Voto su Brexit non scuote le Borse. Piazza Affari +1,6% con le banche, spread giù a 253
di Flavia Carletti
3' di lettura
La bocciatura dell'accordo tra Ue e Londra sulla Brexit da parte della Camera dei Comuni inglese non ha provocato scossoni sui mercati continentali. Gli investitori davano per scontato il voto contrario e ora aspettano l'evolversi della situazione. Intanto, a Piazza Affari il recupero delle banche ha sostenuto il Ftse Mib, che ha chiuso il progresso dell'1,63%, maglia rosa in Europa. Più indietro ma in terreno positivo il Cac40 a Parigi e il Dax30 a Francoforte. Più debole il Ftse100 a Londra. Chiusura in territorio positivo per Wall Street: il Dow Jones sale dello 0,57%, il Nasdaq avanza dello 0,15%, mentre lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,21 per cento.
A Piazza Affari, dopo due sedute negative, hanno ripreso vigore le banche, che con le loro performance hanno sostenuto il listino milanese. Le tensioni sul comparto bancario, provocate dalle indicazioni della Bce su Mps relative agli Npl, sono iniziate venerdì scorso e nelle prime sedute settimanali i titoli hanno accusato forti vendite.
Unicredit guida i bancari al rialzo
Oggi il rialzo è stato guidato da Unicredit (+5,8%), che ha comunicato in mattinata di poter avere «un impatto basso, a una sola cifra in termini di punti base, sul suo Cet1» dovuto alla copertura aggiuntiva dello stock di crediti deteriorati «per ogni anno fino al 2024», aggiungendo, per quanto riguarda la situazione attuale, di giudicare «pienamente adeguato» il suo indice di copertura che si attesta al 62% dello stock di deteriorati. In luce anche Finecobank (+5,6%), Intesa Sanpaolo (+3,7%) e Ubi Banca (+3,8%). Gli acquisti hanno premiato tutto il comparto: Banco Bpm +2,96%, Mediobanca +2,30%, Bper Banca +2,2% e anche le principali banche estere hanno guidato i rispettivi listini.
A Francoforte Commerzbank ha guadagnato il 7,42% e Deutsche Bank l'8,39%; a Parigi SocGen ha chiuso a +4,15%, Crédit Agricole a +3,92% e Bnp Paribas a +3,32 per cento. Per quanto riguarda le banche tedesche, secondo indiscrezioni stampa, i regolatori europei per Deutsche Bank preferirebbero la soluzione di una aggregazione con altra banca rispetto alla rivale tedesca Commerzbank.
Euro in rimonta, sterlina poco mossa
Sul fronte dei cambi, la moneta unica si è rafforzata e passa di mano a 1,1403 dollari (1,1397 in avvio e 1,1398 ieri in chiusura), e a 124,177 yen (123,77 in avvio), con il biglietto verde che vale 108,899 yen (108,607 in avvio). La sterlina è rimasta invariata verso l'euro, con la moneta unica a 0,8864 pound, mentre ha leggermente perso terreno verso il biglietto verde, con una sterlina scambiata a 1,2862 dollari (1,288 in avvio). Il prezzo del contratto sul petrolio Wti consegna Marzo in chiusura dei mercati europei sale dello 0,2% a 52,5 dollari al barile
Risparmio gestito in evidenza, bene la galassia Exor
In luce anche il comparto del risparmio gestito, sulla notizia che entro febbraio sarà pronto il decreto attuativo che renderà operativi i nuovi Pir, sulla base di quanto previsto dalla legge di Bilancio 2019. Banca Generali ha guadagnato il 3,08%, Azimut +1,65%, Banca Mediolanum 2,32% e Anima Holding +6,41%. In terreno positivo la galassia Exor (+2,17%), con Cnh Industrial (+1,7%), Fca (+1,2%) e Ferrari (+1%). Questa mattina sono stati pubblicati i dati sulle immatricolazioni auto in Europa per il 2018. Il gruppo automobilistico italo-statunitense ha registrato una flessione del 2,3%, in un mercato pressoché stabile, mantenendo comunque la quota di mercato. A impressionare, soprattutto la performance del marchio Jeep, che nell’anno appena trascorso ha fatto registrare un aumento del 56,2% delle immatricolazioni a 163.623 unità. Il titolo Juventus, colpito dai realizzi per gran parte della seduta, ha ripreso slancio sul finale (+0,72%).
Spread con Bund chiude in netto calo a 253 punti
Giornata in netta discesa per lo spread tra BTp e Bund, all’indomani del voto negativo del Parlamento britannico sull'accordo tra Londra e Bruxelles per un'uscita regolata della Gran Bretagna dalla Ue. Il differenziale di rendimento tra il decennale benchmark italiano (Isin IT0005340929) e il pari scadenza tedesco è indicato nel finale a 253 punti base, rispetto ai 267 punti base della chiusura di ieri. Scende anche il rendimento del BTp decennale benchmark che chiude la giornata al 2,76%, dal 2,87% del riferimento della vigilia.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
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