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Wimbledon, montepremi da 40 milioni per i 100 anni di Church Road

Al via lunedì 27 giugno un’edizione molto particolare. Niente giocatori russi e bielorussi, ma l’Italia può dire la sua

di Eliana Di Caro

Nadal parteciperà a Wimbledon e poi annuncia: "Divento papà"

3' di lettura

«Wimbledon è un posto magico… profuma di tennis già a due o tre chilometri di distanza», racconta Adriano Panatta nella bella serie Una squadra (Sky documentaries), rievocando la vittoria degli azzurri in coppa Davis contro la Gran Bretagna (1976). Lungo Church Road, dopo gli anni del Covid, si rivedrà quest’anno la fila degli appassionati che aspettano con impazienza quello che è il torneo, al via da lunedì 27 giugno in un’edizione particolare per tanti motivi. Prima di tutto perché le ripercussioni dell’invasione russa dell’Ucraina sono arrivate fin qui, con la clamorosa decisione dell’All England Club di escludere i giocatori russi e bielorussi dalla competizione.

Le ripercussioni della guerra in Ucraina

Siamo lontani, per fortuna, dalla Berlino del ’37 e dalle vicende di Gottfried von Cramm, il tennista tedesco «costretto» a vincere contro Donald Budge, pena le conseguenze che possiamo immaginare da parte di Hitler (una storia raccontata nel libro di Marshall Jon Fisher, Terribile splendore. La più bella partita di tutti i tempi, 66thand2nd), ma certo nessuno poteva prevedere che questioni estranee allo sport avrebbero condizionato il torneo. La scelta è stata contestata dagli altri atleti, al punto da indurre l’Atp a un provvedimento altrettanto drastico: non riconoscere i punti validi per la classifica a chi partecipa, sconfessando di fatto il più nobile degli Slam.

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Senza il numero 1 Medvedev

Non vedremo dunque il numero uno del mondo, Daniil Medvedev, né Andrey Rublev, né Aryna Sabalenka né altri tennisti non russi che hanno preferito non giocare. Ciò vuol dire che, complice l’infortunio alla caviglia del numero due del ranking Alexander Zverev, si ripropone, in cima alle teste di serie, ancora il dominio di Nole Djokovic e Rafa Nadal (rispettivamente uno e due del seeding). Considerando il recente ritorno sui campi di Andy Murray, siamo a tre quarti degli epici Fab fours in gara (manca, a completare il quartetto dell’omonimo volume di Stefano Semeraro edito da Sonzogno, il re dell’erba, Roger Federer, ma l’amore per lui non si spegne come si vede anche dagli ultimi libri: dopo Roger Federer è esistito davvero di Emanuele Atturo, pubblicato da 66thand2nd, è appena uscito da Hoepli L’ultima scimmia. L’evoluzione del tennis dalle origini dell’uomo a Roger Federer di Marco Bucciantini e Federico Ferrero).

Sul fronte femminile sembra difficile poter contrastare la teste di serie numero uno, Iga Swiatek, reduce da vittorie così nette da evocare il successo di Steffi Graf contro una Natasha Zvereva in lacrime al Roland Garros del 1988 (6-0/6-0 in poco più di mezz’ora): un’ascesa impressionante, quella della 21enne polacca, che solo quattro anni fa vinceva a Wimbledon il titolo juniores.

I cento anni di Church Road

Ma c’è di più: nel 2022 il tempio di Church Road compie 100 anni (fu nel giugno del 1922 che s’inaugurò l’attuale sede del Centre Court... quella di Worple Road non riusciva più ad accogliere un pubblico sempre più numeroso). Un compleanno importante, che sarà festeggiato con la mostra 100 years of change nel museo vicino ai campi, gli asciugamani che riportano il profilo del centrale, una collezione di dieci poster con giocatori e momenti indimenticabili nel corso della storia del torneo e molto altro.

Montepremi da 40 milioni

Anche il montepremi è all’altezza della ricorrenza, con il record di oltre 40 milioni di sterline: chi vince il singolare, femminile e maschile, porta a casa un assegno da due milioni (oltre 2.320.000 euro). Importante anche il peso dei premi nei primi turni dell’evento, sin da quelli di qualificazione, per i quali è stato disposto un aumento del 26% nel 2021 e del 48,1% nel 2019. I giocatori del tabellone principale, al loro esordio nel torneo, riceveranno 50mila sterline.

Dulcis in fundo, c’è il capitolo italiano. Matteo Berrettini, dopo l’operazione alla mano destra, è tornato a giocare e ha vinto in scioltezza a Stoccarda e, per il secondo anno consecutivo, al Queen’s: va dunque in campo, testa di serie numero 8, con il vento in poppa (se tutto procederà secondo copione, sulla sua strada ci sarà Nadal) e ancora negli occhi la finale dell’anno scorso contro Nole. Jannik Sinner potrebbe dire la sua, è testa di serie numero 10 e dopo una fase incolore - per via di diversi infortuni e per l’assestamento del suo team - la fame di vittorie è tanta, benché il sorteggio non sia stato dalla sua parte: al primo turno affronterà uno Stan Wawrinka sempre insidioso, pur con i suoi 37 anni. Fognini, Sonego e Musetti completano il quadro. Senza dimenticare le azzurre: come ci insegna Martina Trevisan, giunta inaspettatamente in semifinale a Parigi, sognare è lecito.

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