X-Bionic, tecnologia svizzera e alta manifattura italiana applicata allo sport
La nostra prova dei prodotti del marchio di abbigliamento funzionale per lo sport, che vengono pensati intorno al Lago di Zurigo ma sono realizzati dagli artigiani italiani del distretto tessile tra Mantova e Brescia
di Riccardo Barlaam
5' di lettura
Migidio Bourifa è stato uno dei più forti maratoneti italiani di sempre. Ha corso la maratona sotto le 2 ore e 10 minuti (2:09:07), un record sulla mezza maratona di 1:02:35. Con quattro titoli italiani nel cassetto, e un terzo posto ai mondiali. Oggi, passati i quaranta e attaccate le scarpette da atleta professionista al chiodo, segue come manager lo sviluppo tecnico dei prodotti X-Bionic. Brand di abbigliamento funzionale per lo sport, di resistenza e non solo. Nato - assieme al marchio “fratello” X-Socks, specifico per calze tecniche per discipline endurance - sotto l'ombrello della svizzera X-Technology Swiss Research & Development AG, con sede a Wollerau, un comune del Cantone Schwyz, vicino Lucerna. Tecnologia e ricerca made in Switzerland ma prodotta in Italia, con abilità di alta manifattura.
A partire dal 1998, anno di fondazione, l'azienda elvetica ha rivoluzionato la concezione dell'abbigliamento sportivo, traghettandolo da “tecnico” a “funzionale”. Un concept e un approccio radicalmente diversi, che hanno permesso a X-Bionic di affermarsi in un comparto dove l'affollamento del mercato richiede prodotti (realmente) innovativi e ad alta prestazione: non solo tessuti traspiranti, waterproof o anti-Uv, ma soluzioni tessili che concorrano ad aumentare l'efficienza atletica e il benessere degli sportivi.
Abbiamo provato correndo questi prodotti, assieme a Bourifa che ci ha spiegato la genesi e tutta la ricerca che c'è dietro questi capi tecnici: «È come quando avete mezzo bicchiere d'acqua in un bicchiere: se lo mettete al sole impiega mediamente un certo tempo ad evaporare, un tempo lungo. Se invece versate la stessa acqua su una superficie più ampia e piana evapora molto prima», spiega Migidio raccontando come è nata la linea di prodotti Twice della X-Bionic, dedicata in maniera specifica al mondo del running e all'endurance.
Sport di fatica dove si suda tanto e il restare asciutti, o quanto meno non bagnati, non solo permette di migliorare il benessere ed evitare le frizioni o gli arrossamenti della pelle causati dal contatto con tessuti bagnati, ma anche le performance di chi corre. Tutta la tecnologia dei capi si basa su studi che portano alla gestione del sudore prodotto dal corpo dell'atleta, non più per la totale eliminazione, bensì per la conservazione sulla pelle di un sottile film di umidità che “comunica” ai recettori del corpo dello sportivo di non bruciare altre energie per la termoregolazione, ma di convogliarle al gesto atletico.
Questa straordinaria intuizione iniziale e i successivi sviluppi hanno portato X-Bionic a venir riconosciuto per tredici volte consecutive come “Marchio più innovativo dell'anno” nell'assegnazione dei Plus X Award, il più importante premio al mondo per le innovazioni nei settori della tecnologia, dello sport e del lifestyle. E c'è tanta Italia dietro al successo X-Bionic. Perché se è vero che la ricerca e lo sviluppo del prodotto parte dal Lago di Zurigo, la loro realizzazione è demandata all'artigianalità italiana, con la produzione concentrata nel distretto tessile tra le province di Mantova e Brescia. A questo si aggiunga che anche la distribuzione sul territorio nazionale è Made in Italy: X-Technology ha infatti voluto appoggiarsi alla solida rete di Manifattura Mario Colombo, nome molto noto nel campo sport e urbanwear con il brand Colmar. Così l'azienda monzese, che già distribuisce il marchio Lacoste, nell'anno del Centenario implementa la sua attività con i due brand leader nell'abbigliamento high performance X-Bionic e X-Socks.Sulle maglie da running è inserito nei punti di maggior sudorazione il sistema brevettato 3D Bionic Sphere con la tecnologia ThermoSyphon, che ottimizza costantemente la regolazione della temperatura corporea rendendola stabile a 37° grazie alle sue complesse strutture tridimensionali di filamento, costruite con canali orizzontali e verticali intrecciati: la maglia nei punti in cui sale di più la temperatura e si suda di più è realizzata con un particolare filato che viene tessuto a forma piramidale per permettere una maggiore traspirabilità e impedire al sudore di propagarsi.
Tecnologia applicata a una maglia per correre, con un esatto posizionamento del filato e della costruzione del tessuto sul corpo dell'atleta, in alcune zone favorisce una parziale compressione, che permette di ottenere i benefici della compressione supportando al muscolo nell'attività, senza tuttavia avere gli effetti negativi sulla circolazione, e in altra appunto con le piramidi di tessuto in 3D. Una tessitura complessa per una maglia da running che permette al sangue di circolare e al sudore di evaporare più in fretta. Dopo 10 chilometri di corsa sul Naviglio di buon passo assieme a Bourifa e ad altri giornalisti appassionati di running in effetti non si ha la sensazione di bagnato. Il corpo resta più asciutto del solito e non si sentono i brividi che ti costringono a cambiarti subito dopo una prova di resistenza. «Questa tecnologia – racconta ancora Bourifa - consente di lasciare un film di vapore acqueo tra la pelle e il tessuto: una sottile pellicola che informa i neurotrasmettitori del corpo dell'atleta di non spendere ulteriore energia per la produzione di sudore e conservarla per la performance sportiva».
Uno studio del CeRISM, il centro di Ricerca “Sport, Montagna e Salute” dell'Università di Verona, ha dimostrato che i capi X-Bionic permettono al corpo di utilizzare meno energia per mantenere la temperatura stabile, aumentando la prestazione. La stessa tecnologia è stata applicata sui calzini da running, che sono sempre un grosso interrogativo per chi corre, con il problema delle vesciche sempre in agguato sulle lunghe distanze. Nel modello che testiamo oggi sul campo, le X-Socks Run Fast, ci sono ben 11 brevetti. Ma per alcuni modelli di calze per altri sport il numero di brevetti può arrivare a 16. «Sono brevetti tessili – conclude Bourifa - che creano le condizioni ideali per correre più agevolmente e in maniera più confortevole. Il collo del piede è protetto con la tecnologia AirVent Zone, con una speciale maglia innovativa in 3D che protegge dagli sfregamenti e ottimizza le condizioni di traspirabilità della calzata».
Altre peculiarità di alta tecnologia tessile applicata a un calzino: il sistema Air-Conditioning Channel 4.0 aiuta la ventilazione della pianta del piede. Il Lambertz-Nicholson Achilles Tendon Protector 4.0 protegge meglio il tendine d'Achille da attrito, pressione e urti grazie alle sue zone imbottite e rinforzate. I potenti AirFlow Ankle Pads 4.0 proteggono ulteriormente la zona sensibile della caviglia. E in ultimo il filato riflettente a 360 gradi Albedo sull’orlo esterno aumenta la visibilità al buio. Alla fine della corsa abbiamo fatto il pieno di endorfine. Scoperto sul campo i contenuti di quelli che prima pensavamo essere solo delle belle magliette e pantaloncini per correre. Il corpo è meno sudato del solito. Le “fiacche” ai piedi non ci sono. La filosofia aziendale di questo brand di abbigliamento sportivo è che si può sempre migliorare un prodotto: l'innovazione e la ricerca applicate anche in un paio di calzini e in un completo da running.
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