Warner Bros Discovery perde 3,4 miliardi, basta al primato direct to consumer
Il passivo legato anzitutto a oneri da fusione. Il Ceo Zaslav rivede il modello di business in cerca di nuovo equilibrio tra streaming, Tv e cinema in sala
di Marco Valsania
3' di lettura
Warner Brothers Discovery ha riportato un bilancio del secondo trimestre gravato da oneri di riorganizzazione e frenate del business che caratterizzano il settore dei media e dello streaming in un momento di doloroso riassetto dopo il boom pandemico. Con il colosso tuttora portatore di 53 miliardi di dollari di debiti da ridurre, il titolo ha ceduto quasi il 12% nel dopo mercato, parte di una protratta ritirata dei protagonisti mediatici americani che da inizio anno ha visto evaporare 400 miliardi di market cap.
Perdite miliardarie
Il gruppo guidato da David Zaslav ha perso 3,4 miliardi nel secondo trimestre dell'anno, che ha visto il debutto formale del nuovo colosso dei media e dello streaming nato merger dal grande da 43 miliardi di dollari tra la prestigiosa WB e lla regine della reality Tv Discovery dello stesso Zaslav. Un passivo superiore alle attese e scavato anzitutto da costi legati al merger e all'integrazione in corso del gruppo, con due miliardi di dollari in svalutazioni e un miliardo in ristrutturazioni e altri oneri. Il giro d'affari ha a sua volta deluso, scivolato del 3% a 9,8 miliardi. Gli abbonati globali alle piattaforme streaming sono aumentati di modesti 1,7 milioni di utenti dai primi tre mesi dell’anno a 92,1 milioni.
La difficile transizione
La società è al centro di quella che i suoi stessi vertici hanno definito una fase di transizione carica di sfide, simbolo delle svolte in atto nell'intero settore. Zaslav, da alcuni già ribattezzato come il vero nuovo mogul di Hollywood, ha messo nero su bianco una strategia che punta a ricalibrare il modello di busines, rivalutando approcci più tradizionali e disciplina finanziaria. Lo streaming, priorità assoluta e protagonista di corse agli eccessi negli ultimi due anni da parte di molti media, diventa una parte importante ma solo una parte delle attività della società. Che cerca invece un equilibrio tra questo e le divisioni cinematografiche e di reti e canali televisivi. Il tutto accompagnato da un atteggiamento “ragionevole” sulla spesa e sui costi. Il “mantra”, pur promettendo di continuare ad attirare talento e offrire un ventaglio di content di qualità e diversificato, è quello di massimizzare la diffusione del contenuto e la sua monetizzazione, quindi la performance dei prodotti.
Risanare lo streaming
Per risanare e rilanciare lo streaming, che nei tre mesi appena conclusi ha tuttora perso 560 milioni, Zaslav vede anzitutto la combinazione dei due servizi di punta in abbonamento dell'azienda, Hbo Max e Discovery+, che decollerà la prossima estate a partire dagli Stati Uniti. In seguito, in nome della flessibilità delle opzioni per coltivare il più ampio numero di consumatori, sta studiando un nuovo servizio gratuito sostenuto dalla pubblicità.Nel nuovo modello d'insieme Zaslav mette al bando produzioni troppo costose per il direct to consumer (secondo indiscrezioni nulla verràò autorizzato sopra i 35 milioni).
Il ritorno del grande cinema
Queste ultimo genere di produzioni, le più care, sono invece riservate al lancio nelle sale cinematografiche, dove il valore del content può crescere prima di arrivare sullo streaming. “Sono completamente a favore dei lanci nelle sale cinematografiche”, ha detto. Al contrario, ha aggiunto, “costosi film direttamente per lo streaming non hanno un impatto paragonabile a quello in sala. Non esistono ragioni economiche o alcun valore per farlo. Quindi la nostra è una svolta di strategia”.
Il caso Batgirl
Azioni in questo senso le ha già prese in concreto: ultimo e eclatante caso la cancellazione nei giorni scorsi del tutto il film Batgirl, destinato a Hbo Max, costato 90 milioni e ormai in post-produzione. Da quanto trapelato è stato giudicato non abbastanza convincente per essere portato in sala, troppo caro e fuori luogo per lo streaming e, per la sua qualità, anche a rischio di danneggiare il valore dell'universo dei personaggi di Dc Comics sui quali punta per futuri film blockbuster. “Dobbiamo far crescere ma anche proteggere” la propdietà intellettuale di Dc Comics, ha spiegato Zaslav. Per quanto riguarda il film cestinato, l’azienda si farà carico delle perdite e, come investimento del tutto inutilizzato, sarà in grado di scaricarlo dalle imposte. Altre iniziative considerate fallimentari o troppo care sono state derubricate dal nuovo regime, da Cnn+ a una costosa serie fantascientifica Demimonde di JJ Abrams.
L’outlook
La società ha previsto che le perdite da streaming avranno picchi quest'anno, per poi lasciar spazio a pareggio e ritorno in attivo nel 2024 e a profitti operativi da almeno un miliardo. Gli abbonati dovrebbero aumentare in modo progressivo di 40 milioni entro il 2025 raggiungendo i 130 milioni.Più in generale l'outlook per il gruppo vede una correzione al ribasso degli utili operativi attesi quest'anno, a 9-9,5 miliardi, legato al clima economico difficile, anche se sono attesi i primi effetti incoraggianti della riorganizzazione e del riorientamento. L'anno prossimo dovrebbero superare i 12 miliardi.
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