Vino, cambio generazionale per Folonari
Ambrogio passa il testimone al figlio Giovanni: dal Chianti a Montalcino e Bolgheri 350 ettari di Docg toscani
di Giorgio dell'Orefice
2' di lettura
Nuovo corso per i vini dell'etichetta toscana Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute. Ieri è stato ufficializzato il passaggio del testimone tra padre e figlio: Ambrogio Folonari ha lasciato la presidenza a Giovanni per restare comunque in azienda con la carica di presidente onorario. Si apre così una nuova fase del lungo percorso di valorizzazione dell'etichetta nata nel 2000 dalla divisione delle due branche della famiglia Folonari prima riunite nel brand Ruffino.
La separazione avvenne proprio con la cessione, prima della maggioranza e poi della totalità del pacchetto azionario dalla storica azienda (attiva fin dal diciottesimo secolo) alla multinazionale Usa del vino e degli alcolici Constellation brand. In quell'occasione Ambrogio e Giovanni Folonari si distaccarono dal resto della famiglia assumendo in prima persona la gestione di alcune tenute storiche.
«Il passaggio del testimone – dice il neo presidente, Giovanni Folonari – è solo l'ultimo tassello di un percorso di valorizzazione che parte da lontano. Ai tempi della nostra separazione familiare, al di là della cessione di Ruffino, c'erano anche altre divergenze di opinione. Io e mio padre eravamo i soli convinti della necessità di investire e scommettere sulle identità dei diversi territori toscani a cominciare da Bolgheri. Ed è quanto abbiamo realizzato. E così è nata la nuova azienda che mette insieme circa 350 ettari di vigneti dal Chianti Classico a Montalcino, da Bolgheri a Montepulciano dalla Maremma al Montecucco» Ma la strategia fondata sull'innalzamento qualitativo delle produzioni e sulla valorizzazione delle identità territoriali ha avuto un impulso decisivo con i recenti arrivi dell'amministratore delegato Bruno Alvisini e dell'enologo Roberto Potentini. «Col nostro enologo – spiega l'ad Alvisini – abbiamo aggiornato il profilo sensoriale dei vini. Ci siamo allontanati da quello “stile toscano” fatto di forti astringenze, tannini pronunciati e una nota amara tipica del Sangiovese vinificato alla vecchia maniera e abbiamo puntato, nel pieno rispetto dei disciplinari di produzione, su vini rossi meno tannici e più morbidi e bianchi più fruttati e meno alcolici. Ma non solo. Perno della nostra strategia di valorizzazione è stata anche la cancellazione di promozioni e scontistiche che abbiamo definitivamente relegato al passato».
E i risultati non mancano. Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute oggi produce circa 1,4 milioni di bottiglie per un giro d'affari di 9 milioni di euro realizzato per il 50% all'estero. «L'altro 50 per cento- conclude Giovanni Folonari – è saldamente in Italia, mercato che vogliamo presidiare anche grazie alla gestione diretta dei circa 4mila clienti sul territorio nazionale. Il tutto senza contare il positivo trend delle strutture ricettive , veri e propri relais, avviati a Greve in Chianti nella tenuta di Nozzole e a Borgo Cabreo ai quali va aggiunta la tenuta Fuga di Montalcino».
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