Wpp, l’Italia e il dopo Sorrell: «Avanti con gli investimenti»
di Fabio Grattagliano
4' di lettura
«L’uscita di Martin Sorrell è senza dubbio un evento significativo per il gruppo Wpp e per l’intera comunità finanziaria internazionale. Wpp è sempre stata una grande public company, organizzata per proseguire in modo deciso il percorso di sviluppo e cambiamento che ha caratterizzato il gruppo dal 2008 a oggi». Massimo Costa, Country Manager di Wpp Italia, parla per la prima volta dopo l’uscita di “Sir Martin”, che ha innescato una serie di ipotesi e congetture sulle possibili opzioni per il futuro della più grande holding mondiale di servizi di marketing e comunicazione. «Mark Read e Andrew Scott, i due Coo che sono succeduti a Sorrell alla guida di Wpp - aggiunge Costa - arrivano preparati a guidare una realtà multinazionale che ha un giro d’affari di 20 miliardi di dollari, perché già da tempo ricoprivano ruoli chiave: Read ha guidato la trasformazione digitale e tecnologica del gruppo degli ultimi anni e Scott ne ha coordinato le acquisizioni. Ed eravamo pronti anche in Italia, dove accelereremo sugli investimenti».
Wpp offre servizi creativi, dalla pubblicità alle relazioni pubbliche, dalla gestione degli influencer al corporate design; gestisce attraverso le sue società di media management una parte importante degli investimenti pubblicitari mondiali (quasi il 40% in Italia). È tra i leader del mercato anche nei big data e nella elaborazione delle informazioni, con piattaforme tecnologiche proprietarie e sviluppa software per il “one to one” marketing e ha partecipazioni in società di produzione di video e di news.
Costa, ci sarà qualche conseguenza per Wpp dopo le dimissioni di Sorrell?
Il Gruppo Wpp è in evoluzione continua e l’uscita di Martin Sorrell, per quanto lui sia stato importante, non arresterà in alcun modo il processo di innovazione, che è nel nostro Dna. Mark Read e Andrew Scott da tempo pianificano le nostre strategie di sviluppo per soddisfare le continuamente mutevoli esigenze dei clienti, intercettando i nuovi processi di acquisto dei consumatori.
E per l’Italia?
L’Italia è uno dei primi 10 mercati mondiali per Wpp. In Italia siamo una realtà fortemente radicata sul territorio: diamo lavoro a 2.700 persone, in prevalenza giovani, impiegati in 60 aziende, la metà delle quali guidate da amministratori delegati donna. Accompagniamo nella loro crescita 1.200 clienti, per oltre il 70% aziende italiane. Siamo un gruppo importante, ancor di più tenendo presente che siamo società di servizi in un Paese manifatturiero. Abbiamo raggiunto questi risultati facendo evolvere in continuazione la nostra offerta, investendo sulle tecnologie, facendo acquisizioni, garantendo formazione professionale alle persone. Il nostro Paese rappresenta - per dimensioni e tipologia - un’eccellente palestra di sperimentazione per le proposte più innovative che nascono a livello globale: siamo stati tra i primi, ad esempio, a far lavorare insieme i professionisti di diverse agenzie e società, in team strutturati su singoli clienti. Questo processo, non solo non si fermerà, in un’ottica di rifiuto deciso a ogni rassegnazione al declino, ma vive un’accelerazione progressiva.
In un mercato che però per dinamismo e dimensioni in confronto ad altri Paesi non brilla particolarmente.
È vero. Eppure in un contesto italiano che ha vissuto una contrazione degli investimenti in marketing e comunicazione di circa il 30% dalla crisi del 2008, il gruppo Wpp è riuscito a crescere in Italia di una percentuale analoga. Oggi superiamo abbondantemente i 400 milioni di ricavi, servendo clienti italianissimi: da Barilla a Lavazza, da Intesa a Campari, da Coop a Lottomatica, da Fca a Enel. E non solo grandi gruppi: serviamo anche centinaia di Pmi italiane, la spina dorsale dell’economia italiana, oltre ai grandi gruppi internazionali.
Vi preoccupa l’arrivo nello scenario competitivo di nuovi player dalle spalle forti, come le società di consulenza strategica che puntano sempre di più sul vostro mercato?
Guardi, in questi anni il nostro supporto ai clienti non si è limitato alle strategie di comunicazione. Abbiamo accompagnato le imprese nell’integrazione completa delle loro attività, aprendo la possibilità di entrare in nuovi mercati e spingere sull’export, piuttosto che ad affrontare le differenti criticità della digital transformation. Con in più, se mi permette, il valore aggiunto della capacità di saper gestire la complessa relazione tra aziende, consumatori e brand. Noi non lavoriamo solo sui processi, ma soprattutto con quella preziosa materia prima che è la creatività.
Qual è l’investimento più rilevante che avete pianificato?
Siamo la più grande azienda britannica presente in Italia e rappresentiamo una realtà industriale complessa, molto strutturata, che ha deciso di investire anche in asset fisici, per incrementare il nostro legame con il territorio e in particolare con la città di Milano. Nella prima metà del 2019 trasferiremo i nostri 2.300 dipendenti di Milano negli stabili post industriali dell’area ex Richard Ginori, dove Wpp ha acquistato migliaia di metri quadrati che sta attrezzando per diventare il primo hub della comunicazione e dei servizi di marketing in Italia. Siamo orgogliosi di poter contribuire alla crescita di Milano seguendo i suggerimenti dell’amministrazione comunale per l’arricchimento delle periferie con lo sviluppo di nuove iniziative e la creazione di un indotto economico rilevante.
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