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Wayne Thiebaud: il “pittore malinconico delle promesse mancate” alla Fondazione Beyeler

La retrospettiva di Basilea offre una selezione di opere del pittore: 65 dipinti provenienti dalle collezioni pubbliche americane e da raccolte private

di Maria Laudiero

Wayne Thiebaud, ThreeCones

3' di lettura

La Fondazione Beyeler continua a proporre retrospettive significative di artisti americani e dopo la mostra dedicata a Giorgia O’Keeffe, offre una selezione importante di opere di Wayne Thiebaud (1920-2021), per la precisione 65 dipinti provenienti dalle collezioni pubbliche americane, ma anche da privati; fra ritratti, still life, paesaggi e vedute urbane multiprospettiche, molte delle quali poco esposte.

La scena artistica americana

Per poter meglio comprendere i paradigmi che hanno condotto ai canoni artistici di questo pittore, bisogna tener presente lo scenario originale dal quale si è mosso il Grande Paese. La necessità di dare luogo ad una scuola americana nasce dal presupposto che il “Nuovo Mondo”, doveva necessariamente dotarsi di movimenti culturali che fossero indicativi dell’espressione del “buon americano”. Le dimensioni sconfinate in cui ci si perdeva a vista d’occhio sottendevano una sensazione di isolamento, da cui in un certo senso, si sviluppò la necessità di “inculcare” anche in maniera artificiale, un sentimento di appartenenza che ignorasse totalmente le tradizioni delle popolazioni originali dei nativi, da cui i Padri Pellegrini non potevano sentirsi rappresentati. Bisognava promuovere uno scenario rassicurante che fosse in grado di racchiudere le tacite promesse di opulenza di cui si faceva foriera la Terra Promessa, e che andava cementato ulteriormente a seguito della grande Depressione del 1929.

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L'emblema identitario di una nazione si espresse attraverso l'invenzione di generi che furono attraversati dall'epopea del West, dai racconti di Fitzgerald, dai noir di Hammet e di Chandler, dell'immaginario positivo trasposto da James Stewart dalla visione europea di Frank Capra. E ancora dai Musicals, dal Jazz e per la parte figurativa dalla cartellonistica, dai fumetti, dalla nascita del New Yorker.

Da questi presupposti in epoca moderna, si consolidò l'espansione

Dai mezzi di comunicazione di massa, declinati dall'uso dei Jingle e dei film pubblicitari, con lo scopo di continuare a far desiderare ai cittadini, trasformati ormai in consumatori, la costante ricerca dell'Eldorado, rappresentato dal perenne desiderio di possedere un dato oggetto.

Wayne Thiebaud

Per il pittore statunitense di origini svizzere, la bellezza è primaria…è ciò di cui siamo alla ricerca. All'apparenza Thiebaud ha incarnato perfettamente l'ideale stilistico americano; le sue opere traboccano di colori, rendendolo uno dei maestri indiscussi dell'arte figurativa statunitense. La sua formazione nel campo dell'advertising e della fumettistica (ha lavorato anche nel dipartimento animazione di Walt Disney), lo designano, a pieno titolo, quale uno dei padri del graphic design. La sua pittura è definita da molti “tattile”. La scelta dei soggetti; still Life o umani (dalle torte luculliane, ai coni gelato, succulenti, dai landscape che sembrano storyboard de Il Gigante, fino ai ritratti di donne), viene trattata nella medesima accezione; pennellate materiche dai colori pastello, che celano alla maniera della tavolozza, un caleidoscopio di intenzioni. Humour, nostalgia o scherno, si susseguono implacabili, offrendo a chi sappia leggere una chiave interpretativa che va ben oltre l'apparente rassicurazione. Nella nota congiunta pubblicata sul catalogo a firma di Sam Keller e Ulf Küster, rispettivamente Direttore e Senior Curator della Fondazione si legge: ”I dipinti di Thiebaud, compensano il grigiore della vita quotidiana con una festa di colori. A prima vista, l'arte di Thiebaud sembra caratterizzata da un ottimismo tipicamente americano. Il pittore in un gioco di seduzione asseconda i desideri del pubblico, stuzzicando lo spettatore con esposizioni di torte e immagini di slot machine - motivi popolari di un mondo di abbondanza illimitata, dove l'offerta supera la domanda. Per questo motivo, Thiebaud è stato etichettato come artista Pop. Tuttavia, ciò che facilmente trascuriamo è che la promessa di felicità in questi dipinti ha anche un lato oscuro.

Ironico e melanconico

Per quanto le immagini appaiano positive a prima vista, il loro effetto è allo stesso tempo ironico e melanconico. Questo vale per l'intero spettro dell'arte di Thiebaud, come mostrano non solo le nature morte, ma anche i paesaggi acquatici multi prospettici, con colori che in alcuni casi sembrano esagerati, fino alle formazioni rocciose, ai Canyon urbani, escursioni in un universo di immersione, linee di fuga e vortici cromatici. E i ritratti, con la loro aria di freddezza e distanza, emanano una malinconia subliminale e sconcertante che ricorda l’opera di Hopper. Osservando più da vicino queste immagini ci rendiamo subito conto che i soggetti non sono l’unico oggetto di interesse. Al contrario, man mano che lo sguardo si fa più acuto e la distanza dalle immagini si accorcia, esse si dissolvono progressivamente in uno spettro di innumerevoli colori incandescenti e sfumature di toni, da cui emerge un’immagine riconoscibile. Il motivo emerge solo quando viene percepito come un insieme. Nel lavoro di Thiebaud, l’importanza del colore e dei valori cromatici è al centro dell’arte. Da lui si può quindi imparare molto sulle possibilità della pittura e sui mezzi che essa offre per riflettere il mondo”.

Wayne Thiebaud, Fondazione Beyeler, fino al 21 maggio 2023

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