Young Finance: i 4 passi per fidarsi dei consulenti finanziari
Prendere decisioni sul proprio risparmio spesso non è semplice. Per questo i consulenti finanziari ci possono aiutare. Ecco come impostare con loro un rapporto proficuo e di fiducia
I punti chiave
4' di lettura
Di chi ci si può fidare per la gestione dei nostri risparmi? Chiariamolo subito: la fiducia è un valore che si attribuisce a qualcuno attraverso un patto, in cambio di una serie di criteri di efficienza e trasparenza, da verificare periodicamente. Per questo un risparmiatore che vuole costruire un rapporto di fiducia con chi si propone di prendersi cura del suo denaro, deve prestare alcune attenzioni a questa relazione per non avere sorprese e costruire un rapporto proficuo con chi può aiutarlo a raggiungere obiettivi di vita tramite scelte finanziarie.
Le persone che si prendono cura del risparmio dei loro clienti sono i consulenti finanziari: professione regolata da regole molto definite ma che si evolvono parallelamente all'evolversi della complessità dei mercati. Ma come esser certi di avere di fronte un consulente finanziario vero, ossia non un millantatore, e meritevole della nostra fiducia? Nel quarto video della serie Young FInance, Marcello Ascani, Elia Bombardelli e Marco lo Conte spiegano quali passi seguire per sceglie il proprio consulente finanziario.
Primo passo, cercare il suo nome sull'albo
Per essere abilitati alla professione i consulenti finanziari devono sostenere un esame di Stato che li porta ad essere iscritti a un albo consultabile da qualsiasi cittadino che voglia verificare se chi gli si propone per gestire i suoi risparmi sia un vero consulente oppure no. Tutti i consulenti devono inoltre seguire un programma di formazione continua, per essere aggiornati sulle novità che riguardano la professione. È il caso di ricordare che è assolutamente normale chiedere aiuto a chi è più esperto di noi, quando c'è da prendere decisioni che ci appaiono troppo complesse. Spesso è utile, a volte necessario quando le cose sono un po' complesse.
Secondo passo: definire il patto
In ogni caso è fondamentale instaurare un patto chiaro e sincero tra risparmiatore/investitore e consulente finanziario. Un patto indispensabile poiché quest'ultimo per svolgere al meglio il suo lavoro deve conoscere nel dettaglio il quadro finanziario del suo cliente e della sua famiglia: quanto guadagna, che patrimonio ha a disposizione, se ha mutui o altri prestiti da onorare, quote societarie, immobili, coperture assicurative e previdenziali. Da una parte è fondamentale raccontare tutto ciò a chi svolge consulenza; dall'altra è altrettanto legittimo che la fiducia del cliente nei confronti del o della sua consulente, sia condizionata a una serie di verifiche periodiche, che vanno al di là dell'iscrizione all'albo: farsi spiegare bene in cosa consistono le decisioni prese in insieme, ogni quanto tempo si fa il punto sulle scelte, poter telefonare in caso di dubbio o confronto su quanto sta accadendo sui mercati.
Terzo passo: come si seleziona il consulente
Abitualmente la scelta del consulente cade sull'amico, il vicino di casa, il parente o si decide di ingaggiare il consulente di una persona cara. La ragione è evidente: soprattutto per chi non ha grandi competenze finanziarie, è fondamentale poter contare su qualcuno che è già passato al vaglio della scelta di altri o che è vicino a noi per ragioni che poco hanno a che fare con il risparmio e le sue dinamiche. Comprensibile, ma non sempre del tutto corretto. Perché, come detto, la relazione cliente/consulente deve essere un patto chiaro e razionale, e non una delega a chi semplicemente ne sa più di noi. Per questo puoi considerare questi passaggi come un processo di selezione del tuo consulente. Il consiglio migliore che si può dare è quello di fare confronti tra più soggetti, per poi prendere una decisione autonoma sulla base di criteri quanto più possibili oggettivi e non emotivi. Anche perché è nei primi incontri che avviene la fase più importante della relazione, con l'analisi dei bisogni, gli investimenti nei decenni a venire, le coperture dai rischi, le scelte previdenziali, le considerazioni sulle variabili in gioco. E confrontare l'analisi di più consulenti ci permette di fare la nostra fiducia nel modo più consapevole.
Quarto passo conoscere le diverse tipologie
Esistono diverse tipologie di consulenti finanziari: la prima categoria che è la più numerosa sono quelli che operano agli sportelli bancari e che sono dipendenti della banca: si occupano soprattutto di operazioni come assegni, trasferimenti, bonifici e principalmente vendono prodotti finanziari della banca stessa - polizze, mutui, fondi. Più che una consulenza finanziaria, si occupano di tutti gli aspetti relativi all'operatività creditizia e sono chiamati a vendere prodotti finanziari, secondo dei budget definiti.Poi ci sono i consulenti abilitati all'offerta fuori sede - quelli che una volta si chiamavano promotori finanziari -, che non sono dipendenti di una banca: sono agenti autonomi, ma hanno un mandato esclusivo da una banca, che li supporta dal punto di vista logistico, tecnologico e per quanto riguarda la formazione.
È la banca che – in ragione del mandato che lega le parti - risponde del loro operato davanti al risparmiatore. Diciamo che la consulenza di questi professionisti è decisamente più raffinata, con un'analisi dei bisogni più articolata ed evoluta. Questi consulenti, è il caso di sottolinearlo, iniziano a considerare i clienti a partire da diverse decine di migliaia di euro. Chi ha poco denaro difficilmente sarà seguito in modo attento ma, diciamo così, in modo stereotipato.La loro particolarità è che il consulente abilitato all'offerta fuori sede è remunerato in base a ciò che consiglia al cliente di sottoscrivere. Cioè incassa una parte dei costi di gestione dei prodotti finanziari che propone al cliente e quindi, potenzialmente, potrebbe essere spinto a consigliare gli strumenti che gli consentono un maggior guadagno.
Poi c'è una terza tipologia, molto meno numerosa, sono poche migliaia in Italia e sono i consulenti autonomi o indipendenti che sono remunerati “a parcella”, un po' come accade per gli avvocati o i commercialisti. Paghi un fisso e loro svolgono la necessaria analisi dei bisogni, articolata ed evoluta, e successivamente consigliano il risparmiatore a sottoscrivere quello che ritengono sia il meglio a disposizione sul mercato. Il loro consiglio, cioè, non è condizionato da relazioni commerciali con banche o società di gestione del risparmio che emettono strumenti finanziari.
La serie video:
Young Finance: gli strumenti per investire
Young Finance: il tempo e l'effetto rendimenti composti
Young Finance: chi sono i consulenti finanziari
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