Wes Anderson firma “La mummia di toporagno e altri tesori”, la sua prima mostra (che sembra un film)
di Chiara Beghelli
3' di lettura
Immaginate di avere un museo tutto per voi e di poter scegliere fra milioni di reperti e opere d’arte quelle che più vi piacciono per dar vita alla “vostra” mostra. Sembra il soggetto di un sogno, o un magnifico gioco per bambini, ma è quello che nella realtà è accaduto al regista Wes Anderson e alla sua compagna, la scrittrice e illustratrice libanese Juman Malouf con il Kunsthistorisches Museum di Vienna.
«La mummia di un toporagno del sarcofago e altri tesori» è il titolo, decisamente andersoniano, della mostra inaugurata proprio oggi nel grande museo della capitale austriaca: per due anni i due creativi hanno studiato i 4 milioni di oggetti custoditi nel museo, appartenenti a un periodo di oltre 5mila anni e, con l’aiuto dello staff del Khm, ne hanno selezionati 423. Di questi, ben 350 non erano mai usciti prima dai depositi del museo.
Il risultato è una mostra trasversale, che giustappone in modo creativo e inusuale opere d’arte e oggetti che forse non avrebbero mai comunicato fra loro se non fosse stato per lo sguardo di Anderson e Malouf: oggetti dell’antico Egitto, antichità greche e romane, quadri di grandi maestri, opere provenienti dal tesoro imperiale, dalla collezione numismatica, da quella degli strumenti musicali, del teatro, etnografica, oggetti custoditi nel museo di storia naturale ma anche dal castello di Ambras di Innsbruck, dove si trova la preziosa collezione d’arte dell’arciduca Ferdinando II d’Asburgo.
«Io e Juman non possiamo prenderci il merito di aver creato questi oggetti - scrive Anderson nel catalogo -, ma con le nostre associazioni non convenzionali e la disposizione dei lavori in mostra aspiriamo ad aver proposto un nuovo modo di studiare l’arte e le antichità, in un modo minore, forse anche banale, ma senza dubbio riconoscibile».
Fra queste «associazioni non convenzionali», per esempio, c’è quella di un vaso in pietra di smeraldo del Seicento con un abito del 1978 disegnato per una produzione di “Hedda Gabler” di Henrik Ibsen, per evidenziare «le similitudini molecolari fra i cristalli esagonali e la seta shantung», notano gli autori. Che hanno accostato anche il ritratto di un falconiere di sette anni , il futuro imperatore Carlo V, a quello di un proprietario di cani di quattro anni, il futuro imperatore Ferdinando II Con loro, molti altri ritratti di bambini di famiglie nobili. La “star” della mosra, però, è lui: il sarcofago egizio di un toporagno del quarto secolo a.C., che ha una teca tutta per sé.
La mostra è nata da una collaborazione fra il museo viennese e la Fondazione Prada di Milano, dove la mostra stessa si trasferirà nell’ottobre del prossimo anno. Nella sede di Milano della Fondazione, peraltro, l’area del Bar Luce è stata creata proprio da Anderson, che per l’azienda ha anche girato un corto nel 2013, Castello Cavalcanti, e uno spot (con il suo sceneggiatore preferito, Roman Coppola) per il profumo Candy l’Eau. A sua volta, Prada ha creato un cappotto e un set di valigie per il film “The Grand Budapest Hotel” (film che ha vinto uno dei suoi quattro premi Oscar nel 2015 proprio per i costumi, curati da Milena Canonero).
Non è la prima volta che il Kunsthistorisches Museum coinvolge dei creativi contemporanei per dar vita a “personali”: il progetto è nato nel 2012, quando il pittore americano Ed Ruscha organizzò “Gli antichi ci hanno rubato tutte le nostre idee”, a cui è seguita nel 2016 la mostra di Edmund de Waal, ceramista e scrittore britannico, dal titolo “Durante la notte”. L’idea, in realtà, come scrive il cuatore Jasper Sharp, venne al Khm grazie a un libro scovato per caso a New York, che parlava di una mostra itinerante (fra il 1969 e il 1970), “Raid the Icebox - I and Andy Warhol”: si trattava di un’esposizione che Andy Warhol aveva curato su invito di Jean e Dominique de Menil scegliendo fra la collezione della Rhode Island School of Design.
Su prenotazione è anche possibile anche organizzare un evento privato nelle sale della mostra (dopo gli orari di chiusura), con tour guidato e bicchiere di Champagne in mano. I fan del regista texano possono rivdere i suoi film in una rassegna nel Votiv Kino, e nel gift shop del museo non perdete l’illustrazione del sarcofago del toporagno firmata da Malouf.
«Spitzmaus Mummy in a Coffin and other Treasures»
Kunsthistorisches Museum, Vienna
Dal 6 novembre al 17 febbraio 2019
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