelle mani dei partiti più espremisti. Non per altro nel suo discorso di venti pagine, la signora von der Leyen ha esortato al dialogo. «Abbiamo bisogno di maggiore dialogo e di una minore polarizzazione» della scena politica, ha detto l'ex ministra tedesca. Bruxelles vuole lanciare dialoghi strategici sia con il mondo industriale che con il mondo agricolo.
«Modernizzazione e decarbonizzazione possono andare di pari passo», ha aggiunto l'ex ministra tedesca. «Continueremo a sostenere l’industria europea durante la transizione ambientale», ha promesso, sottolineando che negli ultimi cinque anni il numero di siti produttivi di acciaio pulito nella Ue è passato da 0 a 38. In questo senso, la presidente della Commissione europea ha voluto confermare gli obiettivi ambientali dell'Unione europea, tra cui la neutralità climatica entro il 2050.
Sul versante economico, l'esecutivo comunitario ha messo l'accento su tre aspetti: le difficoltà a trovare lavoratori qualificati, l'andamento dell'inflazione, e gli ostacoli amministrativi e burocratici all'imprenditoria. Sul primo fronte, la signora von der Leyen ha preso posizione a favore dell'immigrazione di lavoratori qualificati. Secondo gli ultimi sondaggi, il 74% delle piccole e medie imprese è in difficoltà nel trovare manodopera specializzata.
Quanto all'inflazione, il suo calo negli ultimi mesi non è attribuibile solo alla politica monetaria restrittiva della Banca centrale europea, ma anche ad alcune scelte politiche, come l'acquisto congiunto di gas sui mercati internazionali o l'aumento della produzione di energia rinnovabile. «Dobbiamo pensare a come replicare questo modello di successo in altri campi, come le materie prime critiche o l’idrogeno pulito», ha spiegato l'ex ministra tedesca.
«Queste sfide giungono in un momento in cui chiediamo all’industria di guidare la transizione pulita. Dobbiamo quindi guardare avanti e decidere le politiche per rimanere competitivi. In questo senso, ho chiesto a Mario Draghi - una delle grandi menti economiche europee - di preparare un rapporto sul futuro della competitività europea. Perché l’Europa farà “tutto il necessario” (‘whatever it takes') per mantenere il proprio vantaggio competitivo».
Infine, nel suo discorso la presidente von der Leyen ha dedicato grande spazio al tema dell'intelligenza artificiale, una invenzione che rischia di scapparci di mano, diventando per l'umanità una seria minaccia più che un nuovo strumento. In questo contesto, Bruxelles vuole promuovere un quadro regolamentare globale che preveda confini chiari nell'uso della nuova tecnologia, una nuova governance a livello internazionale, e norme che limitino il processo di innovazione.
L'intelligenza artificiale «migliorerà l'assistenza sanitaria, aumenterà la produttività, affronterà il cambiamento climatico. Ma non dobbiamo sottovalutare le minacce reali – ha avvertito la signora von der Leyen -. Centinaia di importanti sviluppatori, accademici ed esperti di IA ci hanno messo in guardia con le seguenti parole: Mitigare il rischio di estinzione derivante dall’IA dovrebbe essere una priorità globale insieme ad altri rischi su scala sociale, come le pandemie e la guerra nucleare».
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