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Wall Street ha chiuso un trimestre d’oro grazie a merger e Ipo

di Marco Valsania

Mercati: scegliere il rischio in portafoglio tra Usa ed Emergenti

3' di lettura

NEW YORK - Wall Street ha archiviato il trimestre migliore in quasi un decennio. Anche se dovrà adesso dimostrare che il periodo gennaio-marzo non è stata un'eccezione positiva per il 2019, date le ombre che nel frattempo si sono addensate sull'economia mondiale e americana. Gli investitori negli ultimi mesi sono sembrati riporre fiducia anzitutto nella Federal Reserve e nelle altre banche centrali, che si sono impegnate a mantenere politiche monetarie accomodanti e di sostegno alla crescita proprio a fronte delle nuove incognite. La Fed ha di fatto escluso strette sui tassi d'interesse entro dicembre e fermerà presto la riduzione del suo portafoglio di asset.

Una brusca correzione al ribasso avvenuta sul finire dell'anno scorso ha inoltre offerto maggiori opportunità e margini di guadagno ai prezzi azionari. Il risultato e' stato ragguardevole: l'indice Standard & Poor's 500, il piu' rappresentativo delle principali societa' statunitensi, ha terminato lo scorcio iniziale dell'anno con un balzo del 13%, un record dal 2009. Il Dow Jones, con i suoi 30 selezionati titoli, e' salito dell'11 per cento. E il Nasdaq, carico di titoli tecnologici a piu' alto potenziale di crescita come anche di rischio, si e' impennato di ben il 16 per cento.

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I titoli tech e Internet sono saliti alla ribalta con una corsa agli Ipo - i collocamenti azionari iniziali - che potrebbe portare il 2019 a mettere a segno massimi storici negli sbarchi in Borsa: in chiusura di trimestre l'ottimismo degli investitori e' stato qui evidenziato dallo sbarco di Lyft, il pioniere del trasporto alternativo, che venerdi' si e' quotato a un prezzo superiore alle attese e ha guadagnato quasi il 9% nella prima seduta di scambi. Nel trimestre protagonisti della new economy gia' quotati quali il social network Facebook e il re dello streaming Netflix hanno a loro volta beneficiato degli appetiti degli investitori incassando rialzi rispettivamente del 27% e del 33%, aiutati dalla prospettiva che le aziende del settore continueranno a macinare profitti anche qualora altri comparti rallentassero.

Tech e Internet non sono stati i soli segmenti a distinguersi per guadagni azionari. Accanto a loro ci sono state le aziende dell'energia, forti di marchi quali Devon Energy e Hess Corp. che hanno messo a segno balzi di oltre il 40 per cento. Un nuovo rialzo nei prezzi del petrolio - che hanno registrato il maggior rincaro trimestrale dal 2002, pari al 32% nel caso del Wti americano e del 27% per il Brent - ha sostenuto simili titoli.
Gli investitori, nell'insieme, sembrano scommettere che per il momento la crescita americana - e con essa i bilanci delle aziende - sappia continuare a dimostrarsi resistente alle tensioni e a sorprendere positivamente. Che sappia cioe' evitare eccessivi raffreddamenti contagi della debolezza, a cominciare da temute, particolarmente per la Borsa, recessioni dei profitti - vale a dire due trimestri consecutivi di flessioni negli utili della Corporate America.

La tenuta del clima di business negli Stati Uniti, agli occhi degli ottimisti, trova prove e sostegno, oltre nei programmi di Ipo delle aziende, nell'attivita' di fusioni e acquisizioni. Il Nordamerica e' rimasto qui all'avanguardia in un momento apparso altrove delicato, mettendo a segno un incremento dei volumi dei deal pari al 2% a 470 miliardi di dollari. Un aumento che ha lenito timori derivati da battute d'arresto che hanno invece avuto luogo altrove nel mondo pagando lo scotto della debolezza economica, a cominciare da Asia e Europa. I volumi globali dei merger sono infatti scivolati del 17% a 913 miliardi, stando ai calcoli di Dealogic, con l'Europa franata del 60% e l'Asia del 23 per cento. Nell'America del Nord operazioni sono al contrario ancora fiorite nel settore finanziario, ad esempio con il colpo da 28,2 miliardi di dollari che ha visto la grande banca regionale BB&T rilevare la rivale SunTrust Banks. Tech e sanita' hanno a loro volta evidenziato continua robusta attivita': Fidelity National Information Services ha comprato Worldpay nei servizi din pahgakento mobili per 35 miliardi; Danaher la divisione biotecnologica di Ge per 21,4 miliardi. E procede un matrimonio da 74 miliardi - il piu' ricco dell'anno finora - tra le farmaceutiche Bristol-Myers Squibb e Celgene.

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