Yamaha Tmax, in sella alla nuova generazione dello scooter più sportivo
di Roberto Ungaro
2' di lettura
Ci sono tre moto o, meglio, tre “due ruote” che tutte le Case vorrebbero avere (perlomeno in Italia): Honda SH, BMW GS e Yamaha Tmax. Tre icone senza tempo, leader di mercato e lineeguida progettuali per gli altri. Oggi parliamo dell'ultima, nata nel 2001 e giunta alla sue sesta edizione. 250mila pezzi venduti, di cui ben 140mila da noi. Inutile dire che si tratta di un fenomento italiano.
È uno scooter sportivo, che ha introdotto per primo un vero telaio (di tipo motocisclistico) e che ha regalato sensazioni alla guida mai viste prime. In tanti hanno cercato di imitarlo, ma inutilmente. Chi ci ha provato ha optato per lo scontro non diretto, vedi Honda Silver Wiing o Gilera Fuoco, e molti, moltissimi, hanno lasciato addirittura perdere perché troppo complicato. Bandiera bianca di fronte alla supremazia progettuale e di industrializzazione giapponese.
A nostro avviso il più riuscito è quello del 2008, il più sportivo, non a caso l'anno dei record in Italia (più di 16mila). Ora è tutto nuovo ed è disponibile in tre versioni: base, SX e DX. Nell'ordine è un crescendo, l'SX è considerato quello sportivo (ha due mappature), mentre il DX quello premium (parabrezza elettrico e manopole/sella riscaldate). Tutti e tre hanno il controllo di trazione. Il motore non cambia, se non per piccoli interventi come l'aspirazione, il silenziatore e altri piccoli dettagli, eppure lo spunto è migliore perché pesa ben 9 kg meno. Il telaio è tutto nuovo, più leggero del 30% e con quote completamente diverse. L'interasse è più corto di 5 mm, la forcella ha 5 mm di escursione in più, il forcellone più lungo di 40 mm e l'ammortizzatore ora ha link progressivo. Il motore si ritrova 40 mm più avanti e questo incide sulla dinamica (ora la distribuzione dei pesi è perfettamente 50/50, mentre prima era 51 post. e 49 ant. La puleggia è molto più piccola, il cerchio posteriore è più stretto (da 5” a 4,5”), la cinghia ora è in carbonio ed è più compatta. Arrivano i fari a led, la keyless totale -si fa tutto mediante pulsanti- la strumentazione TFT e un interfaccia in stile automobilistico.
Ci sono rifiniture molto più curate di prima, verso un posizionamento premium che rende il Tmax ancora più esclusivo (se mai non lo fosse abbastanza prima). Prezzi importanti: 11.490 euro il base, 12.290 l'SX e 13.390 il DX. Alla guida si riconferma la bontà del progetto precedente, ma spostato tutto più in alto. Rimane uno scooter, e questo è un vantaggio perché permette di salire/scendere con grande facilità, ma vanta prestazioni e piacere di guida unici, che si avvicinano al mondo moto. È migliorato il confort al posteriore, la trasmissione si conferma perfetta (e riferimento per l'intera categoria), la frenata è ottima (pur se l'ABS entra facilmente al posteriore) e le vibrazioni non si avvertono. Il manubrio è leggermente più alto rispetto a prima. Un prodotto davvero esemplare, che porta a capire con grande facilità perché non ha competitor e perché noi italiani siamo impazziti per lui (nonostante si faccia pagare). Per chi ha esigenze di commuting extraurbano/città e viceversa tutti i giorni rappresenta una soluzione perfetta.
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