Elezioni in Francia, risultati definitivi: ballottaggio Macron-Le Pen. Astensione oltre il 26%
Il presidente uscente ha ottenuto il 27,85% dei voti, contro il 23,15% della rivale Marine Le Pen
di Riccardo Sorrentino
I punti chiave
- Gli altri candidati
- Macron in testa anche nei sondaggi per il ballottaggio
- Il voto a Parigi, Marsiglia, Lione
- Il voto a Le Touquet e a Mosca
- Macron: «Inventiamo qualcosa di nuovo»
- Le Pen: «Il disordine contro la giustizia sociale»
- Le indicazioni di voto
- I flussi di voto
- Il voto nel 2017
- Bassa la partecipazione
3' di lettura
Emmanuel Macron è stao il candidato più votato al primo turno delle presidenziali francesi. Nei risultati definitivi diffusi dal ministero dell’Interno, il presidente uscente ha il 27,85% mentre Marine Le Pen il 23,15%. Il 24 aprile i due contendenti si sfideranno di nuovo, come nel 2017, per la conquista dell’Eliseo.
Gli altri candidati
Terzo è l’ex socialista di sinistra Jean-Luc Mèlenchon, leader di La France Insoumise, con il 21,95% (i sondaggi puntavano al 17,2%). Eric Zemmour ha raccolto il 7,05% (i sondaggi puntavano al 9,3%), la neogollista Valérie Pécresse il 4,79% (i sondaggi puntavano all’8,3%), e l’ecologista Yannick Jadot il 4,58% (i sondaggi puntavano al 5%).
La socialista Anne Hildalgo, sindaco di Parigi, ha raccolto l’1,74% (i sondaggi puntavano al 2%), ed è stata superata da alcuni candidati “minori” come il conservatore Jean Lassalle di Résistons, al 3,16%, Fabien Roussel, comunista, al 2,31% e Nicolas Dupont-Aignan di Debout La France, un altro movimento di destra radicale, al 2,07% .
Viva la delusione ai quartier generali di Mélenchon, che puntava davvero al secondo turno, tra i socialisti, ai minimi storici, e tra i Rèpublicains. «Sono certo che ben presto vinceremo», ha detto Zemmour riconoscendo «alcuni errori».
Macron in testa anche nei sondaggi per il ballottaggio
I primissimi sondaggi sul secondo turno, pubblicato dopo la fine delle votazioni, danno risultati piuttosto diversi: Ifop-Fiducial dà Macron al 51% e Le Pen al 49%, un testa a testa molto incerto; Ipsos Sopra-Steria e OpinionWay, invece, danno il presidente uscente al 54% e la candidata della destra radicale al 46%. Il margine d’errore è del 3%.
Il voto a Parigi, Marsiglia, Lione
Nella capitale, il più votato è stato Macron, con il 35,49%, seguito da Mélenchon con il 29,93%, da Zemmour con l’8,20% e da Jadot con il 7,57%. A Marsiglia ha prevalso Mélenchon, con il 31,12%, seguito da Macron (22,62%), Le Pen (20,89%) e Zemmour (11,10%). A Lione ha vinto Macron (31,84%), seguito da Mélenchon (31,06%), Le Pen (8,97%) e Jadot (7,67%):
Il voto a Le Touquet e a Mosca
A Le Touquet-Paris-Plage, sulla Manica, dove Macron ha la residenza, il presidente uscente ha ottenuto il 55,8% dei voti (erano il 30% nel 2017), seguito da Zemmour (11,6%), Pécresse (11,3%) e Le Pen (10,7%) e Mélenchon (3,9%). All’ambasciata francese a Mosca, invece, ha prevalso Zemmour con il 26,8%, seguito da Macron (23,2%), Le Pen (20,8%) e Mélenchon (13,4%).
Macron: «Inventiamo qualcosa di nuovo»
«Non ci illudiamo, niente è definitivo», ha detto Macron in un discorso al suo quartier generale. «Il dibattito che avremo nei prossimi quindici giorni sarà decisivo per il nostro paese e per l’Europa», ha aggiunto evocando «una Francia che continui a dare fiducia alla scienza, alla ragione, alla competenza, come abbiamo fatto in questi ultimi anni». Ha fatto inoltre appello agli altri candidati per formare «un grande movimento di unità e di azione» e ha detto di «essere pronto a invantare qualcosa di nuovo per mettere insieme le diverse convizioni e sensibilità».
Le Pen: «Il disordine contro la giustizia sociale»
«Tutti coloro che non hanno votato per Emmanuel Macron - ha intanto detto Marine Le Pen - sono invitati a unirsi al nostro rassemblement popolare al fine di ottenere la grande alternanza di cui la Francia ha bisogno», aggiungendo: «Assicurerò l’indipendenza nazionale, controllerò l’immigrazione e ristabilirò la sicurezza per tutti. Rimetterò la Francia in ordine in cinque anni». Il 24 aprile, ha concluso, «si farà una scelta di società e anche di civiltà»: una scelta «tra due visioni opposte del paese: la divisione e il disordine o l’unione dei francesi attorno alla giustizia sociale garantita da un quadro di fraternità».
Le indicazioni di voto
Hidalgo e Jadot hanno già dato indicazione di votare Macron al secondo turno, e Roussel ha invitato a evitare la vittoria di Le Pen votando «la sola scheda a nostra disposizione».
Mélenchon ha detto che «non bisogna dare un solo voto a Marine Le Pen». Molti seguaci di Lassalle voteranno intanto scheda bianca. Diversificate le posizioni tra i neogollisti: Pécresse, che si si è assunta piena responsabilità della sconfitta, ha invitato a votare il presidente uscente (Le Pen «è vicina a Putin», ha ricordato), e così Michel Barnier («senza esitare») e Rachida Dati, ex ministro della Giustizia, mentre Eric Ciotti, dalle posizioni molto vicine a quelle del Rassemblement national di Le Pen ha dichiarato che personalmente non voterà per Macron.
Il voto nel 2017
Nel 2017, al primo turno, Macron prese il 24% dei voti, Le Pen il 21,3%, il neogollista François Fillon, travolto dallo scandalo della moglie “finta assunta” al Parlamento europeo il 20%, Mélenchon il 19,6% e il socialista Benôit Hamon, al quale era toccato il triste compito di riempire il vuoto politico creato dal presidente uscente François Hollande, il 6,4 per cento.
Bassa la partecipazione
Molto bassa la partecipazione. L’astensione è stata del 26,31%, il livello più alto dal primo turno presidenziale del 2002, quando fu del 28,4%. In quell’occasione si diedero battaglia Jacques Chirac, Jean-Marie Le Pen e Lionel Jospin.
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