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Wartsila, un addendum sospende i licenziamenti e dà tempo a Mitsubishi e Ansaldo energia

Raggiunto un accordo tra la multinazionale e i sindacati al Mimit, che prolunga il vincolo dell’azienda a non aprire alcuna procedura di licenziamento fino alla fine del 2023

di Cristina Casadei

(Imagoeconomica)

3' di lettura

Nella vertenza della Wartsila si allungano i tempi del congelamento dei licenziamenti. Un anno fa la multinazionale finlandese ha annunciato lo stop produttivo nel sito vicino a Trieste, con un importante numero di esuberi (oltre 450), diventando una vertenza simbolo a cui si sono interessati sindacati, industriali, politica ed enti locali. Nel piano di reindustrializzazione in discussione al Mimit sono via via comparsi diversi attori che, però, non sono mai andati oltre alla manifestazione di interesse, presentando piani dettagliati e realizzabili. Oggi rimane solo la manfestazione del tandem Mitsubishi e Ansaldo Energia, a cui ha lavorato lo stesso Governo, ma soprattutto rimane più tempo per trovare una soluzione.

L’accordo sul congelamento dei licenziamenti

Al Mimit, la multinazionale, i sindacati (Fiom, Fim e Uilm) e le istituzioni locali, hanno infatti trovato un nuovo accordo che proroga quello sottoscritto lo scorso 29 novembre del 2022 e che riconferma l’impegno a sostenere il percorso di reindustrializzazione per il sito di Bagnoli e congela i licenziamenti dei 299 lavoratori rimasti. L’intesa sottoscritta integra e dà continuità «ai contenuti dello scorso novembre, compreso il vincolo dell’azienda a non aprire alcuna procedura di licenziamento sino alla scadenza dell’addendum, almeno fino al 31 dicembre 2023», spiegano in una nota Massimiliano Nobis (Fim), Luca Trevisan (Fiom) e Guglielmo Gambardella (Uilm). I sindacati hanno poi acconsentito all’accordo sulla solidarietà che è stato firmato subito dopo.

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La manifestazione di interesse

Nei giorni scorsi è arrivata al Mimit, alle istituzioni locali e a Wartsila la manifestazione di interesse di due importanti società del settore della produzione di energia, Mitsubishi e Ansaldo Energia, che è stata formalizzata e rappresenta una positiva novità per la reindustrializzazione del sito di Trieste. Il 30 settembre ci sarà un nuovo incontro tra le parti per verificare lo stato di avanzamento della manifestazione di interesse e il relativo piano industriale, con gli impegni sulla salvaguardia dell’occupazione.

La continuità occupazionale

Per i sindacati «dare continuità occupazionale e industriale allo stabilimento di Bagnoli per realizzare la filiera della produzione dell’idrogeno, è una scelta di politica industriale che può delineare un nuovo settore strategico per tutto il Paese. Su questo obiettivo intendiamo misurare l’azione del Governo, che deve utilizzare tutte le leve di cui dispone per trasformare la manifestazione di interesse ricevuta in un progetto di reindustrializzazione compiuto, vincolante anche per la stessa Wartsila Italia. Gli stessi ammortizzatori sociali devono essere finalizzati a questo obiettivo e accompagnare alla positiva conclusione della vertenza».

Le reazioni

Il presidente di Confindustria Alto Adriatico, Michelangelo Agrusti, uno dei protagonisti del blocco istituzionale-politico, considera l’accordo dell’altra sera un «primo passo nella direzione giusta. Adesso devono seguirne velocemente altri di passi e bisognerà che Regione e Governo vigilino su questo negoziato apparentemente tra privati tra Mitsubisshi, Ansaldo Energia e Wartsila». Importante, aggiunge Agrusti, è che «il fronte battutosi fin qui, rimanga compatto. È una delle garanzie di tenuta rispetto a questo negoziato complicato», in cui una volta tanto «l’Italia sta facendo sistema: ha dimostrato che tanti soggetti che di solito hanno posizioni diverse, stavolta stanno tutti insieme». Il Governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, considera l’accordo «la base per una soluzione positiva» e sottolinea l’importanza «di garantire la vocazione industriale della fabbrica dedicata all’assemblaggio dei motori di Bagnoli della Rosandra, che deve continuare a essere adibita a produzioni di elevato valore aggiunto, adeguate a valorizzare l’elevato livello professionale dei lavoratori e a riprodurre ricadute positive sul territorio di riferimento». «Il mantenimento delle potenzialità produttive e in sostanza dell’industria triestina va a grande merito della lotta di lavoratori e sindacati che hanno saputo coagulare le forze delle istituzioni, della politica, della Chiesa e di tutta la comunità cittadina - aggiunge la deputata del Pd, Debora Serracchiani -. Le condizioni proposte a Wartsila sono corrette e adesso è il momento di facilitare la transizione ai gruppi interessati a subentrare».

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