Workation, la svolta contro il calo del turismo interno
La fotografia del turismo italiano nell'estate 2023 mostra 2 istantanee in contrasto. La domanda interna è in flessione
di Lorenzo Dornetti
2' di lettura
La fotografia del turismo italiano nell'estate 2023 mostra 2 istantanee in contrasto. La domanda interna è in flessione. L’appeal internazionale rimane per città d'arte e luxury. L'Italia resta il sogno delle vacanze per “ricchi stranieri” ma con l’aumento dei prezzi, diventa un sogno irrealizzabile, soprattutto in alta stagione, per i cittadini del bel paese. La domanda interna registra cali dal 20% al 30%. I turisti italiani optano per destinazioni internazionali come Spagna, Tunisia, Egitto e Albania.
Insomma, mete alla portata del potenziale di acquisto eroso dall'inflazione. Il fenomeno delle workation considerando non solo sull'alta stagione potrebbe attenuare questo calo. Cosa si intende per workation? Il neologismo nasce dalla fusione di “work” (lavoro) e “vacation” (vacanza). Indica una nuova tendenza che consente di unire il dovere e il piacere, il lavoro e il tempo libero, in un’unica esperienza.
Secondo l'EY Future Travel Behaviours, il 6% delle persone afferma che nei prossimi anni combinerà lavoro e vacanza nello stesso viaggio. Skyscanner nel suo report indica che il 10% di chi opera in smartwork prevede di lavorare durante i futuri viaggi programmati. Ai lavoratori piace la workation, anche se richiede una gestione del tempo attenta per evitare che le distrazioni del contesto vacanziero possano minare la produttività. I primi studi psicologici, realizzati dal Neurovendita Lab su campioni di sales e manager, in grado di realizzare le loro mansioni da remoto, ne confermano i benefici.
La possibilità di lavorare in un ambiente rilassante e stimolante ha un effetto positivo su benessere e produttività. Molti lavoratori riferiscono di sentirsi più ispirati e produttivi quando lavorano lontano dall’ufficio, immersi in località turistiche. Molti sono sereni, perché riescono a gestire un miglior equilibrio vita-lavoro, portando con sé partner e figli. Il trend della workation potrebbe attenuare il calo turistico della domanda interna? Il fenomeno è all'inizio, le premesse sono positive. La workation comporta soggiorni più lunghi rispetto al turista medio, favorendo un impatto economico significativo sulle località ospitanti, in particolare quelle che soffrono di una stagionalità marcata. In workation si lavora non solo in agosto, ma praticamente tutto l'anno, permettendo introiti fuori dai momenti clou dell'anno. Si realizza anche fuori dalle località turistiche più gettonate, diventate troppo costose in alta stagione, per le possibilità economiche degli italiani, valorizzando località poco conosciute e meno glamour.
Per adeguarsi a questa nuova domanda, l'hotellerie deve fornire infrastrutture adatte, ovvero spazi di co-working che garantiscano privacy e concentrazione. Inoltre, deve attrezzarsi per supportare il lavoro da remoto con connessioni internet di livello. Non si tratta del wi-fi ordinario fornito dagli hotel per scrollare Instagram, ma garantire prestazioni per il download di file, la realizzazione di riunioni in video call, la lavorazione di file in storage remoti. Tutte attività che richiedono connessione stabile e performante. Questa trasformazione rappresenta una potenziale fonte di rinnovamento per il settore turistico, in un periodo in cui l’industria è messa a dura prova dalla spinta inflattiva sulla domanda interna. La workation rappresenta un'opportunità per il settore turistico, allunga le stagioni e valorizza mete meno conosciute. È un’innovazione nell'offerta che intercetta un trend, consentendo un turismo utile, piacevole e soprattutto accessibile alle tasche degli italiani.
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