Wartsila, piano con 50 milioni di investimenti in Italia, confermato stop produzione a Trieste
Il gruppo ha presentato al ministero delle Imprese e del made in Italy il piano industriale 2023-2025. Previste anche 50 assunzioni tra ricerca e sviluppo e service
di Cristina Casadei
2' di lettura
Investimenti in ricerca e sviluppo, ma conferma dello stop produttivo a Trieste. Il gruppo Wärtsilä ha presentato al ministero delle Imprese e del made in Italy, ai sindacati e alle parti sociali il piano industriale 2023-2025 con cui destinerà circa 50 milioni di euro alla ricerca e sviluppo in Italia su motori a 2 e 4 tempi, da riconvertire, in modalità green, con combustibili a metanolo, ammoniaca e idrogeno, candidandosi a svolgere un ruolo positivo nel processo di decarbonizzazione nei settori di riferimento. L’investimento creerà oltre 50 nuove posizioni in queste attività, nella vendita, nel project management, nel sourcing, nell’assistenza e formazione. Altri investimenti e posizioni sono allo studio della multinazionale che si concentrerà sia sull’ambito marine che energy e ha però confermato lo stop produttivo del sito di Trieste.
L’azienda ha spiegato che i dati su investimenti e assunzioni sono stime preliminari e saranno soggetti alle condizioni di mercato. È invece una certezza che la decarbonizzazione nei settori globali marine ed energy sta accelerando, un cambiamento definito “senza precedenti” guidato dal quadro normativo e dalla domanda di trasporti più ecologici. Wartsila ha spiegato alle parti che una parte «rilevante del piano riguarda il progetto di sviluppo del retrofit al metanolo dei motori W46F e i test per la conversione dei motori a due tempi, di cui Trieste diventerà l’unico hub centrale. Il motore W46F da laboratorio arriverà a Trieste in febbraio e le attività impiegheranno mesi di lavoro». All’incontro al ministero a cui hanno partecipato le parti sociali Wärtsilä Italia ha confermato il proprio impegno a supportare la reindustrializzazione per individuare una soluzione industriale che mantenga i livelli occupazionali per le persone giudicate in esubero a causa della chiusura della produzione a Trieste.
Negli ultimi mesi sono arrivate all’advisor 5 manifestazioni di interesse non vincolanti per la reindustrializzazione dell’attività produttiva. Si tratterebbe di soggetti industriali, non fondi finanziari, che, secondo quanto ha spiegato l’azienda, hanno manifestato progetti, non vincolanti, in grado di assorbire la totalità dei lavoratori dichiarati in esubero da Wartsila Italia.
Gli esuberi, secondo quanto riporta una nota della Fiom si sono ridotti a 321 nel Dct e propulsion: ad oggi, spiega il sindacato, l’organico di Wartsila Italia (al netto dei 321 addetti del Dct e propulsion) si attesta a 810 lavoratori e lavoratrici di cui 633 nel sito di Trieste, 126 in quello di Genova, 44 nella base di Napoli e 10 in quella di Taranto.
Fiom, Fim e Uilm pur valutando positivamente l’evoluzione del dialogo e la presentazione del piano, chiedono al governo di riconvocare un nuovo incontro nella prima settimana di marzo «per far avanzare la discussione in sede Ministeriale, per entrare nel merito dei progetti di reindustrializzazione dello stabilimento di Trieste, per salvaguardare l’occupazione dei lavoratori coinvolti dalla chiusura, diretti e degli appalti. Inoltre il tavolo ministeriale deve poter approfondire il piano industriale 2023-25 presentato dall'azienda, dando a garanzie occupazionali e di lavoro a tutti i dipendenti e a tutte le basi del gruppo».
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