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WIMBLEDON- Alla fine il copione è stato rispettato, senza neppure troppi scossoni, se non qualche patema iniziale per Roger Federer. Passano i Big 3 del tennis mondiale. Le semifinali di Wimbledon saranno, venerdì, l'attesissima Federer-Nadal e l'imprevista Djokovic-Bautista Agut.
Ancora una volta, con ogni probabilità il torneo dell'All England Club non si discosterà dalla routine iniziata nel 2003, quando Roger Federer vinse il primo dei suoi otto titoli: da allora nessun altro che non fosse uno di questi tre (più Andy Murray, ora alle prese non il recupero da un intervento chirurgico) ha alzato la coppa del vincitore.
Ieri è toccato a un terzetto di onesti comprimari cercare di sovvertire l'ordine costituito, ma ci vuole ben altro per scalzare questi tre fenomeni. La minaccia più grave è stata posta a Federer dal giapponese Kei Nishikori, alla fine regolato in quattro set (4-6, 6-1, 6-4, 6-4), degli avversari dei tre grandi il più qualificato. Il campione svizzero ha iniziato in modo letargico, facendosi strappare il servizio al primo giorno e rischiando lo stesso al terzo gioco. Ha perso il primo set apparendo poco reattivo. Nel secondo però, ritrovato il servizio, ha ribaltato rapidamente la situazione pareggiando il conto dei set in una ventina di minuti e poi, man mano che Nishikori si affievoliva, è bastato un Federer non eccelso a portarsi a casa, con un break per partita, i due set successivi. Con questa vittoria, ha portato a 100 il numero dei suoi successi a Wimbledon, su un Centre Court che considera casa sua. Quella di venerdì contro Nadal sarà la sua tredicesima semifinale al club di Church Road. Un record spaventoso, considerato soprattutto che è stato ottenuto sulla soglia dei 38 anni di età, che Federer compirà il mese prossimo.
Basterà contro Nadal, apparso finora il più in palla dei tre grandi? “Ho molte informazioni su di lui e lui su di me”, ha scherzato Federer uscendo dal campo. I due si sono incontrati 39 volte, con 24 successi dello spagnolo, che però a Wimbledon lo ha battuto una sola volta, nella leggendaria finale del 2008. E negli ultimi sette confronti, negli ultimi due anni, sei sono stati i successi dello svizzero contro la sua ex bestia nera (unica eccezione la semifinale del Roland Garros la primavera scorsa, ma lì è Nadal a giocare in casa). “Giocherò un tennis d'attacco, come si fa sull'erba, e lui giocherà un tennis di difesa. Si vedrà se sarò più bravo io ad attaccare o lui a difendere”, ha osservato filosoficamente. Federer sa che non è proprio così: a fine torneo, l'erba di Wimbledon, che già ha cambiato natura ed è diventata più lenta, assomiglia più a una “erba battuta”, come la definisce Gianni Clerici, che a quella del “lawn tennis” di tradizione. Dicono gli statistici che negli ultimi anni gli scambi sono diventati addirittura più lunghi a Wimbledon che al Roland Garros.
Nadal intanto ha messo sotto l'americano Sam Querrey, 7-5, 6-2, 6-2, francamente non all'altezza del confronto con il mancino di Mallorca, nè come tennis, nè come testa. Ora come ora, lo spagnolo va considerato il favorito contro Federer, ma le dinamiche fra i due sono sempre difficili da decifrare.
Chi si è messo avanti nel primo pomeriggio, in totale souplesse, è stato Novak Djokovic, che finora ha viaggiato sotto i radar, ma in costante miglioramento. Il numero uno del mondo ha superato il belga David Goffin senza dover neppure sudare. Partita chiusa in meno di due ore (una decina di minuti meno di Nadal), o forse bisognerebbe definirlo un allenamento: 6-4, 6-0, 6-2 il punteggio finale. Goffin è stato in campo solo nel primo set. Djoko è ovviamente superfavorito nella semifinale contro l'altro spagnolo Roberto Bautista Agut, che in una sfida fra terraioli (un'altra riprova di quel che si diceva della situazione dei campi) ha regolato l'argentino David Pella: 7-5, 6-4, 3-6, 6-3 il finale e, a dirla tutta, non proprio il più bel tennis che si sia visto a Wimbledon. Il quarto di finale è stato più che altro un premio alla tenacia dei due. Non si vede come Bautista possa spuntarla contro Djokovic.
Giovedì spazio di nuovo alle donne: in semifinale, l'eterna Serena Williams, che però non è ancora tornata al successo dopo la maternità, contro l'outsider ceca Barbora Strycova e Simona Halep contro Elena Svitolina.
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