Voucher, Poletti: uso da limitarsi solo alle famiglie
di Nicola Barone
2' di lettura
«Penso che la norma sui voucher vada modificata e che ne vada drasticamente limitato l'uso. Penso che vadano usati dalle famiglie per piccoli lavori e non dalle imprese, che hanno i contratti di lavoro». È la posizione sulle proposte di cambiamento della normativa attuale, ora all'esame del Parlamento, espressa dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, a margine di una conferenza stampa. A suo dire i governi Renzi e Gentiloni «non hanno fatto nulla nella direzione dell'estensione» dell'uso. Ma sono andati nella direzione opposta, ovvero quella della limitazione dell'utilizzo come la tracciabilità dei buoni per il lavoro accessorio. Poletti ha definito «insignificante» l'effetto dell'aumento del limite dell'utilizzo per singolo prestatore da 5.000 a 7.000 euro dato che la grandissima parte dei prestatori resta sotto la soglia minima.
Secondo i dati diffusi oggi sulle ispezioni sul lavoro nel 2016 sono state rilevate circa 2.700 violazioni sull'uso dei voucher. Dall'8 ottobre, quando è entrata in vigore la norma sulla tracciabilità a fine 2016 sono state registrate 284 violazioni dell'obbligo di comunicazione con sanzioni amministrative per oltre 227.000 euro. Questo evidenzia «un sostanziale rispetto dell'obbligo». Sono infatti arrivate oltre due milioni di comunicazioni sull'uso dei buoni.
Il 63% delle aziende ispezionate è fuori regola
u un numero complessivo di 191.647 aziende controllate il tasso di irregolarità riscontrato è pari al 63 per cento. Presentando i dati sull'attività di vigilanza nel 2016 del nuovo Ispettorato nazionale del lavoro, il ministero guidato da Poletti indica che «nel corso delle verifiche sono state rilevate 120.738 aziende irregolari sul totale di quelle ispezionate. I contributi e i premi evasi complessivamente recuperati in occasione degli accertamenti svolti nel 2016 - viene sottolineato nel rapporto - ammontano a 1.101.105.790 euro». Il dicastero sottolinea come i dati evidenzino «la realizzazione di una significativa azione di contrasto degli illeciti sostanziali».
Le verifiche si sono concentrate in particolare nel contrasto al lavoro sommerso, erogando più di 43.000 sanzioni con un incremento del 3,6% rispetto al 2015. Per la prima volta poi, grazie alla nuova normativa, gli ispettori hanno agito nel contrasto al caporalato, effettuando in agricoltura 8.042 ispezioni riscontrando un tasso di irregolarità superiore al 51% con 5.512 lavoratori fuori norma di cui quasi 4.000 in nero; sono stati infine adottati 349 provvedimenti di sospensione dell'attività imprenditoriale.
Poletti sottolinea che grazie al ispettorato nazionale unico che mette insieme le forze del ministero del Lavoro, Inps e Inail verranno limitati gli accessi plurimi nelle stesse aziende, «riducendo così gli elementi di disagio per le imprese». Rispetto al numero degli ispettori, leggermente in calo rispetto all'anno precedente, Poletti evidenza infine che nell'ambito della riforma Madia è giusto che «il tema del lavoro e della sicurezza venga inserito nelle priorità rispetto a un aumento delle forze in campo». Oltre al lavoro nero e al caporalato le ispezioni hanno individuato diversi illeciti nell'ambito delle esternalizzazioni con un incremento del 39%. Quanto al mondo delle cooperative su un totale di 3.954 aziende ispezionate 2.106 sono risultate non conformi.
- Argomenti
- Giuliano Poletti
- Inail
- Inps
- Voucher
loading...